Passa ai contenuti principali

Il segreto del coraggio

“Appena arrivo Klinton, il mio verro, mi sbandiera un giornale sotto gli occhi dicendomi: -Flinstone hai visto che i tuoi colleghi allevatori francesi hanno sparso per protesta del liquame davanti al Palazzo dell’Agenzia delle Entrate? Voi Italiani non lo avete mai fatto, o non avete nulla contro cui protestare o siete dei pecoroni.
-No calma un momento Klinton, guarda che anche noi avremmo da protestare ma inscenare delle proteste non è così semplice come sembra e non sempre serve a migliorare la situazione.
-Nessuno ha detto che è semplice o che serva a qualche cosa, ma voi non l’avete mai fatto a parte qualche sporadico caso.
-E’ vero quello che dici ma da noi non è possibile per legge.
-Per legge? Ma che cazzo stai dicendo?
-Guarda che per poter spargere il letame o il liquame in Italia occorre il P.U.A.
-Il P.U.A.? E che cos’è?
-Il Piano di Utilizzazione Agronomica dei reflui zootecnici e se non ce l’hai non puoi uscire con le botti.
Il piano prevede i kilogrammi di azoto che puoi spargere nei terreni in base al fatto se sono vulnerabili o no e alla concimazione chimica che prevede la coltura che farai in quel appezzamento; inoltre bisogna descrivere anche il tipo di attrezzatura utilizzata per lo spargimento, se omologata o no per poter circolare sulle strade statali e anche se provvista di Controllo Satellitare per i controlli; il trasporto poi deve essere accompagnato da un documento dove viene citato il percorso del prodotto e dove verrà sparso, il quantitativo e i dati dei mezzi con targhe del trattore e della botte con la sua capacità.
In più il personale che utilizza l’attrezzatura deve essere provvisto di Patentino Speciale per la conduzione di mezzi agricoli e aver fatto la formazione per il Primo Soccorso e quello Antincendio.
-Caspita hai ragione, sembra effettivamente che se esci con una botte di liquame per strada senza tutte queste autorizzazioni rischi la galera, figuriamoci se vai a spruzzarlo sul Palazzo dell’Agenzia dell’Entrate.
-Vedi, è per questo che dico che da noi non è possibile fare questo tipo di proteste.
-Flinstone sei sempre il solito saggio, ero io che mi ero un po' infervorato leggendo l’articolo, scusami.
-Non c’è di che Klinton, adesso lasciami andare a lavorare, ci vediamo dopo.”

GIOVANNI ORLANDI


Klinton e la protesta degli allevatori francesi, da «Uqbar Love», N. 174 (10 marzo 2016), p. 14.

Commenti

Post popolari in questo blog

Letteratura spagnola del XVII secolo

Il Seicento è, anche per la Spagna, il secolo del Barocco. Tipici della letteratura dell'epoca sono il "culteranesimo" (predilezione per termini preziosi e difficili) e il "concettismo" (ricerca di figure retoriche che accostino elementi assai diversi fra loro, suscitando stupore e meraviglia nel lettore). Per liberare il Barocco dall'accusa di artificiosità, si è cercato di distinguere una corrente "culterana", letterariamente corrotta e di contenuti anche immorali, da una corrente "concettista", nutrita dalla grande tradizione intellettuale e morale spagnola. E' vero che il Barocco spagnolo vede, al proprio interno, vivaci polemiche fra autori (come Luis de Gòngora e Francisco de Quevedo) e gruppi. Ma l'esistenza di queste due contrapposte correnti non ha fondamento reale. Quanto al concettismo, è interessante notare come esso sia stato alimentato dalla significativa definizione che di "concetto" ha dato Francesco

Farfalle prigioniere, ovvero La vita è sogno

Una giovane mano traccia le linee d’una farfalla. Una farfalla vera si dibatte sotto una campanella di vetro. La mano (che, ora, ha il volto d’un giovane pallido e fine) alza la campanella. L’insetto, finalmente libero, si libra e guida lo spettatore nella storia del suo alter ego, la Sposa Cadavere.              Così come Beetlejuice , The Corpse Bride (2005; regia di Tim Burton e Mike Johnson) si svolge a cavallo tra il mondo dei vivi e quello dei morti, mostrandone l’ambiguità. A partire dal fatto che il mondo dei “vivi” è intriso di tinte funeree, fra il blu e il grigio, mentre quello dei “morti” è caleidoscopico, multiforme, scoppiettante. A questi spettano la gioia, la saggezza e la passione; a quelli la noia, la decadenza, l’aridità. Fra i “vivi”, ogni cosa si svolge secondo sterili schemi; fra i “morti”, ogni sogno è possibile. Per l’appunto, di sogno si tratta, nel caso di tutti e tre i protagonisti. A Victor e Victoria, destinati a un matrimonio di convenienza, non è co

Il Cimitero di Manerbio: cittadini fino all'ultimo

Con l'autunno, è arrivato anche il momento di ricordare l' "autunno della vita" e chi gli è andato incontro: i nostri cari defunti. Perché non parlare della storia del nostro Cimitero , che presto molti manerbiesi andranno a visitare?  Ovviamente, il luogo di sepoltura non è sempre stato là dove si trova oggi, né ha sempre avuto le stesse caratteristiche. Fino al 1817, il camposanto di Manerbio era adiacente al lato settentrionale della chiesa parrocchiale , fra la casa del curato di S. Vincenzo e la strada provinciale. Era un'usanza di origine medievale, che voleva le tombe affiancate ai luoghi sacri, quando non addirittura all'interno di essi. Magari sotto l'altare, se si trattava di defunti in odore di santità. Era un modo per onorare coloro che ormai "erano con Dio" e degni a loro volta di una forma di venerazione. Per costituire questo camposanto, era stato acquistato un terreno privato ed era stata occupata anche una parte del terraglio