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Ieri e oggi - Ora che la patria è multinazionale

Il Cuore deamicisiano (1886), alla pagina del 14 giugno, riporta questo commovente componimento: Salutala così la patria, nei giorni delle sue feste: - Italia, patria mia, nobile e cara terra, dove mio padre e mia madre nacquero e saranno sepolti, dove io spero di vivere e di morire, dove i miei figli cresceranno e morranno; bella Italia, grande e gloriosa da molti secoli, unita e libera da pochi anni; che spargesti tanta luce d’intelletti divini sul mondo […] io ti venero e t’amo con tutta l’anima mia, e sono altero d’esser nato da te, e di chiamarmi figliuol tuo. […] t’amo e ti venero tutta come quella parte diletta di te, dove per la prima volta vidi il sole e intesi il tuo nome. V’amo tutte di un solo affetto e con pari gratitudine, Torino valorosa, Genova superba, dotta Bologna, Venezia incantevole, Milano possente; v’amo con egual reverenza di figlio, Firenze gentile e Palermo terribile, Napoli immensa e bella, Ro...