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"Il fantasma di Padernello", un romanzo sulla Dama Bianca

  La leggenda della Dama Bianca di Padernello mi ha sempre affascinato, come qualsiasi storia di fantasmi , del resto. Dal punto di vista letterario, è un buono spunto sia per un romanzo gotico che per un romanzo storico.  Le storie sull'apparizione di una "dama bianca" non sono particolarmente originali: esistono già nel folklore germanico e in quello boemo. Perché il castello di Padernello a Borgo San Giacomo (BS) non avrebbe potuto averne una?  In questo caso, la bella morta tragicamente sarebbe Biancamaria Martinengo (Brescia, 1466 - Padernello, 20 luglio 1480), figlia di Gaspare Martinengo e nipote nientemeno che di Bartolomeo Colleoni. Mandata in villeggiatura presso lo zio paterno Bernardino, sarebbe morta cadendo nel fossato del castello. La leggenda vuole che lei appaia nel decennale della propria morte, reggendo un libro d'oro contenente un segreto per chi voglia ascoltarla. La versione più organica della leggenda è stata elaborata da Gian Mario Andrico , n...

I Gorno e San Giacomo: una leggenda manerbiese

Esistono leggende legate a Manerbio ? Sì, almeno una.  Un tempo, nella nostra città vivevano i conti Gorno . Come molti devoti, partirono per un pellegrinaggio a Santiago de Compostela , ove si trova il famoso santuario di San Giacomo Maggiore. Giunti laggiù, presero alloggio in un piccolo albergo.             Purtroppo, la figlia dell’albergatore mise gli occhi sul più giovane della famiglia e volle a tutti i costi farlo suo. Il ragazzo, però, si trovava a Santiago solo per motivi devozionali e non ricambiava quell’interesse. Allora, lei pensò di vendicarsi. Trafugò al padre una bella coppa d’oro e la mise di nascosto nella sacca da viaggio del pellegrino. Poi, andò a denunciare il “furto”. Il giovane conte fu perquisito e arrestato. Imprigionato in una tetra torre, fu poi condannato a morte.             I suoi genitori, disperati, pregarono proprio presso il santua...

Un cubo di Rubik chiamato Sissi

Cara Sissi…  Elisabetta d'Austria incoronata regina d'Ungheria (Georg Raab, 1867) innanzitutto, non ti chiamavi così . E non eri nemmeno principessa: nata duchessina in Baviera, divenisti imperatrice d’Austria per matrimonio. Al limite, il tuo nomignolo era “Lisi”, diminutivo di “Elisabeth”; divenne “Sisi” per il tuo modo peculiare di scrivere la “L” maiuscola iniziale. E “Sisi” sei tuttora, nel nome del museo che ti hanno dedicato a Vienna: il “Sisi Museum” , appunto. Poi… Come sei diventata così famosa? Qualcuno dice che non meriti tanta attenzione, soprattutto rispetto a personaggi femminili di grande spessore che non vengono altrettanto spesso nominati (vedete Cristina Belgioioso Trivulzio, la regina longobarda Ansa , donne di scienza come Sophie Germain e Ada Byron, per menzionarne solo tre). Giusto perché moristi in modo tragico e assurdo, perché fosti la moglie dell’ultimo grande imperatore asburgico e Ernst Marischka girò quei celebri film in costume con Romy Schnei...

"Goblin": l'amore nell'ordine dell'universo

Quando Dante Alighieri compose la Vita nuova , inscrisse il suo amore giovanile per Beatrice nella cornice del cosmo quale era allora rappresentato. Non si trattava di una cotta adolescenziale destinata all’oblio, ma di un’esperienza dall’intensità e dalla purezza tali da iniziarlo all’esperienza dell’estasi e alla meditazione sul destino ultimo degli umani. Dopo secoli, questo tipo di letteratura d’amore è rimasto ineguagliato. Se chiunque, nell’Europa occidentale odierna, proponesse di rappresentare i sentimenti privati come parte di un complesso piano divino , sarebbe giudicato anacronistico o folle. Specialmente se parlasse di adolescenti.  Per vedere di nuovo un amore inscritto in un destino superiore, è stato necessario cambiare sia il tipo di strumento espressivo, sia il continente d’origine. È stata necessaria una serie televisiva prodotta nella Corea del Sud. Ovviamente, stiamo parlando di Goblin , attualmente disponibile sulla piattaforma online  Rakuten Viki. È usci...

Leggende bresciane: il rifugio dei pagani

Non si può dire che i bresciani non abbiano la propria parte di fantasia, per quanto riguarda la produzione di leggende locali . Possiamo vederlo (ad esempio) in una simpatica “guida turistica” a tema: Misteri & leggende della Lombardia di Marco Alex Pepè (Treviso 2019, Editoriale Programma). Nella sezione “Provincia di Brescia”, fra le altre, c’è una storia che riguarda Saviore dell’Adamello , in Valcamonica, e in particolare le frazioni di Ponte e Valle. Nel sottosuolo di queste, pare si snodino cinque cunicoli: antiche miniere di rame, dette “le Tambe dei Pagà” , ovvero “i nascondigli dei pagani”. La parte suggestiva della leggenda vuole infatti che qui si nascondessero tutti coloro che rifiutavano la conversione al Cristianesimo. Uno dei sacerdoti di questa comunità sarebbe anche stato oggetto di uno scherzo discutibile, trasudante umorismo rustico. Pepè lo descrive come il classico vecchio saggio dalla barba bianca. Ogni tanto, costui sarebbe uscito dalle antiche miniere per...

Le Anguane, sirene del lago di Garda

Torna l’estate, con la speranza di poter ricominciare a spostarsi… e di rivedere il nostro lago. Un luogo che è segnato non solo dalle bellezze naturali, ma anche da alcune interessanti leggende. Quelle sulle Anguane , per esempio. Ne parla Simona Cremonini in: Fantastico Garda. Piccolo popolo, creature straordinarie e animali meravigliosi attorno al lago (2017, edito dall’Associazione Culturale PresentARTsì).              Una delle prime menzioni di questi esseri fantastici risale alla seconda metà del XIII secolo ed è contenuta nel De Jerusalem celesti : un poemetto di Giacomino da Verona. Esso è un’immaginosa descrizione della Gerusalemme celeste, palesemente ispirata ai capitoli 21 e 22 dell’Apocalisse. Parlando del canto di lode quivi rivolto a Dio, afferma che esso non trova come paragone “né sirena né aiguana né altra consa ke sia” (v. 168). Dato l’accostamento, si può dedurre che il poeta avesse in mente una creatur...

La Befana vien di notte… ma da dove?

Con questo mese, finiscono le feste invernali. E l’ultima figura fiabesca a portare sogni e dolciumi è stata lei: la Befana … Ma chi è costei?  Dopo la fanciulla Santa Lucia , parliamo della sua anziana collega.              Come recita la voce “Befana”, compilata da Raffaele Corso sull’ “Enciclopedia Italiana” (1930) consultabile sul sito Treccani.it, il termine deriva da una corruzione di “Epifania” . Ciò che conta del personaggio, dunque, è il suo legame col periodo dell’anno. La medesima voce enciclopedica narra infatti dei prodigi attribuiti dalle credenze popolari alle notti del suo passaggio: alberi che si coprono di frutti in pieno inverno; animali che parlano; acque che si tramutano in oro. Una notte perfetta per attendere regali (nel caso dei bambini) e responsi sulle future nozze (per le ragazze). Agli stessi giorni, è riservata la “befanata” toscana, che ha corrispettivi anche in altre regioni: un br...

Santa Lucia: un luminoso appuntamento al buio

Santa Lucia … Basta nominarla, per evocare nei bresciani alcuni dei loro migliori ricordi d’infanzia. La fanciulla luminosa e tintinnante, sul carretto tirato dall’asino, che omaggia i bravi piccini e getta la cenere negli occhi dei discoli… Ma com’è nata questa figura?              S. Lucia di Siracusa (III sec. - 13 dicembre 304) è una giovane martire cristiana. La sua storia viene tratta principalmente da un testo in lingua greca (inizio V sec.) e da uno in latino (fine V sec. - inizio VI sec.). Questi e altri dettagli sono disponibili su www.santiebeati.it . Secondo l’enciclopedia I Santi nella Storia (2006, Edizioni San Paolo, vol. XII),   la martire, figlia di una nobile famiglia siracusana, era già promessa sposa, quando si convertì al Cristianesimo. Optò per la verginità consacrata, cosa che le costò la denuncia come cristiana da parte del fidanzato. Subì diverse torture, prima di...

S. Caterina fra Alessandria e Manerbio

Nella chiesa parrocchiale di S. Lorenzo a Manerbio , uno degli altari laterali ospita una pala raffigurante la Madonna in gloria col Bambino e i santi Caterina d’Alessandria e Vincenzo Ferrer (Camillo Rama, 1576 – 1630). Nella prima metà del XVIII secolo, esso era affidato a due curati, titolari dei rispettivi benefici. Uno di loro, Nicola Cé , ha lasciato un diario (1739 – 1780), conosciuto come Jus Sancte Catharine Cum multis aliis Notitijs. Esso è stato pubblicato nel 2004 per interessamento dell’amministrazione comunale di Manerbio, nel quadro del progetto editoriale “Quaderni Manerbiesi”.              Attualmente, la devozione a S.Caterina d’Alessandria (III – IV sec.) è assai pallida, anche per via dell’incertezza dell’esistenza storica del personaggio. Di lei parlano una Passio greca (VI – VII sec.), il manoscritto Claromontano di Monaco (VIII – IX sec.) e a lei accennano alcuni codici ...

Il maiale, buon spirito della Bassa Bresciana

Dire “Bassa Bresciana” vuol dire anche “maiale” : quello che ci regala il salame festeggiato annualmente dal Bar Borgomella di Manerbio ; quello da cui hanno origine lo spiedo e il “pà e salamìna” che non mancano mai alle sagre estive. Come se non bastasse, lo vediamo di continuo accanto a Sant’Antonio Abate.  Veniva già allevato dai Celti , che si insediarono nel sito dell’attuale Manerbio a partire dal 395 a.C. (Vedi: “La Bassa e la sua memoria. Nove Comuni si raccontano”, a cura di G.M. Andrico ed E. Massetti, Roccafranca 2004, La Compagnia della Stampa Massetti Rodella Editori, pp. 64-65). Le fattorie celtiche coltivavano cereali e allevavano maiali e pecore: così spiega l’archeologo T.G.E. Powell (“I Celti”, 1999, EST, p. 85). L’antropologo Marvin Harris così nota, in un apposito capitolo di “Buono da mangiare” (Torino 2015, Einaudi) : nutrito con frumento, mais, patate, soia e qualunque vegetale a basso contenuto di cellulosa, il maiale diventa prodigiosamente florido. ...

Terra, sale e fuoco

Il 17 gennaio, secondo il calendario cattolico, è il giorno in cui si commemora S. Antonio Abate (Egitto, prima metà del IV sec.). È noto come fondatore del monachesimo, a cui diede inizio ritirandosi a vivere nel deserto, tra preghiera e lavoro. A Manerbio, la parrocchia di S. Lorenzo Martire celebra in questa data la benedizione del sale, del fuoco e delle macchine agricole. Una festività - come si può immaginare - molto sentita, in un’area in cui la terra è una voce importante dell’economia.              Il 17 gennaio 2017, dopo la Messa in cui è stato benedetto il sale, i fedeli si sono raccolti in Piazza Bianchi per la seconda parte della cerimonia. Il parroco don Tino Clementi ha benedetto un braciere acceso, per poi aspergere uno ad uno i trattori presenti in loco. Il suo discorso, come sempre, ha ricordato il ruolo degli strumenti di lavoro nella “collaborazione alla Creazione”, nell’ottenimento del “giusto benessere...

La Via della Seta, fra passato leggendario e attualità internazionale

Un esempio di argille dipinte delle Grotte di Mogao: Grotta 328, epoca della Dinastia Tang (618 - 907). La LUM (Libera Università di Manerbio) ha deciso di dedicare due incontri ai continenti del presente e del futuro, l’America e l’Asia. A quest’ultima è stata riservata la lezione del 23 aprile 2015: La Via della Seta. Dalle rotte carovaniere alle autostrade della globalizzazione. Per l’occasione, il Teatro Civico “Memo Bortolozzi” ha ospitato Luigi Gorini, caposervizio presso il Giornale di Brescia nel campo degli esteri. “Via della Seta” ( Seidenstrasse ) è il nome che Ferdinand von Richthofen diede, alla metà del XIX secolo, all’insieme di strade e rotte marittime, note fin dall’antichità, che collegavano le regioni mediterranee all’Asia. L’ “inaugurazione ufficiale” avvenne nel 138 a.C., quando l’imperatore Wu Di della dinastia Han inviò l’ambasciatore Zhang Qian a cercare un’alleanza con gli Yüeh Chi contro i nomadi Xiongnu.  Lungo segmenti della “Via”, correva non so...