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Il nostro eroe

“«Il nostro eroe» disse «che non potrebbe essere italiano, e suonerebbe del resto falso anche come francese, diciamo che è anglosassone; e chiamiamolo per scherzo (perché non c’entra niente) Tristram. È un tipo che potrebbe assomigliare al critico cinematografico di un grande quotidiano che abbia voluto ringiovanire il suo ‘staff’. Biondo, adolescenziale, stupido, spiritoso. È dotato della solita ‘mezza cultura’. Ma è ‘iniziato’. E questo trasforma la ‘mezza cultura’ in una qualificazione sociale che gli consente insieme di essere integrato e di essere all’avanguardia. Di scrivere sul ‘Guardian’ (?) e di ridere con aria nichilistica e il massimo disprezzo (come certi giovani ribelli che si incontrano nei libri russi da Dostoevskij a Bulgakov) dell’establishment (cosa quanto mai gratificante). Bene, tutto ciò lo dico per il piacere del raccontare, che, come si sa, pecca sempre per eccesso (chi decide di raccontare qualcosa ha subito la possibilità di raccontare l’intero universo). ...