I Ghirardi erano nobili originari
di Bione e Lavenone. Nel Settecento, giunsero a Ghedi,
a Leno e a Manerbio, dove gestivano una società che si occupava di allevamento
di bachi da seta. La società acquistava e vendeva cartoni (disegni preparatori per
le decorazioni dei tessuti) provenienti da Yokohama, in Giappone. Tra i
Ghirardi, ricordiamo Giovanni, che fu sindaco di Manerbio, e Dina, che sposò
nel 1900 Emilio Antonioli (1877-1953). Quest’ultimo fu colui che contribuì a
portare a Manerbio il lanificio gestito da industriali francesi di Roubaix fino
al 1927, quando venne ceduto a Marzotto.
Soprattutto, dobbiamo menzionare l’ing. Giuseppe Ghirardi, nato a Milano il 18 giugno 1876. Prese la laurea in Ingegneria all’università di Gand in Belgio nel 1901. Fu un pioniere in campo automobilistico. Nel 1905, pensò di creare una società per la fabbricazione di automobili proprio a Manerbio. La zona era già nota per la tradizione industriale in campo meccanico, per cui vi si trovavano molti operai abituati alla lavorazione di precisione. Altro importante punto a favore era la facilità di reperire la materia prima. C’erano anche fabbriche disposte a produrre alcune parti di automobile che quella di Ghirardi non era interessata a produrre direttamente. In zona, abbondavano gli automobilisti e non lontano era il Veneto, altro ottimo mercato per questo tipo di prodotto. Già allora Manerbio si trovava all’interno di un’ottima rete stradale, adatta a testare i veicoli realizzati.
L’idea non
fu tuttavia realizzata, per l’indisponibilità di manodopera. La maggior parte
dei lavoratori locali, infatti, non volle abbandonare l’agricoltura. Lo
stabilimento dovette trasferirsi a Bergamo, dove nel 1906 nacque col nome di
“Esperia”. Il tipo di vettura che vi veniva realizzato anticipava i modelli
moderni. I prodotti dell’ “Esperia” furono presentati al Salone dell’Automobile
di Parigi nel dicembre 1906, con grande successo.
Quanto a Giuseppe Ghirardi, morì a
Manerbio il 10 settembre 1962 e fu tumulato nel nostro cimitero.
Per le
fonti (appunti di Mons. Battista Reali e giornali dell’epoca), ringraziamo Alberto Agosti.
Pubblicato
su Paese Mio Manerbio, N. 218 (agosto 2025), p. 9.
Commenti
Posta un commento
Si avvisano i gentili lettori che (come è ovvio) non verranno approvati commenti scurrili, offese dirette, incitazioni all'odio di qualunque tipo, messaggi che violino la privacy o ledano l'onore di terzi. Si prega di considerare questo blog come uno spazio di confronto, così come è stato fatto finora, e non come uno "sfogatoio". Ci scusiamo per eventuali ritardi nella pubblicazione dei commenti: cause (tecnologiche) di forza maggiore. Grazie.