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I Ghirardi a Manerbio: il palazzo e la fabbrica di automobili

Una delle auto realizzate nel primo Novecento dall'Esperia, fabbrica fondata dall'ingegner Ghirardi.
Palazzo Ghirardi è certamente noto ai manerbiesi. Fu costruito nel Cinquecento per volontà dei Luzzago. Il palazzo passò poi agli Averoldi, in seguito al matrimonio di uno di loro con una Luzzago. Nel 1850, divenne di proprietà dei Ghirardi. Proprio loro vollero la costruzione del torrione, nel 1871: esso fu dedicato al Risorgimento. Questo e altri interventi architettonici non tennero però conto dello stile cinquecentesco del palazzo. A ciò si aggiunga che quest’ultimo aveva già subito un restauro nel Seicento. Affinché l’aspetto dell’edificio non fosse troppo disomogeneo, i Ghirardi si affidarono all’architetto Angelo Colla (Cignone, 1827 – Milano,1892). Questi raggruppò in un’elegante facciata i vari fabbricati, rendendo l’insieme assai più armonico. A lui si devono le due entrate lussuose, il balcone, il porticato neoclassico, lo scalone d’onore, la galleria e i pregiati lavori in stucco. Di Palazzo Ghirardi, va menzionata la sala bizantina con iscrizioni latine. Non parliamo poi dei mobili pregiati, dei quadri, delle stampe antiche, delle maioliche cinesi, dei busti e delle statue, alcune delle quali eseguite dal manerbiese Michele Boninsegna. Così pure è ampio e splendido il parco

I Ghirardi erano nobili originari di Bione e Lavenone. Nel Settecento, giunsero a Ghedi, a Leno e a Manerbio, dove gestivano una società che si occupava di allevamento di bachi da seta. La società acquistava e vendeva cartoni (disegni preparatori per le decorazioni dei tessuti) provenienti da Yokohama, in Giappone. Tra i Ghirardi, ricordiamo Giovanni, che fu sindaco di Manerbio, e Dina, che sposò nel 1900 Emilio Antonioli (1877-1953). Quest’ultimo fu colui che contribuì a portare a Manerbio il lanificio gestito da industriali francesi di Roubaix fino al 1927, quando venne ceduto a Marzotto.

Una delle auto fabbricate dall' "Esperia" dell'ingegner Ghirardi, vista di fronte.
            Soprattutto, dobbiamo menzionare l’ing. Giuseppe Ghirardi, nato a Milano il 18 giugno 1876. Prese la laurea in Ingegneria all’università di Gand in Belgio nel 1901. Fu un pioniere in campo automobilistico. Nel 1905, pensò di creare una società per la fabbricazione di automobili proprio a Manerbio. La zona era già nota per la tradizione industriale in campo meccanico, per cui vi si trovavano molti operai abituati alla lavorazione di precisione. Altro importante punto a favore era la facilità di reperire la materia prima. C’erano anche fabbriche disposte a produrre alcune parti di automobile che quella di Ghirardi non era interessata a produrre direttamente. In zona, abbondavano gli automobilisti e non lontano era il Veneto, altro ottimo mercato per questo tipo di prodotto. Già allora Manerbio si trovava all’interno di un’ottima rete stradale, adatta a testare i veicoli realizzati. 

L’idea non fu tuttavia realizzata, per l’indisponibilità di manodopera. La maggior parte dei lavoratori locali, infatti, non volle abbandonare l’agricoltura. Lo stabilimento dovette trasferirsi a Bergamo, dove nel 1906 nacque col nome di “Esperia”. Il tipo di vettura che vi veniva realizzato anticipava i modelli moderni. I prodotti dell’ “Esperia” furono presentati al Salone dell’Automobile di Parigi nel dicembre 1906, con grande successo.

            Quanto a Giuseppe Ghirardi, morì a Manerbio il 10 settembre 1962 e fu tumulato nel nostro cimitero.

Per le fonti (appunti di Mons. Battista Reali e giornali dell’epoca), ringraziamo Alberto Agosti.

 

Pubblicato su Paese Mio Manerbio, N. 218 (agosto 2025), p. 9.

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