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Visualizzazione dei post con l'etichetta autobiografia

Leggendo "Per la società dei sani", di Michela Gallo

  Con questo libercolo la Gallo omaggia chiunque abbia fede nel mutamento esistenziale, e sia quindi in grado di affrontare un nuovo inizio, esattamente come lei, che dispone di una natura offuscata, ritenendo che una composizione letteraria per esempio non dipenda da uno sfogo improvvisato.  Occorreva affezionarsi a una bestia inanimante per intero se il nervosismo faceva proseliti, ma urgeva ancor più uno sforzo coscienzioso per identificarla e avere così ben chiaro il quadro della situazione nel complesso… la ricerca interiore, di un contributo. Il consolidarsi di segni particolari, ruggenti, ammattisce sì, però trattasi di asperità che completano, liquidabili odorando la vita, in allegria… e una volta realizzato ciò hai di che gustare piacevolmente dei sacrifici ch’erano divenuti intrattenibili.  Dapprima Michela agiva in maniera scriteriata stando al sentore paterno, come a sfidare involontariamente un genitore che progettava il meglio per una figlia fregandosene del...

Leggendo “Non sarò un vecchio cattivo”, di Vassily Zaitsev

Comincerei da Nilde, la figlia dell’autore: una creatura che rischia di cadere nel conservatorismo, non potendo attribuirle una svolta, quella vitalità che apparteneva a Zaitsev quand’era piccolo e nella fase dello sviluppo, sospingendolo alla lotta per i diritti,   non temendo alcunché, specie le proprie debolezze, consapevole di discendere sinceramente e gagliardamente da un ideale di giustizia. L’Urss aveva inculcato a Vassily quantomeno un credo ideologico; per affrontare a viso aperto le autorità che gli si ponevano davanti, nient’affatto casuali se l’obiettivo consistesse nel realizzare l’uguaglianza civile, da perfetto umile, cioè senza peccare di superbia, salvaguardando pur sempre la dignità.  Apatia e pessimismo galoppavano ogni qualvolta si metteva a lavorare, seppur lei, Irina, avesse iniziato a prenderlo in considerazione, badando a non cascarci male oltremodo… la scintilla tra i due poteva scoccare perché erano incorruttibili, fedeli al comunismo, tanto...

Carlo Dalla Rovere - Le vite nascoste

"Dunque una famigliola (eh sì, come dimenticare la figlioletta di nemmeno sei anni e la sua sacrosanta voglia di crescere) doveva assolutamente riprendersi da una batosta pesantissima, il male insito alla moglie di Carlo, non avendolo calcolato dapprima, oltre alle beghe lavorative del marito, dati pure dei colleghi ch’eccedevano in autorevolezza (altro che reputarle risorse umane), e che bisognava sovrastare… di colpo, agendo con la consapevolezza di essere indispensabili per il tossicodipendente ch’è privato se non privo di genitori naturali, in un contesto comunque tollerabile se agevolati da curatori della mente che la sappiano lunga, determinanti per il destino dello sprovveduto, altrimenti quest’ultimo si ritrova ad ammettere d’essere stupido dinanzi a della superbia a misura d’uomo, quella che si scaglia motivando lo stato d’inferiorità lungi dall’idea di guarire. Tornando in comunità, Carlo sta ad ascoltare racconti di vita da volti offesi ripetutamente e vi...

Una bambina senza stella: Silvia Vegetti Finzi rincontra Manerbio

Silvia Vegetti Finzi (Brescia, 1938) è psicologa e psicoterapeuta per i problemi dell’infanzia, della famiglia e della scuola. Figlia di padre ebreo e nata nell’anno delle leggi razziali , è nota anche per la situazione di precarietà che l’antisemitismo comportò per la sua vita.             Ciò che non tutti sanno è che frequentò le scuole elementari a Manerbio . Per questo, le è stato dedicato un incontro in cui ha anche ritrovato le sue compagne di classe. Il 5 maggio 2018, il Teatro Civico “M. Bortolozzi” ha ospitato: “ Una bambina senza stella. Manerbio rincontra Silvia Vegetti Finzi”. L’evento era firmato dai loghi del Comune, dell’A.N.P.I., dell’I.S.Lo. (Istituto Studi Locali) di Manerbio, dell’I.I.S. “B. Pascal” e degli Amici della Biblioteca. Nel libro omonimo (Rizzoli, 2015), la storia di una bambina traveste i ricordi dell’autrice. È “senza stella”, perché non le fu mai cucita indosso la famosa stella giudaica. Ma anc...

Elogio della Follia

“Spesso sento delle voci. Mi rendo conto che, ammettendolo, finisco nel novero dei pazzi, ma non me ne importa più di tanto. Se si crede, come ci credo io, che la mente voglia guarire se stessa, e che la psiche cerchi la coerenza e non la disintegrazione, non è difficile concludere che la mente produrrà quello che serve per raggiungere il suo scopo.              Si presume che chi sente le voci compia azioni efferate; le sentono gli assassini e gli psicopatici, e anche i fanatici religiosi e i kamikaze. Ma in passato le voci erano un dono e un privilegio. I visionari e i profeti, lo sciamano e la guaritrice. E, naturalmente, i poeti. Sentire le voci può essere una cosa buona. Impazzire è l’inizio di un processo. Non dovrebbe esserne il risultato finale.             Lo psichiatra Ronnie Laing, il guru che negli anni Sessanta e Settanta fece diventare di moda la fol...

Un luogo dove ritrovarsi

“Ricordo una volta in cui andai in biblioteca a ritirare i gialli per mia madre. Tra i libri che aveva prenotato, ce n’era uno che s’intitolava Assassinio nella cattedrale, di un certo T.S. Eliot. Pensava che si trattasse di una storia macabra i cui protagonisti erano monaci malvagi, e a lei piaceva tutto quello che poteva dare fastidio al papa.              Il libro mi sembrava un po’ troppo breve - di solito i gialli sono abbastanza corposi - così lo sfogliai e vidi che era scritto in versi. Qualcosa non quadrava, in effetti. Non avevo mai sentito parlare di T.S. Eliot. Credevo che fosse parente di George Eliot. La bibliotecaria mi spiegò che l’autore era un poeta americano, vissuto in Inghilterra per gran parte della sua vita. Era morto nel 1964, e aveva vinto il premio Nobel.             Io non leggevo poesia, perché il mio obiettivo era leggere tutta la Narrati...

1, 2, 3… Pronti per il Pianeta Sballo

“Dicono che non esistano due fiocchi di neve uguali. […] Solo perché non è ancora stato dimostrato il contrario. Mi piacerebbe sapere come sia possibile confrontare un fiocco di neve con tutti gli altri fiocchi che scendono dal cielo in ogni parte del mondo. È un’impresa a dir poco mastodontica, se non impossibile.” Ciononostante, “Clarabella” l’ha tentata. Queste righe si trovano sulla prima pagina della sua autobiografia pubblicata in proprio: “1, 2, 3… Pronti per il Pianeta Sballo”.             Questo curioso pianeta non è altro che la nostra vecchia Terra, folle per la quantità di “fiocchi di neve” - esseri umani - che la ricopre. “Pianeta Sballo” fu anche il primo nome del blog dell’autrice, ora "BLOGBANNATO2" , così detto per via delle censure subite.  Dietro lo pseudonimo di “Clarabella”, c’è una signora manerbiese che - più di vent’anni fa - partì con lo zaino in spalla, per la semplice voglia di girare il mondo...