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Visualizzazione dei post da giugno, 2018

La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica

Ciò che amo, nella critica letteraria di Mario Praz (Roma, 1896 – 1982), è il fatto che sia coinvolgente come un romanzo. Quando si focalizza su letteratura gotica, Romanticismo e Decadentismo, poi, m’invita a nozze.  Gustave Moreau, Salomé che porta la testa di San Giovanni Battista su un piatto (1876)             Mi riferisco a La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica (prima edizione Sansoni 1930; quinta edizione BUR Saggi aprile 2015). Una rispettabile orgia.             Entra subito in argomento con la “bellezza medusea” : quella che Shelley trovava nella Medusa esposta nel Corridoio del Cinquecento degli Uffizi e attribuita prima a Leonardo da Vinci, poi a un anonimo fiammingo. ‘Tis the tempestuous loveliness of terror , che anche il Faust goethiano gustava nella Notte di Valpurga, contemplando il fantasma della decapitata Gretchen. Un animo propriamente romantico non concepisce bellezza e piacere, se non legati alla sofferenza, alla melancolia, finan

Ma quanto è bello l'amore romantico...

Ma quant’è bello l’amore romantico , in cui “io sono tua, tu sei mio” (c’è pure una carta del notaio che lo dice) e - se guarderai altri un po’ troppo a lungo - ti leverò la pelle a schiaffi.              Che bello essere una diade - anzi, una monade - assoluta, rinforzata con ogni chiavistello possibile contro il mondo esterno. In cui dovremo restare rinserrati ogni giorno della vita, anche quando non avrà più senso. Anche quando saremo cresciuti come persone, i motivi che ci avevano unito non esisteranno più - e guardarsi negli occhi avrà un solo significato: “Ti ammazzo!”             Non vedo l’ora di non poter più respirare senza metterne al corrente la Dolce Metà - perché “io e te siamo una cosa sola e, se osi fare una mossa in autonomia, mi ferisci… perché metti in discussione tutto quello con cui cerco di riempire le mie fragilità!” Ignorando il fatto che le fragilità si possono rinsaldare solo lavorando su se stessi, o in nessun altro modo.             Che bello dove

Una bambina senza stella: Silvia Vegetti Finzi rincontra Manerbio

Silvia Vegetti Finzi (Brescia, 1938) è psicologa e psicoterapeuta per i problemi dell’infanzia, della famiglia e della scuola. Figlia di padre ebreo e nata nell’anno delle leggi razziali , è nota anche per la situazione di precarietà che l’antisemitismo comportò per la sua vita.             Ciò che non tutti sanno è che frequentò le scuole elementari a Manerbio . Per questo, le è stato dedicato un incontro in cui ha anche ritrovato le sue compagne di classe. Il 5 maggio 2018, il Teatro Civico “M. Bortolozzi” ha ospitato: “ Una bambina senza stella. Manerbio rincontra Silvia Vegetti Finzi”. L’evento era firmato dai loghi del Comune, dell’A.N.P.I., dell’I.S.Lo. (Istituto Studi Locali) di Manerbio, dell’I.I.S. “B. Pascal” e degli Amici della Biblioteca. Nel libro omonimo (Rizzoli, 2015), la storia di una bambina traveste i ricordi dell’autrice. È “senza stella”, perché non le fu mai cucita indosso la famosa stella giudaica. Ma anche perché nacque “senza buona stella”. Eppure, la Vege

Pizza, pasta e altro: la cucina italiana patrimonio dell’umanità

La Libera Università di Manerbio (LUM) ha dedicato una lezione a: “Pizza, spaghetti, pomodoro, cappuccino e tiramisù: la cucina italiana patrimonio dell’umanità”. Il 3 maggio 2018, al Teatro Civico “M. Bortolozzi”, ne ha parlato Gianfranco Bertoli , giornalista e buongustaio.  Pur essendo diffusa a livello mondiale, la cucina italiana continua a parlare italiano. I termini citati nel titolo della conferenza sono infatti intraducibili. Bertoli ha menzionato la presenza di ristoranti italiani stellati in diversi continenti, ma soprattutto del peso economico dell’ esportazione di prodotti alimentari per questo Paese. Ciò vale in buona parte per il vino.              Tra le cucine che possono dirsi patrimonio dell’umanità, Bertoli ne ha citate quattro. Quella centroamericana , ereditata dai Maya e dagli Aztechi, nacque come esperienza quasi religiosa e donò all’umanità “il cibo degli dei”: il cioccolato. Quella giapponese si basa su una ritualità millenaria: il sushi consumato

A Manerbio le missioni segrete del Comandante Alfa

È famoso, ma nessuno conosce il suo volto e il suo nome. Il Comandante Alfa è giunto al suo terzo libro-memoriale, “Missioni segrete” (Longanesi, 2018). Gli altri, com’è noto, sono “Cuore di rondine” (Longanesi, 2015) e “Io vivo nell’ombra” (Longanesi, 2017). L’autore è stato uno dei fondatori del GIS , il Gruppo di Intervento Speciale dei Carabinieri . Esso è stato istituito nel 1978. La sua destinazione sono le operazioni anti-terrorismo e anti-guerriglia. I suoi operatori provengono dal I Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania” .  Il Comandante Alfa del GIS a Manerbio             A Manerbio, il Comandante Alfa è stato ospite per la presentazione di “Missioni segrete” al Teatro Civico “M. Bortolozzi”, il 23 aprile 2018. La locandina della serata era firmata dal Comune di Manerbio, dall’Associazione Nazionale Carabinieri e dalla parrocchia “San Lorenzo Martire”. Con il Comandante Alfa, hanno dialogato il giornalista Diego Trapassi e i fratelli Luca e Cristina Vianell

Comicon: un giullare per raccontare i grandi classici

È probabile che i giullari medievali siano i padri remoti della letteratura in lingua italiana. Questa è la teoria con cui Pier Paolo Pederzini, detto il RimAttore , ha aperto la serata intitolata “Comicon: un giullare racconta i classici”. Essa si è tenuta al Teatro Civico “M. Bortolozzi” di Manerbio il 20 aprile 2018. Era inserita nei “7 Giorni di Poesia” , organizzati dalla Biblioteca Civica. La locandina recava i loghi del Comune, dell’Associazione Amici della Biblioteca di Manerbio e dell’I.I.S. “B. Pascal”.             Il legame fra giullari e letteratura italiana è dato dall’uso del volgare, in luogo del latino. I loro erano spettacoli di piazza, basati quindi sullo stretto contatto col pubblico. “Comicon” sarebbe stata, appunto, l’abbreviazione di “COMicità di CONtatto” - oltre che un’allusione al “Decameron”. Pederzini è noto ai manerbiesi per via degli ultimi due Carnevali , che ha contribuito non poco ad animare. Il 20 aprile, ha spiegato anche le ragioni del suo abit

Coperte d’amore: Nicoletta Manganelli, le sue amiche e il patchwork

Il patchwork (“lavoro a pezze”) è un’antica arte nata per necessità: quella di coprirsi e vestirsi riutilizzando i pochi tessuti a disposizione. Oggi, è una passione, nata dal piacere di giocare con le forme e i colori delle stoffe. È anche un modo per stare insieme. Con questa tecnica, si realizzano spesso trapunte: coperte a tre strati. La “trapuntatura” è, appunto, la cucitura che li unisce. Dal 21 al 23 aprile 2018, i manerbiesi hanno potuto gustare quest’arte nella Biblioteca Civica , che ha ospitato la mostra: “Storie di pezze e di amicizia” . Essa raccoglieva le realizzazioni di Nicoletta Manganelli , maestra di cucito, e delle sue allieve-amiche. L’idea dell’evento è stata offerta al bibliotecario Giambattista Marchioni da Gabriella, una delle espositrici. Giambattista ha aggiunto l’idea di creare una grande parete composta da pezze di stoffa, offerte dai manerbiesi. In questo modo, il patchwork, oltre che una storia d’amicizia, ha concretizzato una comunità.   

Tra qualità e allegria: la Festa del Salame

Non è detto che tutti gli stereotipi siano fastidiosi. Alcuni vengono accuratamente coltivati: per esempio, quello che collega i bresciani all’allevamento suino e al tipico salame che ne deriva. Lo sa bene il Bar Borgomella di Manerbio , che è già arrivato alla IX edizione della sua “Festa del Salame” . Essa è arrivata il 14 aprile 2018, in un bel pomeriggio soleggiato. L’evento è stato patrocinato dal Comune, rappresentato dal sindaco Samuele Alghisi.  Festa del Salame 2018, Bar Borgomella di Manerbio (BS)             La festa fu ideata nel 2010 da Antonella Gennari e Giovanna Rongoni . Inizialmente limitata ai norcini della zona, fu trasformata in concorso per accrescerne l’interesse. Entrò così in scena  l’ ONAS , Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Salumi . Di essa, fanno parte sia amanti del buon cibo che titolari di salumifici. Il suo scopo è tutelare e promuovere la qualità dei prodotti locali. Obiettivo che Michele Bertuzzi ha dichiarato raggiunto, nel caso del

“In nome della madre” con GardArt ed Erri De Luca

“In nome della madre” (Milano 2006, Feltrinelli) è un breve e famoso romanzo di Erri De Luca . Esso racconta l’Annunciazione e la Natività dal punto di vista di Maria (anzi, Miriàm).             L’associazione culturale GardArt di Desenzano del Garda ne ha tratto uno spettacolo teatrale. Protagonisti: Laura Gambarin, nei panni di Miriàm/Maria e Gianluigi La Torre, in quelli di Iosef/Giuseppe. A Manerbio, il loro spettacolo è arrivato il 13 aprile 2018, per interessamento di Egidio Zoni, con l’importante collaborazione del parroco don Tino Clementi e delle Suore della Beata Vergine Maria. Il “teatro” era la Chiesa della Fraternità Paolo VI: per nulla inadeguata, data la tematica della rappresentazione. La qualità della recitazione è stata ottima. La Torre ha eseguito anche le musiche; degli altri aspetti tecnici, si è occupato Simone Meneghelli.  Gianluigi La Torre (Iosef) e Laura Gambarin (Miriàm), GardArt             Il racconto inizia con la miracolosa gravidanza di Miri