Una prosa liscia, che conferisce l’apparenza della quotidianità. Il lettore entra, quasi di nascosto, in un appartamento in ristrutturazione, durante una notte che è come tante altre –se non per il fatto d’essere insonne. L’afa, le ombre, il senso di non-finito restituiscono un fantasma. Questo “sogno d’una notte di mezza estate” è l’eredità con cui il protagonista fa i conti. Gabriele Dadati si nasconde il volto, sul risvolto di copertina. Quasi un’ironica allusione all’autobiografismo del racconto, appena velato. Anche il protagonista, come l’autore Dadati, è uno scrittore giovane , appena uscito dal nido ed intento ad organizzare la propria vita adulta. Il “suo” fantasma apre la narrazione, sdipanando un’esistenza che prende concretezza a partire da esso. “È dall’urlo dei morti che uno scrittore dovrebbe soprattutto guardar...
Mi piace pensare a un blog come a una porta aperta su dimensioni diverse, dal fantastico al reale... come a qualcosa che ci porta una boccata d'ossigeno. Qui troverete libri, film, pensieri, ironia, arte, cronaca e storia locale. Una scatola a sorpresa, ma sempre con un occhio per cultura e creatività.