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Visualizzazione dei post da aprile, 2012

Se la democrazia si misura in euro

Gentili Alfano, Bersani e Casini, l'attuale cronaca politica non lascia dubbi sul cattivo uso dei cosiddetti "rimborsi elettorali". Tutto ciò in un periodo in cui sono imposti tagli sempre crescenti alla spesa pubblica, in settori senz'altro più vitali per i cittadini. Ciò che Avaaz e l'Italia si augurano è che venga effettuato un atto di buonsenso: la rinuncia ai milioni di euro che costituirebbero il rimborso per la campagna elettorale del 2008. Del resto, non si tratterebbe che di mantenere promesse già formulate. Capirete bene che, nella presente situazione del Paese, a stringere la cinghia non dovrebbero essere solo i cittadini senza un soldo. Se la richiesta dovesse parere eccessiva agli esponenti della politica italiana, bisognerebbe mettersi nei panni di chi sente annunciare, ogni giorno, che mancano soldi per la ricerca scientifica di base, l'istruzione pubblica, le pensioni, ecc., per poi scoprire che ve ne sono in abbondanza da riversare in tasch

Sesta puntata. L'antropologia della porta in Properzio (Elegiae, 1, 6)

" [...] L’incantevole elegia che qui si presenta è composta di due discorsi, incastrati l’uno nell’altro, secondo una tecnica cara ai poeti alessandrini: il primo è il lamento, per l’appunto, di una porta, che invece dei trionfatori che abitarono un tempo quella casa, ospita ora una donna "di facili costumi". Davanti alla porta ora avvengono risse di ubriachi e si lamentano gli amanti esclusi; di uno di questi la porta riferisce il triste quanto accorato lamento. Dopo aver esaminato il serrato dialogo tra una porta e un viandante nel carme 67 di Catullo, un ennesimo motivo di παρακλαυσίθυρον, sebbene riferito dalla porta stessa, non dovrebbe costituire, ormai, una novità nel panorama antropologico della porta nella letteratura latina. Di questo parere è, peraltro, Nicola Terzaghi. Egli, in un saggio in relazione anche a questa elegia, assegna alla porta attributi come materiale, insensibile, ingrata e, pur lodando il lirismo properziano, considera il motivo descritto d

Dio salvi Salgari

Lo confesso. Anch’io sono entrata in libreria e l’ho comprato: un tomo intero di romanzi di Emilio Salgari. Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa. Mi sono lasciata arruffianare da quella girandola di armi ed amori, di donzelle in pericolo e pirati gentiluomini, recitanti in scenari più finti delle torrette di Pisa segnatempo. Ho seguito Sandokan nelle sue spericolate avventure, puntualmente interrotte da digressioni, opportune come lo squillo del telefono durante il bagno. “Non sapete quanto siano buoni i semi del durion …” Tu ti senti, d’un tratto, un comune mortale , perché lo conosci solo come impiegato nelle torture dal Rapitore Seriale di Facebook. E la Perla di Labuan, tutta bionda dal dolore (O. Wilde in saecula saeculorum ), coi sospiri potrebbe spingere la nave del suo pirata fino alle isole Azzorre. Quanto a Sandokan, ogni volta che apre bocca, intona un’aria pucciniana o simili. Sia che rimpianga la sua donna, sia che apostrofi il supercattivo, tu t’aspetti che un

Tonino Guerra

"Il 21 marzo è il primo giorno di primavera. A qualcuno è saltato in mente di dedicare questa giornata alla poesia. Ma la poesia non può restare imprigionata in un giorno, è nella vita, in tutta la straordinaria banalità di eventi che si succedono. Il 21 marzo, quasi per fare un dispetto, o un'uscita di scena spettacolare, ha scelto di andarsene Tonino Guerra (1920-2012), una delle voci della poesia dialettale più significative e vibranti, oltre a essere sceneggiatore, pittore, scultore e sorgente inesauribile di iniziative culturali. Il dialetto, lingua di un mondo che va scomparendo, sembrerebbe un artificio letterario, usato in poesia, sembrerebbe una posa. Ma è molto di più. Il dialetto di Guerra, di Santarcangelo di Romagna, brilla per intensità e forza comunicativa, affascinando per il suono che cattura e incuriosisce. Guerra inizia a comporre durante la prigionia nel campo di concentramento tedesco di Troisdorf e sceglie di farlo in dialetto per mantenere viva dentr

Frequenze clandestine

"Dario Bertini non dorme mai. Lo vedresti arrivare col passo affrettato di chi ha qualcosa da dire, con i capelli sempre spettinati, oppure in qualche bar a leggere versi. [...] In un momento storico in cui i miti vanno spesi bene Bertini ha fatto i propri conti con generazioni di scrittori che hanno visto lontano e ha brevettato un modello di poesia che distrugge e ricostruisce rendite capaci di riprodurre e generare nuova linfa vitale. ( dalla postfazione di Andrea de Alberti)..."  (continua ) Da Sigismundus

Dramminimi

Forse, li avete amati, su qualche libro d’enigmistica. Forse, non li avete mai sentiti nominare. I dramminimi sono una particolare variante degli indovinelli. Si presentano come brani noir , dai titoli cruenti. Però, diverse spie nel lessico fanno intuire che il “delitto” è solo una veste verbale che adombra realtà innocue. Un esempio: L’assassina Era una donna di mondo. Si era data da fare, per amor di denaro, in mezzo a trame di ogni genere; ne aveva viste di tutti i colori . Ma veniamo al fatto. Essa entrò nella camera, impugnando nella destra un lucente ferro e trascinando con la sinistra la vittima designata. Questa, ridotta a un cencio , non opponeva la minima resistenza. Bianca e slavata , era ancor molle di lacrime… La donna si avvicinò ad un piccolo soppalco di legno e vi gettò sopra la vittima. Questa non fece moto alcuno. Piegato il capo, si accasciò supina. Allora la donna, deposto momentaneamente il ferro, afferrò la vittima per i po

Quinta puntata. L'antropologia della porta in Catullo (carmen 67)

[...] Il carme 67, incluso nei Carmina docta del Liber catulliano, si discosta da essi se non da un punto di vista meramente formale, sicuramente da un punto di vista contenutistico. A differenza di carmina quali gli epitalami (61, 62), dei celebri epilli (63, 64) o della nota traduzione callimachea de la Chioma di Berenice (66), si narrano qui le vicende non proprio "edificanti" di cui è protagonista la famiglia che abita quella casa. L’unicità di questa composizione, tuttavia, non risiede tanto nel contenuto, quanto nel chi è chiamato a narrare questi eventi. La risposta è presto data: la porta della casa stessa. Chi, più di una porta, potrà sapere quante meschine storie si consumano segretamente in una casa? Catullo, come osserva Vincenzo Guarracino, costruisce una sorta di lungo epigramma che affida la sua efficacia a un vivace schema dialogico, collaudato già da una lunga tradizione letteraria e poi imitato da Orazio e Properzio. Il sorriso ironico e divertito del poe

Assaggi barocchi

Francisco de Quevedo Dai "Poemas metafìsicos": 12 composizioni che esprimono gli stati d'animo più segreti del poeta. La vita è intuita come morte essa stessa, progressivo morire, ogni ora e ogni momento. Vivir es caminar breve jornada, y muerte viva es, Lico, nuestra vida, ayer al fràgil cuerpo amanecida, cada instante en el cuerpo sepultada. Trad. di M.Pinna: "Vivere è come fare un corto viaggio/ e morte viva, Lico, è questa vita,/ ieri ebbe la sua alba in corpo fragile,/ ogni istante nel corpo seppellita". Dai "Poemas religiosos": binomio morte-vita nella Passione di Cristo. Dice que tiene sed siendo bebida, con voz de amor y de misterio llena; ayer bebida de ofrecìo en la Cena, hoy tiene sed de muerte quien es vida. Trad.: "Con voce piena di amore e di mistero/ dice che ha sete, Lui bevanda, / ieri offerta nella Cena; /oggi ha sete di morte Colui che è vita".

Letteratura spagnola del XVII secolo

Il Seicento è, anche per la Spagna, il secolo del Barocco. Tipici della letteratura dell'epoca sono il "culteranesimo" (predilezione per termini preziosi e difficili) e il "concettismo" (ricerca di figure retoriche che accostino elementi assai diversi fra loro, suscitando stupore e meraviglia nel lettore). Per liberare il Barocco dall'accusa di artificiosità, si è cercato di distinguere una corrente "culterana", letterariamente corrotta e di contenuti anche immorali, da una corrente "concettista", nutrita dalla grande tradizione intellettuale e morale spagnola. E' vero che il Barocco spagnolo vede, al proprio interno, vivaci polemiche fra autori (come Luis de Gòngora e Francisco de Quevedo) e gruppi. Ma l'esistenza di queste due contrapposte correnti non ha fondamento reale. Quanto al concettismo, è interessante notare come esso sia stato alimentato dalla significativa definizione che di "concetto" ha dato Francesco

Lettera a Dante sugli Ignavi

Nel mezzo del cammino di tua vita, perché, o Alighier, ti sei fermato a dir degli Ignavi la sorte trita? “Non ragioniam di lor” avea avvisato il duca tuo; guardando e passando, a dir quel silenzio ti sei impegnato. Cosicché, per non passar da nefando, ogni Italiano si sceglie un’insegna e la rincorre, a richiesta del bando. Chi sia più bravo a portare la legna al fuoco, guelfo o ghibellin (non conta), toccherà a te indicar dalla rassegna; a noi, quaggiù, resta la noia o l’onta di viver nei gironi d’uno stadio, per non incorrer nella pena pronta contro chi usa il cervello più del gladio. 

Per amore dei libri

Dalla Lettera a Romain Rolland (gennaio 1921): “…È molto bello ‘non aver bisogno di sperare per intraprendere, né di riuscire per perseverare’, ma io ho fatto tutto quel che ho potuto, durante venticinque anni di fede sincera nell’arte, nell’amicizia, in un futuro migliore. Mi son privato di pane non già per comprare un libro, ma per poterlo leggere e sognare per il suo fascino. Bambino e domestico, mi son fatto battere tutti i giorni per il crimine d’aver letto sottraendo tempo al mio sonno, dopo diciotto ore di fatica. Operaio, mi son fatto mettere alla porta per non essermi potuto separare un mattino da una lettura più bella della mia vita, più necessaria del mio pane, oppure per aver espresso la mia ribellione all’ordine stabilito. […] La primavera del 1907 arrivai ad Alessandria d’Egitto, giungendo da Napoli. Ero povero e mal vestito, ma felice come un fringuello. La sera, nell’osteria di un connazionale, soffoco la mia fame con un pezzo di pane, un the ed un po’ di form