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Quinta puntata. L'antropologia della porta in Catullo (carmen 67)

[...] Il carme 67, incluso nei Carmina docta del Liber catulliano, si discosta da essi se non da un punto di vista meramente formale, sicuramente da un punto di vista contenutistico. A differenza di carmina quali gli epitalami (61, 62), dei celebri epilli (63, 64) o della nota traduzione callimachea de la Chioma di Berenice (66), si narrano qui le vicende non proprio "edificanti" di cui è protagonista la famiglia che abita quella casa. L’unicità di questa composizione, tuttavia, non risiede tanto nel contenuto, quanto nel chi è chiamato a narrare questi eventi. La risposta è presto data: la porta della casa stessa. Chi, più di una porta, potrà sapere quante meschine storie si consumano segretamente in una casa? Catullo, come osserva Vincenzo Guarracino, costruisce una sorta di lungo epigramma che affida la sua efficacia a un vivace schema dialogico, collaudato già da una lunga tradizione letteraria e poi imitato da Orazio e Properzio. Il sorriso ironico e divertito del poeta fa da sfondo a gretti pettegolezzi di una città di provincia (forse Verona)... (continua)

Lorenzo Dell'Oso, Filologia del mondo nuovo su Edoardo Varini Publishing

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