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Radiosöbra International: la nuova commedia di Chèi dè Manèrbe

Ricordate le commedie dialettali di Memo Bortolozzi (1936-2010)? Una s'intitolava Mento e Maria... 'dó sa pöl sa rìa . Era la storia di una famiglia di agricoltori della campagna manerbiese alle prese con la voglia di maggior benessere. Mento, il padre, era vedovo e con due figlie, la pia Franca e l'esuberante Letizia. Con loro, vivevano altre due persone: Domenico, il fratello scapolo e donnaiolo di Mento, e Angelina, l'attempata cognata in vena di elargire saggezza. Maria era la moglie di Beppe, il vicino di casa. A portare scompiglio in questo quadretto era stato il desiderio delle due figlie di ammodernare la casa. Correva l'anno 2000, bisognava pur entrare nel nuovo millennio... Per affrontare le spese della ristrutturazione, le ragazze avevano acquistato un biglietto della lotteria, nella speranza di vincere il primo premio.  Proprio da qui riparte Radiosöbra International , scritta da Angela Maria Bortolozzi (sorella di Memo) e da Nicola Bonini. La commedi...

In arrivo a Manerbio "Coppia aperta, quasi spalancata"

Come annunciato anche dallo scorso numero di “Paese Mio Manerbio”, è in arrivo al Teatro Civico “M. Bortolozzi” la rassegna 2019-2020: “Altro… che Piccolo Teatro!”  Il titolo è ovviamente un gioco di parole sulla denominazione abituale dell’edificio. Quel palcoscenico dalle dimensioni così contenute ospiterà la grandezza di testi tratti dal meglio della commedia contemporanea. L’organizzazione è stata curata dalla direzione artistica della compagnia manerbiese “Le Muse dell’Onirico”.     La prima rappresentazione si terrà sabato 14 dicembre 2019, con Coppia aperta, quasi spalancata di Dario Fo e Franca Rame. Sarà inscenata da “I Mattattori”, con la regia di Max Zatta. Luisa Zappa e Luigi Colombo, con la partecipazione di Daniele Civelli, daranno vita a una coppia di coniugi italiani negli anni Settanta. Le conseguenze del Sessantotto e le riforme del decennio ad esso successivo hanno influenzato profondamente anche il loro modo di...

Essere o apparire? Il dilemma arriva a Manerbio

La cameriera Marietta (Sara Tomasoni) "accudisce" la vecchia zia (Elisabetta Provezza). Sullo sfondo, Lello (Giancarlo Maggini) e suo padre Carlo (Ennio Donini). La vita è teatro e il teatro la finzione più vera. Questo potrebbe essere il motto della compagnia manerbiese “Le Muse dell’Onirico” . Essa ha già partecipato a feste cittadine, fornendo figuranti per la Shopping Night 2016 (a tema “Canto di Natale di Ch. Dickens”), per il Carnevale 2017 , interpretando i conti Luzzago, e per la "Stagione delle Fiabe" 2017 . Tra la provincia di Brescia e quella di Cremona, ha più volte replicato la commedia Essere o apparire: questo è il dilemma . Il 20 gennaio, anche i manerbiesi potranno assistervi, al Teatro Civico “M. Bortolozzi”. L’allenamento degli attori, la drammaturgia e la regia sono a cura di Davide Pini Carenzi, regista e attore professionista. Scene e costumi sono a carico della compagnia stessa, mentre di luci e suono si occupa Augusta Capra.     ...

Con lo stomaco e il cuore: Vincenzo Kira

Vincenzo Kira è un rapper emergente e tutto pepe … anzi, tutto peperoncino salentino. Per l’uscita del suo singolo Brazzers , abbiamo voluto scambiare quattro chiacchiere con lui.  Vincenzo Kira 1)       Brazzers  non è sicuramente il tuo primo brano. Hai già alle spalle diversi pezzi, tutti incentrati su forme di follia quotidiana e male di vivere. Possiamo definire il tuo "un rap nichilista"? Il mio rap trae ispirazione da svariati fattori: le mie esperienze di vita, ciò che ho intorno e percepisco, la stessa musica (non solo hip hop), diverse forme d'arte e di lettura come film, cartoni, fumetti, libri... Di conseguenza, ai libri si aggiungono le varie correnti filosofiche e letterarie, tra le quali il nichilismo. Ma posso assicurarti che quest'ultimo è solo uno dei tasselli che compongono il puzzle, un puzzle (appunto) fatto di follia. 2)       Il rap nasce negli Stati Uniti come "musica di strada": voce de...

"Essere o apparire..." Il ritorno del dilemma

Le Muse dell’Onirico , compagnia teatrale manerbiese, sta portando sulle scene della Bassa bresciana e cremonese la sua recente commedia: “Essere o apparire: questo è il dilemma” . Essa è stata tratta da “Fumo negli occhi”, di Faele e Romano (2002) ; l’adattamento del testo si deve al regista Davide Pini Carenzi e alla direttrice artistica, Daniela Capra . Quest’ultima, in particolare, si è occupata di inserire brani dialettali, per riprodurre il “bilinguismo” delle baruffe domestiche. Pini Carenzi si era anche occupato dell’allenamento degli attori; luci e suoni erano a cura di Augusta Capra (meglio conosciuta come “Janita”, per via della sua orchestrina di musica da ballo).             Carlo Brandolini (Ennio Donini) con la signora De Marchi (Valeria Tirelli). Le Muse dell’Onirico si erano presentate ai manerbiesi durante la Shopping Night del dicembre 2016, interpretando personaggi ottocenteschi in stile Charles Dickens, ...

Essere o apparire, questo è il dilemma

La vita è teatro e il teatro la finzione più vera. Questo potrebbe essere il motto della compagnia manerbiese “Le Muse dell’Onirico” . Essa ha già partecipato a feste cittadine, fornendo figuranti per la Shopping Night 2016 (a tema “Canto di Natale di Ch. Dickens) e per il Carnevale 2017, interpretando i conti Luzzago . Il 22 aprile 2017, hanno esordito al Teatro Sociale di Quinzano d’Oglio con la loro prima commedia, “Essere o apparire: questo è il dilemma” . Ha già avuto luogo una replica al Teatro Gonzaga di Ostiano, in provincia di Cremona (6 maggio 2017). L’allenamento degli attori, la drammaturgia e la regia erano a cura di Davide Pini Carenzi , regista e attore professionista. Scene e costumi sono stati a carico della compagnia stessa, mentre di luci e suono si è occupata Augusta Capra.              “Essere o apparire: questo è il dilemma” è tratta da “Fumo negli occhi” (2002) di Faele e Romano. Il riadattamento ...

“Il Misantropo” di Molière al Politeama

La XXI stagione teatrale del Politeama di Manerbio ha incluso “Il Misantropo” di Molière, commedia di carattere andata in scena per la prima volta a Parigi al Théatre du Palais-Royal, il 4 giugno 1666. La rappresentazione era a cura di Elsinor Centro di Produzione Teatrale; la traduzione del testo dal francese era firmata da Cesare Garboli, mentre regia e adattamento erano di Monica Conti. Quest’ultima era aiutata da Carlotta Viscovo e Jacopo Angelini. Roberta Vacchetta si era occupata dei costumi, Cesare Agoni delle luci, Giancarlo Facchinetti delle musiche e Andrea Anselmini della scenografia. Lo spettacolo è andato in scena il 1 dicembre 2016.              Molière è lo pseudonimo di Jean-Baptiste Poquelin (Parigi 1622 - ivi 1673). Compose diverse satire di costume e commedie di carattere. Divenne il commediografo favorito di Luigi XIV. “Il Misantropo” appartiene al suo periodo maturo. Molière si trovava in un ambi...

La libertà e il senno

Questa sarà - io spero - la prima e l’ultima volta che questo blog farà pubblicità a quel Vernacoliere d’Oltralpe assurto agli onori della cronaca e del martirio non certo per i propri meriti intellettuali. La vignetta qui rappresentata - e già replicata ad nauseam - presenta le disgrazie del terremoto in Centro Italia come specialità del Bel Paese, con un accostamento che provocherebbe la suddetta nauseam anche senza ripetizione. A questo punto, spezzo una lancia a favore del contenuto in sé: che simili tragedie siano tipicamente italiane è vero, non c’è niente da fare. Non tanto perché la nostra penisola è piena di zone sismiche (caratteristica non solo sua, nel mondo), quanto perché l’edilizia nostrana è sistematicamente impreparata. Ogni terremoto scoperchia questioni etiche: è stata usata o no tutta la tecnologia disponibile? Ci sono stati indebiti risparmi sul materiale, nell’erigere o risistemare gli edifici? C’era corruzione negli appalti? Domande brucianti, sulle quali i fran...

The Floating Piers

"Mandragola", tragicommedia di un Paese di furbi

“Commedia satirica di quotidiana e stringente attualità fondata nel 1518”. Così l’efficacissima locandina definiva “La Mandragola” di Niccolò Machiavelli (1469-1527). Per sottolineare il concetto, il manifesto era stato composto in forma di foglio di giornale. In questo modo, è stata annunciata la rappresentazione del 10 marzo 2016, al Politeama di Manerbio. Lo spettacolo era a cura del Progetto URT - Compagnia Jurij Ferrini. Quest’ultimo è regista, attore e non solo. “Potremmo definirlo un meditativo travestito da impulsivo. Ciò che propone da attore e da regista sembra creato all’impronta e invece nasce dal rovello di voler mostrare quel che accade qui, per noi, senza badare all’età del testo” lo presentava la locandina. Con lui, sulla scena, recitavano Gianluca Guastella, Matteo Alì, Michele Schiano di Cola, Alessandra Frabetti, Angelo Maria Tronca e Rebecca Rossetti.             “La Mandragola” è un piccolo capolavoro, in c...

Al mé Partìt

“ ‘ Na ólta ‘l mé Partìt, sö ‘l Gagliardèt, al ghìa martèl, fiochèl e ón libritì. Martèl de i operài, dè tègner strèt, Fiochèl pèr anfröscà, dèi contadì. Al lìber… pèr chi ghìa stüdiàt ón pó e ‘l n’ja pó òja dè ‘nzönöciàs zó. I prìm dù arnés, ón dé j’à tiràcc vià e i gà zontàt ón bèl garòfol ròza: argü i ghéra tacàt a rabegnà… ma töcc i có j’è facc a la só fòza. Pèr i operài e pèr i contadì sa s’ìa salvàt apène ón fiurilì! Pàsa amó ‘l tép e, ‘ndè l’Otantasèt, sóta ‘na barachìna dèi Giupì, i fa ‘n ótra bögàda al Gagliardèt: i zlónga ‘l fiùr… e i scàsa ‘l Libritì. Dóca: Vìa i contadì, vìa j’operài, vìa i Lìber… chèi bù a lèzer, che farài? Al «QUARTO STATO»… an jeans i l’à mitìt, i fa i «Congrès», i cüra al «LOOK», la diéta, le s.cète cói garòfoi söl vistìt e ‘l rèst… l’è töt «TERZIARIO ANALFABETA»! Al mé Partìt l’è bèl ma l’è ‘n pó scàrs: ‘na ólta l’ìa «Marsìsta», adès… él màrs?” MEMO BORTOLOZZI (1990) Da: MemoRandum....

Il gioco dei colori

Cari amici, oggi proporremo un gioco tanto piacevole quanto istruttivo: Cambia colore al discorso. Trasformare un delirio qualunquistico-contubernale in un eloquio di registro medio-alto vi sembra impossibile? Seguite queste istruzioni e sarete sorpresi! Prendiamo, dunque, un classico facilmente reperibile in qualunque bar: La prostituzione è un lavoro come un altro. Non è vero che quelle ragazze sono tutte poverette. È pure piuttosto razzista dire che una è per forza disperata e morta di fame solo perché è straniera. Se le donne possono fare quel che vogliono del proprio corpo, possono anche venderlo. Che, poi, mica vendono il proprio corpo: vendono una prestazione.             È possibilissimo rispettare una prostituta e farci amicizia. Ci sono le escort, che guadagnano un sacco ed “esercitano” con tutti gli onori. Ci sono Paesi dove il loro mestiere è legale ed è praticato in strutture apposite. Quando si deciderà...