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Visualizzazione dei post con l'etichetta consumismo

Essere o apparire? Il dilemma arriva a Manerbio

La cameriera Marietta (Sara Tomasoni) "accudisce" la vecchia zia (Elisabetta Provezza). Sullo sfondo, Lello (Giancarlo Maggini) e suo padre Carlo (Ennio Donini). La vita è teatro e il teatro la finzione più vera. Questo potrebbe essere il motto della compagnia manerbiese “Le Muse dell’Onirico” . Essa ha già partecipato a feste cittadine, fornendo figuranti per la Shopping Night 2016 (a tema “Canto di Natale di Ch. Dickens”), per il Carnevale 2017 , interpretando i conti Luzzago, e per la "Stagione delle Fiabe" 2017 . Tra la provincia di Brescia e quella di Cremona, ha più volte replicato la commedia Essere o apparire: questo è il dilemma . Il 20 gennaio, anche i manerbiesi potranno assistervi, al Teatro Civico “M. Bortolozzi”. L’allenamento degli attori, la drammaturgia e la regia sono a cura di Davide Pini Carenzi, regista e attore professionista. Scene e costumi sono a carico della compagnia stessa, mentre di luci e suono si occupa Augusta Capra.     ...

Nevrosi

“La fine del fascismo segna la fine di un’epoca e di un universo. È finito il mondo contadino e popolare. Era dalle parti più miserabili di questo che il fascismo raccoglieva le sue bande di sicari innocenti e virili. Sono anche finiti i ceti medi la cui cultura borghese era ancora fondata su una cultura popolare (simile a quella dei sicari): contadina, pastorale, marinara, povera. Differenziata (da regione a regione, da città a città, da centro a periferia). Eccentrica, particolaristica. Quindi reale . Il nuovo potere […] si era appoggiato nel dopoguerra a queste forme culturali reali , ma elettoralmente sanfediste. Aveva fatto cioè la stessa cosa che aveva fatto il fascismo. Ma poi lentamente, a propria insaputa, tale potere aveva cambiato radicalmente natura. La Chiesa, che aveva riassunto in sé tutti i caratteri comuni di quelle varie culture popolari particolaristiche e reali (elettoralmente reazionarie), era servita dunque al potere in modo definitivo. Di colpo, ora la Chiesa ...

L'esteta

“Il mio estetismo è inscindibile dalla mia cultura. Perché mancare la mia cultura di un suo elemento anche se spurio, magari, e superfluo? Esso completa un tutto: e non ho scrupoli a dirlo perché proprio in questi ultimi anni mi son convinto che la povertà e l’arretratezza non sono affatto il male peggiore. Su questo ci eravamo tutti sbagliati. Le cose moderne introdotte dal capitalismo nello Yemen, oltre ad aver reso gli yemeniti fisicamente dei pagliacci, li hanno resi anche molto più infelici. L’Imam (il re cacciato) era orrendo, ma il consumismo micragnoso che l’ha sostituito non lo è di meno.              Ciò mi dà il diritto a non vergognarmi del mio «sentimento del bello». Un uomo di cultura, caro il mio Gennariello, non può essere che estremamente anticipato o estremamente ritardato (o magari tutte e due le cose insieme, com’è il mio caso). Quindi è lui che va ascoltato: perché nella sua attualità, nel suo farsi i...

Il genocidio

“Vorrete scusare qualche mia imprecisione o incertezza terminologica. La materia - si è premesso - non è letteraria, e disgrazia o fortuna vuole che io sia un letterato, e che perciò non possegga soprattutto linguisticamente i termini per trattarla. E ancora una premessa: ciò che dirò non è frutto di un’esperienza politica nel senso specifico, e per così dire professionale della parola, ma di un’esperienza che direi quasi esistenziale.              Dirò subito, e l’avrete già intuito, che la mia tesi è molto più pessimistica, più acremente e dolorosamente critica di quella di Napolitano. Essa ha come tema conduttore il genocidio: ritengo cioè che la distruzione e sostituzione di valori nella società italiana di oggi porti, anche senza carneficine e fucilazioni di massa, alla soppressione di larghe zone della società stessa. Non è del resto un’affermazione totalmente eretica o eterodossa. C’è già nel Manifesto di Marx un...

Cuore

“Il nuovo potere consumistico e permissivo si è valso proprio delle nostre conquiste mentali di laici, di illuministi, di razionalisti, per costruire la propria impalcatura di falso laicismo, di falso illuminismo, di falsa razionalità. Si è valso delle nostre sconsacrazioni per liberarsi di un passato che, con tutte le sue atroci e idiote consacrazioni, non gli serviva più.             In compenso però tale nuovo potere ha portato al limite massimo la sua unica possibile sacralità: la sacralità del consumo come rito, e, naturalmente, della merce come feticcio. Nulla più osta a tutto questo. Il nuovo potere non ha più nessun interesse, o necessità, a mascherare con Religioni, Ideali e cose del genere, ciò che Marx aveva smascherato.             Come polli d’allevamento, gli italiani hanno subito assorbito la nuova ideologia irreligiosa e antisentimentale del potere: tale è l...

Assolo notturno

Mi lascio alle spalle il cancello umido d’inverno. Nel vicolo cieco, penetra la luce di lampioni lontani. Una figura, in fondo alla viuzza, si stringe al cellulare. Scivolo accanto ai resti cariati di un rustico, alle finestrelle di quella che deve essere stata una stalla. Sorpasso la figura –una donna bassa, infelicemente inguainata in un tubino e nei collant.             Il chiarore dei lampioni, ora, mi raggiunge, senza illuminarmi. La sera fradicia e precoce di dicembre mi avvolge come un abito. Finalmente, sento di essere quello che sono: uno spettro pulsante in uno habitat d’ombre.             Proseguo lungo la via principale –una scorciatoia invitante si apre al mio fianco, ma la ignoro. Mi guardano case sempiterne, dai portoni di legno o dagli usci scheggiati, con finestre alte e mute ormai care ai piccioni Ma, ora, di piccioni non se ne vedono.   ...

Uomini di lusso

Prefazione a Eva (1873): “Eccovi una narrazione –sogno o storia poco importa- ma vera, com’è stata o come potrebbe essere, senza rettorica e senza ipocrisie. Voi ci troverete qualche cosa che vi appartiene, ch’è il frutto delle vostre passioni, e se sentite di dover chiudere il libro allorché si avvicina vostra figlia –voi che non osate scoprirvi il seno dinanzi a lei se non alla presenza di duemila spettatori e alla luce del gas, o voi che, pur lacerando i guanti nell’applaudire le ballerine, avete il buon senso di supporre che ella non scorga scintillare l’ardore dei vostri desideri nelle lenti del vostro occhialetto- tanto meglio per voi, che rispettate ancora qualche cosa.             Però non maledite l’arte ch’è la manifestazione dei vostri gusti. I greci innamorati ci lasciarono la statua di Venere, noi lasceremo il cancan litografato sugli scatolini da fiammiferi.  Non discutiamo nemmeno sulle proporzioni; l’a...