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Visualizzazione dei post con l'etichetta coerenza

Il gioco della civiltà

“Ero stato nominato governatore di un villaggio di mille anime, una metropoli di capanne, di zebù, e di palme, al centro di una immensa foresta nel cuore di tenebra dell’Africa. Il giorno del mio insediamento avevo fatto venire nel mio bungalow il capo locale, e attraverso la mediazione canora di un interprete, gli avevo annunciato l’avvento della legge. Sapevo, per notizie pescate in un libro di antropologia, che quel popolo barbaro praticava la tortura. Il nemico catturato veniva sottoposto a mille supplizi prima di essere messo a morte con un colpo di lancia ben «mirato». L’etnologo, che aveva studiato il fenomeno, era giunto a una singolare conclusione, e cioè, dichiarava che il prigioniero chiedeva lui stesso di subir le sevizie, e le più atroci, per dimostrare ai nemici la sua forza d’animo; la sola cosa che temeva veramente era morire come una donnetta, in modo indolore, e, quindi, disonorevole. Dato che la giustizia, e la civiltà, non conoscono latitudini, abolire questo rit...

Elogio dell'in-coerenza

“Coerenza”… Questa parola viene dal latino cohaerens, ovvero “(oggetto composito) che si mantiene intero”. Che l’essere umano sia un “oggetto composito” è palese. Da cui, la sua perenne lotta per “mantenersi intero”, per far quadrare il dire col fare, il piacere col dovere, il sentimento con la ragione, l’idealismo con il realismo, il privato con il pubblico, lo spirituale con il carnale e così via. Il fatto che la coerenza sia tanto apprezzata (almeno, a parole) non è poi difficile da spiegare. Essere scissi è doloroso – vale sia per il corpo che per la psiche. In più, si apprezza il fatto di poter prevedere il comportamento di chi ci sta accanto, in modo da non riceverne pugnalate alle spalle: da cui, il desiderio di vivere con persone “coerenti”.              Ma è possibile essere interamente coerenti, quando si è esseri umani? C’è un celebre detto del poeta Walt Whitman, che fa anche da sottotitolo a questo blog. In...