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Visualizzazione dei post da marzo, 2012

"Non lassar la magnanima tua impresa"

Il sonetto che comincia La gola e 'l somno et l'otiose piume" occupa il settimo posto nel Canzoniere di Francesco Petrarca ed è il primo dell'opera a non essere d'argomento amoroso. Si tratta, piuttosto, d'un testo d'impegno intellettuale e morale, in cui il poeta si rivolge ad un anonimo corrispondente: La gola e 'l somno et l'otiose piume ànno del mondo ogni vertù sbandita, ond'è dal corso suo quasi smarrita nostra natura vinta dal costume; et è sì spento ogni benigno lume   del ciel, per cui s'informa humana vita,   che per cosa mirabile s'addita   chi vòl far d'Elicona nascer fiume. Qual vaghezza di lauro, qual di mirto?   Povera et nuda vai philosophia,   dice la turba al vil guadagno intesa. Pochi compagni avrai per l'altra via:   tanto ti prego più, gentile spirto,   non lassar la magnanima tua impresa. L' impresa del v.14 non è specificata; è tuttavia chiaro come essa sia legata al

Un delinquente perbene

“Don Rodrigo voleva bensì fare il tiranno, ma non il tiranno salvatico: la professione era per lui un mezzo, non uno scopo: voleva dimorar liberamente in città, godere i comodi, gli spassi, gli onori della vita civile; e perciò bisognava che usasse certi riguardi, tenesse di conto parenti, coltivasse l’amicizia di persone alte, avesse una mano sulle bilance della giustizia, per farle a un bisogno traboccare dalla sua parte, o per farle sparire, o per darle anche, in qualche occasione, sulla testa di qualcheduno che in quel modo si potesse servir più facilmente che con l’armi della violenza privata.” ALESSANDRO MANZONI

Un coming out "sui generis"

Avevo pensato di intitolare questa pagina Io e l’omosessualità. Ma l’espressione, pur nella propria immediatezza, sarebbe stata insoddisfacente. Anche perché diffido di etichette monolitiche come “omosessualità” o “eterosessualità”. Ci vengono in soccorso nelle conversazioni quotidiane, ma ritagliano in pezzi di tangram i sentimenti: ossia, cose che non tollerano il ritaglio. Parlare di affettività è difficile, proprio perché le persone vengono incasellate (o si incasellano) in questo tipo di ranghi. Così schierati, per l’appunto, “eterosessuali” ed “omosessuali” mi si sono presentati, undici anni fa, in una puntata di Ciao Darwin. <<Papà, cosa vuol dire “gay”?>> <<Vuol dire “uomo a cui piacciono gli uomini”>>. <<Ah.>> Mi bastò, almeno per capire discorsi e battute in voga alle scuole medie. In ogni caso, la questione non ebbe veramente importanza, finché non approdai al liceo. Non ero più una bambina; inoltre, ero piena di interrog

Reading da "La tessitrice di parole"

Rielaborazione dell'introduzione al reading tenuto presso il circolo "Via d'acqua" (Pavia) La tessitrice di parole è una figura nata dopo circa tre anni di lavoro frammentario. Avevo sperimentato tutte (o quasi) le forme poetiche che il liceo poteva offrirmi; avevo tratto ispirazione dalle mie minute vicende personali, dai sentimenti o anche dalla cronaca. Un materiale che avevo ammassato in fogli e quadernetti, senza alcun progetto pregresso. Poi, l'idea: una tessitrice di parole.             Questa espressione descriveva il mio lavoro molto meglio di "poetessa": un termine altisonante per un'adolescente alla prima pubblicazione ufficiale. Ed anche poco scaramantico: Fabrizio De André, una volta, ha ricordato che "fino a vent'anni, si scrivono poesie. Dopo, ci si divide in due categorie: i poeti ed i cretini." Incrociamo le dita. "Tessitrice" sottolinea il lato tecnico della poesia, l'impegno nella costruzione dei

Terza puntata. Ostium e limen

"Prima di analizzare l’antropomorfizzazione della porta in Plauto, permettetemi di annoiarvi ancora con un paio di notazione etimologiche, indispensabili, però, a una corretta comprensione del fenomeno. Allora. Continuiamo. La parola OSTIUM deriverebbe da OS (che oltre a voler significare bocca , faccia , sta ad indicare l’apertura in genere), senza dubbio antico (di ascendenza indoeuropea), dal momento che il letto-lituano presenta lit. ustas e ustà, lett. uostos, uosta e il russo ustije. Il tema os- si ritrova nell’ittito ais, gen. issas (“bocca”). In seguito si attestano: ved. asah; gath. asa (grafia errata per anha ), san. as(i)yam , loc. asàn , asanì. OSTIUM equivale all’entrata, all’apertura. Può indicare (e si riscontra sovente) la bocca di un fiume (si pensi a Ostia, nome del porto di Roma, o all’ Ostia Tiberina “bocca del Tevere”, nel senso di ‘foce’). Volendo restringere il significato, potremmo intendere OSTIUM (come suggerisce sempre Mazzoli) come il nostro "usc

Testardi senza gloria

"La lotta contro la criminalità organizzata ha, nell’immaginario contemporaneo, il volto di Roberto Saviano. Poco si conoscono, invece, i “soliti ignoti” che coltivano detta lotta, soprattutto grazie alla democrazia del Web. Blog e social network sono solo apparentemente giocattoli adolescenziali. Possono veicolare la coscienza civile e provocare persecuzioni giudiziarie. Come nel caso di Vincenzo Fatigati. Studente di Filosofia, cresciuto ad Afragola, gestisce due blog: L'inferno dei viventi e  Vincenzo Fatigati - Non esiste un momento nel quale sia sospeso il dovere di dire la verità.   . I temi che tratta sono legati all’attualità ed alla camorra, con particolare attenzione alla scena afragolese. Su Facebook, è fondatore della pagina  Resistere ad Afragola contro la camorra , cui si affianca il gruppo:  Presidio Afragola - Casoria: resistere ad Afragola contro la camorra . Tutto ciò, lo scorso 27 gennaio, è costato a Vincenzo una querela da parte di Anna Mazz

Eros e Thanatos

È facile innamorarsi delle cose terribili.

Questa non è Wonderland

“La tua Ines non esiste […] non è colpa mia se tu mi hai mitizzato. Io sono una persona in carne ed ossa, con la sua vita. Non cederò di un millimetro ai tuoi capricci cataclismatici. Posso aiutarti, posso tenderti la mano, ma resterò distante. Distante da te. […] Era troppo sperare di vederti entrare da quella porta, cosciente e luminoso, calmo, sereno… Era troppo parlare di te, del tuo problema, avvicinarti al mio mondo. No. Hai deciso tu. Tutto quello che hai scritto deve avverarsi, perché tu sei al centro. Profeta del mio cazzo. La verità, piccolino, è che nessuno ti ha mai preso a sberle. […] Ti hanno assecondato […], ti hanno imbottito di parole come poverino e vittima, anziché lasciarti nella tua pozza marcia a sgocciolare per un po’. Ti avrebbe fatto bene, sai? Ma tu, ora, pretendi tutto, forte del tuo startene su uno scalino, più in alto di noi normali, vero? […] Questa non è Wonderland, piccolo.” VINCENZO DI PIETRO Da: Vincenzo

L'onore e il rispetto

L’ONORE E IL RISPETTO di Angelico Mazzanti Ieri, nel nobilissimo Corso Antico di Culagna, è stata constatata un’onta all’urbanistica ed alla civiltà. Sull’acciottolato pregevole, sul porfido dei marciapiedi, che la nostra giunta ha posto in luogo del vilissimo asfalto, un vigile urbano ha constatato uno sfregio. Si trattava d’una sordida carta di caramella –presumibilmente alla fragola, dato il colore rosso. Era stata gettata da una mano barbaramente sorda ai valori dei padri. Col suo gesto, ha insultato le sacre memorie del Corso, il monumento ad Annibale Asdrubaloni, martire della storia di Culagna, che su di esso s’affaccia. Simili atti sono un’offesa all’onore ed al rispetto, che –si spera- non macchieranno mai più la nostra bella città. 

Ragione

Chi esalta la Ragione è pari a chi celebra la scialuppa nel mezzo dell’oceano.

Perverso ossimoro

"Legge naturale": un perverso ossimoro.

Premiazione di "Caratteri di donna"

Da La Provincia Pavese , 9 marzo 2012, pag. 16 P.S. Non sono menzionate le vincitrici delle singole sezioni, purtroppo. Ma è un bel ricordo comunque.

Lupus in Fabula

O mio cuore dal nascere in due scisso, quante pene durai per uno farne! Quante rose a nascondere un abisso! (Umberto Saba) Le sue dita imprimevano un ritmo indiavolato alle corde del pianoforte. “Non dovresti picchiarli così, quei tasti” gli diceva sempre “Floyd”. Sbuffò e richiuse lo strumento. Lo sapeva. Fin troppo. Il diploma del Conservatorio non era solo un pezzo di carta e ne era fiero. Solo questo. L’ unico problema –ne era convinto. La cosa che sonnecchiava al fianco della lucida mente musicale, come fosse la sua sposa –maledettamente ideale. Se la scrollò di dosso e lasciò la stanza. Raggiunse la sala comune del Ghislieri. Quattro collegiali arroventavano le manopole del calcetto; il venticinquenne “Chiambretti” dava prova di sé con le freccette del tiro a segno, sfidando due “fagioli” del secondo anno ed un paio di matricole. Il loro sorriso ironico non si scioglieva in commenti –evidentemente- per rispetto dell’anzianità. Si lasci