“La tua Ines non esiste […] non è colpa mia se tu mi hai mitizzato.
Io sono una persona in carne ed ossa, con la sua vita.
Non cederò di un millimetro ai tuoi capricci cataclismatici.
Posso aiutarti, posso tenderti la mano, ma resterò distante.
Distante da te. […]
Era troppo sperare di vederti entrare da quella porta, cosciente e luminoso, calmo, sereno…
Era troppo parlare di te, del tuo problema, avvicinarti al mio mondo.
No. Hai deciso tu.
Tutto quello che hai scritto deve avverarsi, perché tu sei al centro.
Profeta del mio cazzo.
La verità, piccolino, è che nessuno ti ha mai preso a sberle. […] Ti hanno assecondato […], ti hanno imbottito di parole come poverino e vittima, anziché lasciarti nella tua pozza marcia a sgocciolare per un po’.
Ti avrebbe fatto bene, sai?
Ma tu, ora, pretendi tutto, forte del tuo startene su uno scalino, più in alto di noi normali, vero? […]
Questa non è Wonderland, piccolo.”
VINCENZO DI PIETRO
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