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Visualizzazione dei post con l'etichetta tempo

Elogio della Follia

“Spesso sento delle voci. Mi rendo conto che, ammettendolo, finisco nel novero dei pazzi, ma non me ne importa più di tanto. Se si crede, come ci credo io, che la mente voglia guarire se stessa, e che la psiche cerchi la coerenza e non la disintegrazione, non è difficile concludere che la mente produrrà quello che serve per raggiungere il suo scopo.              Si presume che chi sente le voci compia azioni efferate; le sentono gli assassini e gli psicopatici, e anche i fanatici religiosi e i kamikaze. Ma in passato le voci erano un dono e un privilegio. I visionari e i profeti, lo sciamano e la guaritrice. E, naturalmente, i poeti. Sentire le voci può essere una cosa buona. Impazzire è l’inizio di un processo. Non dovrebbe esserne il risultato finale.             Lo psichiatra Ronnie Laing, il guru che negli anni Sessanta e Settanta fece diventare di moda la fol...

Dante, il tempo e l'eternità

John William Waterhouse, "Dante and Matilda" (1914-17 ca.) Finisce l’inverno, è alle porte la primavera. E la Libera Università di Manerbio ha pensato bene di segnalarlo con una conferenza a tema: “Dante, il tempo, le stagioni della vita e… l’eternità” (Teatro Civico “Memo Bortolozzi”, 25 febbraio 2016).             Il relatore  era il dott. Fabrizio Bonera, che non è un dantista, ma - nello zaino da alpinista - non dimentica mai una copia della “Divina Commedia”. È il suo personale omaggio al “più grande scalatore di tutti i tempi”: colui che è (idealmente) partito dall’abisso, per scalare la montagna del Purgatorio e ascendere al Paradiso. Il “virus” di Dante - come a molti altri - gli è stato trasmesso dalla scuola. La difficoltà di lettura è data dall’immensa cultura del poeta, che rende la “Commedia” densa di richiami non sempre immediati. Il tempo, in particolare, è scandito dall’astrologia medievale. Il tentativ...

Il paradosso del fuoco

Qualcuno si domanda cosa io trovi nei film sui vampiri. Io rispondo: un linguaggio duttile ed efficace per parlare di aspetti inconfessabili dell’essere umano. Nel caso di  Countess Dracula ( La morte va a braccetto con le vergini, 1971), l’aspetto esaminato è la ricerca della felicità. Essa –inutile dirlo- è una tematica frequentatissima da cinema e letteratura. Raramente, però, il suo aspetto sinistro emerge come da questo film.             Esso è la versione romanzata della vita della contessa Erzsébet Báthory (1560 – 1614), accusata d’aver assassinato centinaia di ragazze per ringiovanire grazie al loro sangue. Che ciò fosse malattia mentale o calunnia, la figura della contessa è diventata topica nella letteratura sui vampiri.             Nella pellicola, compare ormai anziana e vedova di recente. A confronto con lei è posta la memoria del defunto marito...

De tempore et otio - Lettere autentiche

  “Pavia, sabato 12 ottobre 2013 Ti scrivo perché, forse, sei in grado di aiutarmi. Io vivo, negli ultimi tempi, con la sensazione di non riuscire a fermare il passare dei giorni. Non nel senso che io voglia davvero fermare il tempo, no! Il punto è che tutto mi sembra scivolarmi via, senza che riesca ad osservare, a riflettere, a godere dell’autunno e dei suoi colori, a gustare ogni istante, anche quando sono con te. Guardo fuori dalla finestra, penso: ‘Che meraviglia, le foglie che cadono dagli alberi!’ Poi, è già sera, penso ai miei doveri e già mi vedo il giorno dopo in ufficio, e poi ancora tornato qui la sera, e ancora, e ancora. Così, settembre è finito, ottobre già mi sfugge, e io mi rattristo al pensiero che tale percezione del tempo mi porterà, come trascinato fino all’inverno e poi alla primavera, e poi all’estate, e all’autunno successivo, anch’esso già finito ancor prima che sia iniziato. Che condanna, non riuscire più a ‘sentire’ le stagioni! Da bambino,...

Iuvenes dum sumus

Non credevo che, un giorno, sarei arrivata a scrivere queste parole. Proprio io, che, al liceo, passavo per “Figlia di Maria”, perché schivavo le tipiche “intemperanze” adolescenziali… Eppure, presentemente, ho raggiunto una piccola consapevolezza: non è il giovane “intemperante” a dover fare paura. È quello incapace di uscire dai propri schemi. Sarà stato perché sono cresciuta in un oratorio di gente schietta e rustica (dialetto bresciano oportuit ). Sarà stato perché era normale lanciarsi secchiate d’acqua dopo una giornata di GrEst, farsi il sacco nel letto ai campi-scuola, scherzare anche in modo piccante, sgolarsi… Fatto sta che mi ero fatta l’idea d’una gioventù spregiudicata, entusiasta, scherzevole e godereccia per natura. Gaudeamus igitur,/iuvenes dum sumus... Eppure, certi individui soffiati dal Destino sulla mia strada pavese potrebbero far vacillare la suddetta idea. Persone di zuccherino, cristallose, con la lamentela facile e la connessione quasi telepatica alla f...

Lettera a Steph

Gentile Stephenie Meyer, mi scuso se, d’ora in avanti, ti darò del “tu” e ti chiamerò semplicemente “Steph”. Perché non riesco a vederti con più di diciotto anni e lontano dai banchi di scuola. Mi permetterò anche di parlarti nel mio “idioma gentile”, che hai mostrato d’apprezzare. Anche se la tua “Italia” sarebbe credibile solo nei peggiori drammi elisabettiani e, con tutte le sagre popolari che abbiamo, ti sei presa la briga di inventarne una improbabilissima e kitsch.             Nelle postfazioni (o per bocca del tuo alter ego Bella Swan: io non riesco a non vederla come tale), insisti sulla tua “follia”. Mi spiace, ma ho la presunzione di doverti deludere. Sarai pure incline allo zombie humour, ma  Twilight e tutta la saga connessa non ne dimostrano uno maggiore di quello d’un’adolescente malinconica e sognatrice. Tanto di cappello alle adolescenti, anche se, in questo caso, parliamo di una che è madre di famigli...

Il "domani" e il "per sempre"

"Produci, consuma, crepa" . Questa scritta a vernice spray su un muro mi è rimasta impressa dall’infanzia. Solo di recente ho scoperto che era un ritornello di Giovanni Lindo Ferretti. In ogni caso, difficile idearne di più eloquenti. Riassume perfettamente –e con sarcasmo squisito- l’intelligenza di certe “sore Cesire” davanti al “futuro”. Di coloro che ridono sotto i baffi, quando qualcuno dice che studia Lettere. Vien voglia di ricordare che il fidanzato di una mia amica sta per laurearsi in Ingegneria: bravissimo, sa calcolare a mente le strutture, ha già avuto esperienze in cantiere. Ma non trova un cane che voglia fargli far pratica, perché “la crisi” c’è per tutti, non solo per i poeti. Idem per L., diplomato come geometra. E gli unici che io abbia sentito far battute sconsolate sul proprio futuro sono studenti di Medicina o Giurisprudenza.             Non passa giorno che non ringrazi il cielo per avermi dato genitori ...

L'almanacco delle cicogne

R. è appena tornato dal Librino, un quartiere di Catania dove ha tenuto un corso in una scuola media. Per intenderci: secondo lui, al confronto con il Librino, “Scampia di Napoli è Disneyland”. <<Eravamo in cortile>> racconta <<e una delle mie allieve, a un certo punto, ha fatto un gesto di saluto verso una casa vicina. Alla finestra, erano affacciate due donne e una neonata. “Chi saluti?” le ho domandato. “Mia madre, mia nonna e mia figlia !” ha risposto, sorridendo>>. Non la sentivo da anni. Eravamo compagne d’asilo; lei deve avere un anno meno di me, ovvero 22, attualmente. “ Con lui, va tutto benissimo! Aspettiamo anche un bambino che è in arrivo fra poco, mancano 2 settimane circa.... Il resto tutto bene. Lui lavora; io, come puoi immaginare, adesso non posso, aspetterò un po’!!!! Intanto, aspetto il mio evento; per il lavoro, più avanti, vedrò...” mi ha scritto l’anno scorso. Lui era il fidanzato, con cui ha ormai messo su casa . Hanno condiviso le f...

Midnight in Paris

Il passato non è passato. Un simpatico gioco di parole, ma che fa sorridere solo finché non assume una vitale concretezza. Se il cinema è la realtà dei sogni, a buon diritto il festival di Cannes 2011 è stato aperto da Midnight in Paris. Una pellicola resa arguta e delicata dallo humour di Woody Allen, spirante da dialoghi e situazioni. Come suggerisce il titolo, la vera protagonista è Parigi. Lo sottolineano le prime inquadrature, fotografie dei luoghi più proverbiali, che sfociano nelle ninfee amate dal pittore Claude Monet. In questo giardino, Gil (Owen Wilson) sta illustrando il suo sogno parigino ad una ben poco entusiasta Inez (Rachel McAdams). Se non fosse per il loro abbraccio, non si capirebbe che i due giovani stanno per convolare a nozze. Nelle loro parole, non c’è un filo di complicità; i progetti di vita divergono completamente. La bella ereditiera statunitense non può capire perché il fidanzato voglia abbandonare la redditizia professione di sceneggiatore, per imb...