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Visualizzazione dei post con l'etichetta etica

Joker e il Corvo: il volto come maschera

Entrambi provengono dai fumetti e sono stati rappresentati dal cinema. Entrambi sono temibili. Vivono in metropoli pericolose e fatiscenti, perfette rappresentazioni dell’ “inferno dei viventi”. E hanno volti cadaverici truccati in maniera pagliaccesca, che ispira il terrore anziché la risata.  Ho voglia di scrivere questo pezzo da tempo, dopo aver pubblicato Non può piovere per sempre e Joker: la risata di molte follie . Sono due recensioni cinematografiche sul mio blog e hanno qualche annetto, ormai. Ma i personaggi di cui parlano non scompaiono certo dalla memoria (e non solo dalla mia). Il Corvo di James O’Barr è uno dei miei graphic novel preferiti, mentre del Joker conosco solo l’episodio intitolato Batman: The Killing Joke (1988). È comunque uno degli episodi più memorabili e più profondi, dato che esplora il tema della follia e della sua origine. Quello che mi ha portato a confrontare questi due personaggi, oltre ai motivi espressi all’inizio, è il loro essere “masch...

Per amor dell'arte: il lato oscuro della Grande Bellezza

In questi giorni, sono state tenute discussioni e polemiche sull'arte, in nome d'una sola statua (sì, lei...  che ve lo dico a fare?) . A prescindere dal fatto che essa meriti o no tanta attenzione, alcuni risvolti vanno ben al di là dell'attualità immediata.  J. E. Millais, Ophelia, 1851-2 Le diatribe sull'arte, sul rapporto fra estetica e contenuti sono antiche quanto l'arte medesima. Già Platone , nello Ione e nella Repubblica, trattò del rapporto fra l'educazione dei cittadini e arti come la poesia e la musica. Se, da una parte, censurò tutto quanto portava a un'eccitazione emotiva incontrollata e fine a se stessa, dall'altra dovette riconoscere il ruolo irrinunciabile del bello, nella pòlis ideale. Del resto (ponderò lo stesso Platone), come spingere i cittadini alla virtù, se non imfiammandoli col desiderio della sua bellezza? L'Eros , in fin dei conti, è motore di tutte le cose. Lo è a tal punto che non ha bisogno nemmeno di fini o giustificaz...

Contro l’impegno: riflessioni sul Bene in letteratura

  Cos’è la letteratura “impegnata”? Questa è un’espressione che si usa abitualmente per distinguerla dalla letteratura “d’intrattenimento”, quella che mira ad avvincere i lettori senza altri scopi. Insomma, creare un’opera “impegnata” significherebbe darle uno scopo in più rispetto al mero piacere… farle veicolare informazioni, conoscenze, valori. Soprattutto valori. L’idea dell’ “impegnato” è (più o meno consapevolmente) legata a quella del Bene e del Male, dello schierarsi a favore del primo contro il secondo.              Ecco perché Walter Siti ha sentito il bisogno di scrivere Contro l’impegno. Riflessioni sul Bene in letteratura (Milano 2021, Rizzoli).             L’autore del saggio è originario di Modena e vive a Milano. Ha insegnato presso le università di Pisa, di Cosenza e dell’Aquila. Oltre a occuparsi di critica letteraria, ha pubblicato creazioni prop...

Confronto

Il morale si preoccupa delle conseguenze delle proprie azioni. Il moralista del proprio buon nome. Il morale dice: «È ingiusto». Il moralista: «È irrituale».  Il morale, di due mali, commette il minore. Il moralista li condanna entrambi e commette il maggiore. Il morale predica male, ma riesce a razzolare solo bene. Il moralista non sa predicar men che bene, ma non si preoccupa di come razzola. Il morale chiede scusa. Il moralista si offende per il fatto di dover chiedere scusa. Il morale si domanda quali siano le ragioni degli altri. Per il moralista, esistono solo le sue. Il morale si domanda se il proprio modo di agire abbia senso in una determinata situazione. Il moralista non ammette “relativismi”, ma vive seguendo le correnti. Il morale è lodato dagli altri. Il moralista si loda da solo. Il morale fatica a campare. Il moralista esce sempre pulito e trionfante da ogni situazione. Il morale è la persona che chiunque vorrebbe al proprio fianco, ma che poch...

Etica senza potere

“La società greca non ha mai posseduto forti apparati coercitivi di tipo politico, come lo Stato e la magistratura, né tanto meno apparati di condizionamento ideologico ed educativo, come la scuola di stato o una Chiesa unificata. Neppure esistono testi dotati di valore normativo universale, come un corpo legislativo unificato, o un Libro sacro, una Scrittura impositiva perché rivelata. Tutto ciò vale anche in larga misura, se pure in forme diverse, per la società romana, ad eccezione forse di quella tardo-imperiale. Lo Stato non interviene se non sporadicamente e con scarsa efficacia nelle questioni di regolamentazione morale (si possono citare ad esempio le leggi sulla famiglia, sulla condotta sessuale, o quelle contro il lusso); soprattutto, esso non dispone né dell’autorità, né degli strumenti di condizionamento educativo, che gli consentano di imporre le norme di condotta necessarie sia alla vita associata sia all’omogeneità morale dei suoi membri.     ...

La libertà e il senno

Questa sarà - io spero - la prima e l’ultima volta che questo blog farà pubblicità a quel Vernacoliere d’Oltralpe assurto agli onori della cronaca e del martirio non certo per i propri meriti intellettuali. La vignetta qui rappresentata - e già replicata ad nauseam - presenta le disgrazie del terremoto in Centro Italia come specialità del Bel Paese, con un accostamento che provocherebbe la suddetta nauseam anche senza ripetizione. A questo punto, spezzo una lancia a favore del contenuto in sé: che simili tragedie siano tipicamente italiane è vero, non c’è niente da fare. Non tanto perché la nostra penisola è piena di zone sismiche (caratteristica non solo sua, nel mondo), quanto perché l’edilizia nostrana è sistematicamente impreparata. Ogni terremoto scoperchia questioni etiche: è stata usata o no tutta la tecnologia disponibile? Ci sono stati indebiti risparmi sul materiale, nell’erigere o risistemare gli edifici? C’era corruzione negli appalti? Domande brucianti, sulle quali i fran...

Paura e morale

“Quanto o quanto poco pericolo per la collettività, pericolo per l’uguaglianza vi sia in un’opinione, in una condizione e in una passione, in una volontà, in un impegno, questa è ora la prospettiva morale: la paura è anche qui, di nuovo, la madre della morale. Contro gli istinti più alti e più forti, quando essi, erompendo appassionatamente, trascinano il singolo molto al di là e oltre la media e la bassezza della coscienza del gregge, perisce la coscienza di sé della comunità, la sua fede in sé, si spezza, per così dire, la sua spina dorsale: di conseguenza si preferisce addirittura bollare a fuoco e calunniare appunto questi istinti. La alta, autonoma spiritualità, la volontà di solitudine, la grande ragione vengono già sentite come pericolo; tutto ciò che innalza il singolo sopra il gregge e incute timore al prossimo prende d’ora in poi il significato di cattivo ; l’atteggiamento equo, modesto, l’atteggiamento di chi si inserisce, l’uguaglianza, la mediocrità dei desideri vengono...

Il mondo salvato dalle puttane

Quante volte l’abbiamo sentito dire? La “società liquida”… la “società del caos”… il “postmoderno”… In questo mese, a un incontro sul problema del gioco d’azzardo in Lombardia, è stata intavolata la questione. Gli Stati nazionali, le Chiese e i partiti vacillano in credibilità e autorevolezza. Il che equivale a dire che tutti i prodotti della modernità vacillano.             «Ecco che si può stare un poco in pace!» sbufferà chi non ha mai potuto soffrire indottrinamenti e moralismi. Invece no. Perché sono proprio i naufraghi a tenersi spasmodicamente alle tavole fradice della loro nave. E, pur di non mollarle, sono disposti anche a far annegare coloro che si trovano vicini. Tant’è che stanno tornando di moda le parole onore e puttana. Quest’ultima è da intendersi in senso lato, ovvero “persona senza valori morali, che bada solo al proprio profitto”. Il punto è che, non esistendo più enti morali incontrovertibili, tutti si detta...

Gorgia da Leontini e l' "Encomio di Elena": la questione della responsabilità morale

Presentazione della mia tesi di diploma IUSS in Scienze Umane. Il presente lavoro si basa su un argomento trattato durante il corso Libertà, determinismo, responsabilità. Problemi del soggetto e dell’azione morale nel mondo antico, tenuto dal prof. Mario Vegetti nel I semestre dell’A.A. 2011/2012. L’elaborato riguarda le questioni toccate dall’ Encomio di Elena composto dal sofista Gorgia da Leontini (480 a.C.? – 380 a.C.?). Questo scritto si configura come la difesa della sposa di Menelao, accusata d’aver causato la guerra di Troia fuggendo con Paride. L’ Encomio di Elena è collocabile poco dopo il 427 a.C., anno in cui Gorgia avrebbe raggiunto l’apice del successo. La sua professione di sofista consisteva nel preparare i giovani di buona famiglia alla carriera politica, insegnando loro l’arte retorica. Questa professione lo portò in Tessaglia e ad Atene. Qui, nel 427 a.C., si recò come ambasciatore di Leontini per proporre un’alleanza in funzione antisirac...