Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta romanticismo

H.C. Andersen e i “Dialoghi con la luna”

Sì, Hans Christian Andersen è “quello delle fiabe”. Pochi conoscono i suoi Dialoghi con la luna (1840) . Eppure, essi hanno tutto l’incanto e la mestizia di classici come La sirenetta e Il brutto anatroccolo. Non manca nemmeno quell’ironia che è un altro tratto di Andersen – e di tutti gli spiriti profondi e malinconici.              Distacco, malia, delicatezza: questo autore ha lo stesso sguardo della luna. Proprio a lei è affidata la narrazione. Il suo interlocutore è un pittore in cerca d’ispirazione, vero animo romantico che si ritrova nella solitudine e nel dialogo con la natura. Viene in mente Leopardi, coi suoi interminabili monologhi rivolti proprio alla luna. Col suo viso luminoso e amichevole, è destinata a raccogliere, in ogni epoca, i sospiri e le lacrime dei vari “signori Mai ‘Na Gioia”. Ma siamo sicuri che gli animi artistici e romantici non provino gioia?         ...

L'amore non è un'azienda. E neanche l'esistenza lo è.

  Ogni tanto, sui social, capita di vedere espresso quel che è, in realtà, uno dei messaggi subliminali con cui si viene bombardati praticamente fin dalla nascita: La mancanza di una relazione stabile è un fallimento esistenziale, checché ne diciate. Praticamente, tutti voi che siete vedovi/single/separati/fidanzati temporaneamente... andate a buttarvi in un burrone ilico et immediate. Avete sentito? La vostra esistenza è fallita. Non siete professionisti, genitori, cittadini, contribuenti, artisti, manodopera, studiosi... L'unica cosa che conta è che al momento non portate una fede al dito o un equipollente.  Scherzi a parte, basta con il mio beneamato sarcasmo e cominciamo coi discorsi seri. "Fallimento" è un termine assai di moda, oggigiorno. Ricorre praticamente ovunque. Ma a quale ambito semantico appartiene propriamente? A quello delle imprese e della finanza. Un'azienda fallisce quando non può pagare i propri debiti e una banca quando non ha più liquidità. Inso...

Esce una nuova raccolta: "Fra le carte di Perilla"

  Passano gli anni e si sa come va... gli articoli si accumulano . Soprattutto quelli a tema fantasy, gotico, romantico e folklorico. Così, è nata una nuova raccolta: Fra le carte di Perilla (Amazon, 2022).  Perilla è una sorta di creatura fantastica non classificata che vive sotto le radici di un ulivo – o di un noce, o di un pioppo… al diavolo la botanica, non ci ho mai capito granché. Fatto sta che lei vive qui. E cosa fa tutto il giorno? Riempie carte. Di qualsiasi cosa. Ogni idea, ogni osservazione può tornare buona e svilupparsi in pensiero, in scrittura. Perilla è arguta, dispettosa, lasciva a suo modo e ama ascoltare musica lirica o inquietante, mentre versa i suoi bravi fiumi d’inchiostro. La sua preferenza per temi cupi e fantastici si spiega col suo stare perennemente sottoterra, vicina agli inferi e in compagnia dei propri fantasmi, più o meno seducenti.           A prima vista, può sembrare che sia ignorante e fuor...

Gotica, gotica Tosca

Una rappresentazione certamente memorabile della Tosca pucciniana è quella diretta da Franco Zeffirelli al Metropolitan di New York nel 1985. È abbastanza probabile reperirla in DVD, come ho fatto io ai tempi dell’università. L’ho riguardata di recente e ho notato alcuni tratti tutt’altro che secondari: quelli che danno una tinta decisamente gotica alla vicenda.             Già di per sé, la Tosca (1900) fu composta in un’epoca che non era già più romantica, ma risentiva ancora di quella grande stagione ottocentesca . Il Romanticismo aveva già da tempo ispirato le letterature che chiamiamo gotica e decadente , composte dai materiali più oscuri e morbosi della passionalità del XIX secolo. Fra l’altro, Dracula , il capolavoro del gotico, era uscito nel 1897: solo tre anni prima che l’opera pucciniana arrivasse nei teatri. Una vicenda di amore e di morte si prestava benissimo a richiamare questi fantasmi.    ...

"Te la do io, la Sehnsucht!!" Due isole a confronto

Né più mai toccherò le sacre sponde... Sogno o incubo che sia, scommetto che moltə di voi hanno ancora negli orecchi l'eco di questo verso foscoliano. Ovviamente, è l'incipit di A Zacinto ("Zante" per gli amici), l'isola greca su cui Ugo Foscolo nacque da mamma Diamantina Spathis. Di essa, il Nostro sapeva esattamente due cose: che ci era nato (appunto) e che era greca... come Omero, Saffo e tutta un'altra serie di mostri sacri della cultura classica. Poche cose, ma ben enfatizzate : è la ricetta di qualsiasi mito. Al resto, deve pensare la fantasia. Perché la Sehnsucht, la famosa nostalgia romantica , è soprattutto mancanza di ciò che non si è mai avuto. Di ciò che la nostra immaginazione può amplificare e abbellire a piacimento. Quasi sessant'anni dopo, a dire ciò che Foscolo non avrebbe mai ammesso sarà Charles Baudelaire : uno che s'intendeva di mostri (sacri o meno) e che aveva frequentato le regioni del sublime abbastanza da poterle valutare da ...

Mario Praz e il patto col serpente

Tre anni fa, ho scritto un post riguardante La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica , di Mario Praz (Roma, 1896 - 1982). Figuriamoci se avrei potuto farmi sfuggire il suo seguito: Il patto col serpente (Milano 2013, Adelphi).              L’introduzione è del dicembre 1971 e spiega il significato del titolo: si riferisce al dipinto Eva, il Serpente e la Morte (1510-1530), di Hans Baldung Grien. Un’Eva sorniona e soddisfatta nasconde il famoso frutto dietro la schiena, mentre la sua mano si allaccia in un nodo con la coda del Serpente e le dita putrefatte della Morte. Insomma, è chiaro che si tratta di un patto. Ed è altrettanto chiaro che a guadagnarci è lei, l’autrice della grande trasgressione.             Il “patto col serpente” è la scelta degli artisti di esplorare “il lato oscuro” : la malinconia, la fantasticheria perversa e mostruosa, la nevr...

"Siamo liberi": il nuovo singolo degli iRose

  Abbiamo già parlato della band romana iRose e del loro “rock romantico”. A metà novembre 2020, sono tornati i nostri quattro: Paolo Borgi (voce), Riccardo De Angelis (chitarra), Gabriele Persi (basso) e Fabio Latini (batteria).              Stavolta, hanno pubblicato un singolo: Siamo liberi (inciso dalla World Fonogram Records con edizioni Giovanni Valle).  È un colloquio melodico con una persona speciale, quella che è riuscita a insegnare cosa sia la libertà: qualcosa che non è una scelta, bensì una parte integrante della natura umana. È la spinta a vivere con desiderio e creatività, come gli artisti sanno fare. Soprattutto, è un’esperienza i cui insegnamenti non svaniscono, anche quando ci si trova lontano dalla persona che ce l’ha fatta vivere.             Questo dicono gli iRose in pochissimi minuti, con la vigorosa dolcezza della loro musica. In copert...

iRose: quando il cuore alza la voce

  Quello degli iRose è un pop rock dal sapore romantico. La band romana ha pubblicato l’album omonimo, contenente dieci brani. Essi sono eseguiti dalla voce di Paolo Borgi, dalla chitarra di Riccardo De Angelis, dal basso di Gabriele Persi e dalla batteria di Fabio Latini.              Il modo in cui è scritto il nome del gruppo, nonché titolo del CD, ricorda l’iPhone, la “modernità ultimo modello”. Ma, al posto di quel “Phone”, c’è il nome della regina dei fiori, la rosa. L’illustrazione di copertina è strutturata come un logo, una sorta di cuore a metà. Se lo si guarda con attenzione, si scopre che l’immagine è composta da quattro profili che alternano il sorriso alla malinconia. Fra l’altro, in inglese, “I rose” significa “Mi sono alzato”. C’è molta voglia di alzarsi e inseguire sogni, in questo album. Non ho più alibi esprime l’impossibilità di sottrarsi a un amore che sta già dominando l’esistenza… ma per arricchir...

La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica

Ciò che amo, nella critica letteraria di Mario Praz (Roma, 1896 – 1982), è il fatto che sia coinvolgente come un romanzo. Quando si focalizza su letteratura gotica, Romanticismo e Decadentismo, poi, m’invita a nozze.  Gustave Moreau, Salomé che porta la testa di San Giovanni Battista su un piatto (1876)             Mi riferisco a La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica (prima edizione Sansoni 1930; quinta edizione BUR Saggi aprile 2015). Una rispettabile orgia.             Entra subito in argomento con la “bellezza medusea” : quella che Shelley trovava nella Medusa esposta nel Corridoio del Cinquecento degli Uffizi e attribuita prima a Leonardo da Vinci, poi a un anonimo fiammingo. ‘Tis the tempestuous loveliness of terror , che anche il Faust goethiano gustava nella Notte di Valpurga, contemplando il fantasma della decapitata Gretchen. Un ani...

Ma quanto è bello l'amore romantico...

Ma quant’è bello l’amore romantico , in cui “io sono tua, tu sei mio” (c’è pure una carta del notaio che lo dice) e - se guarderai altri un po’ troppo a lungo - ti leverò la pelle a schiaffi.              Che bello essere una diade - anzi, una monade - assoluta, rinforzata con ogni chiavistello possibile contro il mondo esterno. In cui dovremo restare rinserrati ogni giorno della vita, anche quando non avrà più senso. Anche quando saremo cresciuti come persone, i motivi che ci avevano unito non esisteranno più - e guardarsi negli occhi avrà un solo significato: “Ti ammazzo!”             Non vedo l’ora di non poter più respirare senza metterne al corrente la Dolce Metà - perché “io e te siamo una cosa sola e, se osi fare una mossa in autonomia, mi ferisci… perché metti in discussione tutto quello con cui cerco di riempire le mie fragilità!” Ignorando il fatto che le...