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Visualizzazione dei post con l'etichetta giovanni verga

Se questo è populismo

“Nel villaggio successe una casa del diavolo quando volevano mettere il dazio sulla pece. […] Mastro Turi Zuppiddu si dimenava sul ballatoio colla malabestia e il patarasso in pugno, che voleva far sangue, e non l’avrebbero trattenuto nemmen colle catene. La bile andava gonfiandosi da un uscio all’altro come le onde del mare in burrasca. Don Franco si fregava le mani, col cappellaccio in capo, e diceva che il popolo levava la testa; e come vedeva passare don Michele, colla pistola appesa sulla pancia, gli rideva sul naso. Anche gli uomini, a poco a poco, s’eran lasciati riscaldare dalle loro donne, e si cercavano l’un l’altro per mettersi in collera; e perdevano la giornata a stare in piazza colle mani sotto le ascelle, la bocca aperta, ad ascoltare il farmacista il quale predicava sottovoce, perché non udisse sua moglie che era di sopra, di fare la rivoluzione, se non erano minchioni, e non badare al dazio del sale o al dazio della pece, ma casa nuova bisognava fare, e il popolo av...

Il "domani" e il "per sempre"

"Produci, consuma, crepa" . Questa scritta a vernice spray su un muro mi è rimasta impressa dall’infanzia. Solo di recente ho scoperto che era un ritornello di Giovanni Lindo Ferretti. In ogni caso, difficile idearne di più eloquenti. Riassume perfettamente –e con sarcasmo squisito- l’intelligenza di certe “sore Cesire” davanti al “futuro”. Di coloro che ridono sotto i baffi, quando qualcuno dice che studia Lettere. Vien voglia di ricordare che il fidanzato di una mia amica sta per laurearsi in Ingegneria: bravissimo, sa calcolare a mente le strutture, ha già avuto esperienze in cantiere. Ma non trova un cane che voglia fargli far pratica, perché “la crisi” c’è per tutti, non solo per i poeti. Idem per L., diplomato come geometra. E gli unici che io abbia sentito far battute sconsolate sul proprio futuro sono studenti di Medicina o Giurisprudenza.             Non passa giorno che non ringrazi il cielo per avermi dato genitori ...

Uomini di lusso

Prefazione a Eva (1873): “Eccovi una narrazione –sogno o storia poco importa- ma vera, com’è stata o come potrebbe essere, senza rettorica e senza ipocrisie. Voi ci troverete qualche cosa che vi appartiene, ch’è il frutto delle vostre passioni, e se sentite di dover chiudere il libro allorché si avvicina vostra figlia –voi che non osate scoprirvi il seno dinanzi a lei se non alla presenza di duemila spettatori e alla luce del gas, o voi che, pur lacerando i guanti nell’applaudire le ballerine, avete il buon senso di supporre che ella non scorga scintillare l’ardore dei vostri desideri nelle lenti del vostro occhialetto- tanto meglio per voi, che rispettate ancora qualche cosa.             Però non maledite l’arte ch’è la manifestazione dei vostri gusti. I greci innamorati ci lasciarono la statua di Venere, noi lasceremo il cancan litografato sugli scatolini da fiammiferi.  Non discutiamo nemmeno sulle proporzioni; l’a...