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A occhi aperti nella morte

“Non essendoci più gli dei, e non essendoci ancora Cristo, c’è stato, da Cicerone a Marco Aurelio, un momento unico in cui è esistito solo l’uomo.” Da questa citazione di Gustave Flaubert scaturì una scintilla preziosissima per Marguerite Yourcenar (Bruxelles, 1903 – Mount Desert, 1987).  Mente brillante, educata da un padre singolarmente preoccupato della sua istruzione, visse da viaggiatrice e fu la prima donna a far parte dell’Académie française (1980). Alla propria straordinaria cultura, univa l’irrequietudine sentimentale ed esistenziale. Attratta dalla vita notturna, amava sedurre. Ebbe diverse relazioni con donne, fra cui la greca Lucy Kyriakos. La compagna di vita fu però la statunitense Grace Frick, che tradusse in inglese i romanzi della Yourcenar. Al nome di Marguerite sono legati anche i nomi di tre uomini omosessuali, di cui lei si innamorò (non corrisposta): il suo editore, l’altero André Fraigneau; il poeta surrealista e psicanalista Andreas Embirikos; lo stude...

Lo strano caso di Bradamante, Fiordispina e Ricciardetto

Che Ludovico Ariosto (1474-1533) cantasse Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori è risaputo. Meno risaputo è che l’ Orlando Furioso , fra gli amori narrati, ne comprende uno nato dall’ambiguità sessuale. La vicenda è contenuta nel canto XXV; è raccontata da Ricciardetto, fratello e sosia della guerriera Bradamante.             Lei, ferita, si fermò a riposare presso una fonte, in un bosco. Mentre dormiva, sopraggiunse Fiordispina di Spagna, impegnata in una battuta di caccia. E quando ritrovò la mia sirocchia tutta ricoperta d’arme, eccetto il viso, ch’avea la spada in luogo di conocchia, le fu vedere un cavalliero aviso. La faccia e le viril fattezze adocchia tanto, che se ne sente il cor conquiso… (XXV, 28) Scoppiò così una passione improvvisa e ardente, fondata su un equivoco.             È comprensibile l’imbarazzo di Bradamante, amata per l’...

Morire di bellezza

Lui si chiama Dorian: ovvero, “dorico”. Fin dal nome, rimanda all’universo estetico greco, quello che ha esaltato –fra l’altro- la bellezza efebica.              Il ritratto di Dorian Gray (1891) è l’unico romanzo lasciatoci da Oscar Wilde (1854 – 1900): autore bensì prolifico, ma di racconti, poesie, pièces teatrali. Non amava la narrativa di ampio respiro. Anche Il ritratto di Dorian Gray fu composto per inserzione successiva di capitoli, necessaria a raggiungere la lunghezza voluta dall’editore. Il risultato, però, non è meno apprezzabile per questo. Esso è descrivibile con un’espressione impiegata da Lord Henry Wotton nel romanzo medesimo: “piacevole come un tappeto persiano e altrettanto irreale” (cap. 3).             La narrazione si apre nello studio del pittore Basil Hallward, un moderno sileno rozzo d’aspetto e colmo di bellezza nell’anima. Buona parte di q...

Un diamante avviluppato

Virginia Woolf (n. Londra 1882 – m. suicida nel fiume Ouse 1941) viene ricordata col cognome del marito, Leonard Sidney Woolf (Londra 1880 - ivi 1969): un coniuge premuroso, cui dedicò anche l’ultima lettera prima del suicidio. È però noto anche l’intenso legame di Virginia con Vita Sackville-West ( Kent 1892 – 1962). Le due donne si conobbero nel 1922; la Woolf introdusse Vita  nel gruppo d’intellettuali detto Bloomsbury Group (dal quartiere londinese in cui si riuniva). Il gruppo s’interessava di vari rami (letteratura, arti plastiche, musica, economia) e si poneva in modo molto critico verso la cultura dominante. Anche se l’amante di Virginia vi fu accettata a fatica, non stupisce la sua inclusione fra gli intellettuali di Bloomsbury. Alisa Del Re la definisce: “uno dei personaggi più allegramente trasgressivi e passionali del secolo scorso” ( "Enciclopedia delle donne" ). Vita era sposata con Harold Nikolson, anch’egli omosessuale. I due mantennero, allo stesso tempo, ...

Una vita in blu

È stato detto molto di La vie d’Adèle, il film di Abdellatif Kechiche che ha vinto la Palma d’Oro al Festival di Cannes. Meno si è parlato di Le bleu est une couleur chaude (in Italia: Il blu è un colore caldo ), il graphic novel di Julie Maroh  da cui la pellicola è stata tratta. Pubblicato da Glénat  nel 2010, ha visto nel 2013 una riedizione dedicata al successo cinematografico di cui sopra. Il graphic novel , pluripremiato, ha ottenuto anche il sostegno della Comunità Francese del Belgio.  L’opera è strutturata come un lungo flashback che racconta la storia di Clémentine. Si apre con un campo lungo, che mostra una città sotto la pioggia. Man mano, viene focalizzato il primo volto: quello di Emma, l’anima gemella della protagonista. Sullo sfondo grigio di una famiglia in lutto, il personaggio accompagna il lettore attraverso una situazione di dolore e pregiudizio. La vicenda si snoda per mezzo dei diari di Clémentine letti da Emma. Sono scritti in ogni sfumat...

Quel modo di diventare donne

Saffo di Mitilene (prima metà del VI sec. a.C) –per impiegare un’espressione di Simone Beta- è uno di quei fantasmi i cui echi ci fanno intravedere la cosiddetta “lirica arcaica greca”. Lesbo , l’isola su cui sorgeva la sua città natale, è vicina alle coste dell’Anatolia. Quella della poetessa è dunque una grecità lontana dalla Grecia peninsulare, che ci ha consegnato gran parte della letteratura e della filosofia studiate nei licei. Il nome di Saffo e della “sua” isola sono diventati celeberrimi, però, per aver fornito la radice alla terminologia dell’eros fra donne . Non a caso la figura della poetessa è stata controversa soprattutto riguardo alla sua sessualità. Già il teatro comico del V sec. a. C. la dipingeva come ninfomane. La sua leggenda –raccolta da poeti come Giacomo Leopardi e Charles Baudelaire- la vuole anche amante infelice del barcaiolo Faone; per dimenticare le proprie sofferenze passionali, si sarebbe gettata nel mar Ionio dalla rupe di Leucade. Simone Beta ...

Maledetto amore

Non tutti sanno che I Fiori del Male avrebbero dovuto intitolarsi, in un primo momento, Le Lesbiche. Charles Baudelaire annunciò questo titolo provvisorio dall’ottobre 1845 al gennaio 1847. La denominazione aveva un carattere provocatorio. Ch. Baudelaire pensava a un pubblico borghese, quello che dettava (e detta tuttora?) la morale diffusa.  Il titolo fu accantonato a favore d’altre ipotesi, via via suggerite dalle nuove impostazioni che il poeta intendeva dare al lavoro. Anche la raccolta andava ampliandosi e articolandosi. L’edizione de I Fiori del Male pubblicata nel 1861, comunque, conteneva un componimento eloquente: “Donne dannate” (CXI). “Dannate”, s’intende, agli occhi di quel mondo “perbene” a cui Ch. Baudelaire indirizzava le proprie provocazioni. Le lesbiche, in questo senso, erano simili al poeta : “O vergini, o demoni, o mostri, o martiri,/Della realtà grandi spiriti sprezzanti,/cercatrici d’infinito, devote e satire,/Talor piene di gridi, talor piene di piant...