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"Le rose della notte" esce in volume

Erica Gazzoldi, Le rose della notte (copertina) Avevo lasciato in sospeso la pubblicazione delle puntate de Le rose della notte , in previsione di una sua uscita in volume. Finalmente, esso è disponibile su Amazon come ebook - o in versione cartacea, per chi lo volesse. Buon proseguimento di lettura!  Quante cose possono esserci, in una notte di Pavia? C'è la passione a fuoco lento fra la metallara Diana e la collegiale Margherita. Ci sono le faide semiserie fra ordini goliardici rivali. Ci sono i concerti allo Spaziomusica. Ci sono amore e gelosia, dietro un volto orgoglioso. Ci sono la musica discotecara e le drag queen di Arcigay, al Caffè Teatro. Ci sono sogni enigmatici e rivelatori. Tante rose lungo un solo filo d'Arianna... Disponibile come Kindle o print on demand . Il volantino originale de Le rose della notte.

Nilde Ario - Un gotico in salsa pavese

Per chi ha amato La vergine di ferro   e La nipote del diavolo, c'è una bella notizia: le vicende di Nilde Ario sono uscite in un unico volume , su Amazon. La copertina di Nilde Ario: Un gotico odierno in salsa pavese . Questo volume raccoglie due romanzi a puntate già usciti sulla testata on line Uqbar Love e sul blog Il filo di Erica . Essi raccontano la storia di Nilde Ario: ragazza goth scampata alla morte quando era già sul feretro e impegnata in una personale battaglia contro un sostituto paterno dominante. In una cornice odierna e pavese, la storia riprende atmosfere tipiche del romanzo gotico, con qualche cenno di esoterismo. Una vicenda di armi e di amori, insolita nella narrativa attuale, ma nata da un autentico bisogno d'immaginare e raccontare. Se desiderate la versione per Kindle, cliccate qui . Se preferite ordinare una copia cartacea (da far stampare su richiesta), cliccate qui . Buona lettura... o ri-lettura. P.S. Qualora qualcuno si domandasse da ...

Lo Zen e la Bibbia

Il Giappone è un luogo dove l’incontro fra tradizioni spirituali locali e Cristianesimo è stato molto aspro. Ma anche quello dove sono nati risultati originali. L’esperienza di J. Kakichi Kadowaki ne è un esempio. Nato nel 1926, crebbe nell’ambito del Buddhismo Zen. Nel 1950, entrò nella Compagnia di Gesù e fu ordinato sacerdote nel 1960. Il suo maestro zen fu Sogen Omori, presidente della Hanazona University e appartenente alla scuola Rinzai. Fra i suoi libri, ne è particolarmente famoso uno a sfondo autobiografico: Lo Zen e la Bibbia , pubblicato in Italia dalle Edizioni Paoline nel 1985 (trad. di Giuseppe Mariani). L’intento principale del libro è rispondere a una domanda che l’autore si è sentito spesso rivolgere: “Perché un sacerdote cattolico pratica lo Zen?” Domanda tutt’altro che oziosa, in tempi in cui non andava certo di moda il confronto interreligioso. Da seminarista, Kakichi Kadowaki non aveva il permesso di partecipare a un sesshin (= ritiro spirituale zen). Praticava...

Le rose della notte - III, 5

Parte III: Il canto della mosca 5. Marcello teneva il capo chino, incrociando le braccia sul petto. Con quei jeans, la giacca a vento e i ricci castano scuro non nascosti dalla parrucca, era impossibile ricollegarlo alla scintillante Greta Sgarbo. Diana osservò divertita quell’originale – o quell’ alter ego ? – ombreggiato dal porticato.             Erano nel cosiddetto Cortile delle Magnolie, uno dei chiostri dell’università pavese. Gli alberi eponimi li guardavano a distanza, lucidi e scuri come il silenzio. Accanto a loro, Ugo Foscolo dormiva nell’effigie di marmo, sul sarcofago che gli aveva scolpito Zulimo Rossellini, per la tomba in Santa Croce a Firenze – prima che fosse inspiegabilmente rifiutato.              «Sei molto preoccupata per la tua relazione con Margherita, allora?» riprese delicatamente il ragazzo, alla fine. L’amica deglutì e di...

Le rose della notte - III, 4

Parte III: Il canto della mosca 4. Il cellulare di Margherita squillò. Lei abbandonò le dispense sulla scrivania e rispose.             «Ciao… Sono Chiara!»  «L’ho visto sul display» le sorrise l’altra, di rimando. «Dimmi». «Ti chiamo da parte del S.O.P.A.» riprese Chiara, alias Lobelia DeMona. La sua voce sottintendeva uno sfizioso mistero. «Tu scrivi ancora per il mensile universitario, vero?» «Certo!» «Bene… Allora, la mattina dell’11 novembre, passa in Piazza della Vittoria, con macchina fotografica e taccuino… perché ci sarà qualcosa d’interessante. »             Automaticamente, Margherita cercò con gli occhi l’armamentario da giornalista, abbandonato su una sedia, nella cameretta di collegio. «Ricevuto!» ammiccò al cellulare. Salutò Chiara e si rimise alla scrivania. Una fossetta di piacevole aspettativa le pizzicava la guancia. [Co...

Le rose della notte - III, 3

Parte III: Il canto della mosca 3. Il ragazzo si lasciò alle spalle la notte autunnale ed entrò nel Black Bull Pub. Fissò la saletta, con gli alti sedili in legno e i tavolini già gremiti di compagnie, con birre d’ogni colore. Il televisore ronzava, trasmettendo un programma che lui neppure guardò. Il tizio muscoloso e tatuato dietro il bancone gli gettò un’occhiata e gli indicò la scala per cui doveva scendere.             Con un cenno del capo, il ragazzo ringraziò e si avviò. Il suo abbigliamento era a dir poco insolito, per quel locale. Sulle spalle aveva un manto con cappuccio, rosso e bordato di giallo. Sulla spalla, era ripiegato un appuntito berretto in feltro – la cosiddetta feluca – tinta di nero e senza alcun pendente, fra gli ammennicoli. Al collo, la figura portava una placca in pasta al sale, raffigurante una spada stilizzata e la sigla “E.O.L.”         ...

Le rose della notte - III, 2

Parte III: Il canto della mosca 2. Diana, di scatto, allontanò da sé il manuale dalla copertina patinata e si prese la testa fra le mani. Il suo compagno di tavolo – un ragazzo con zazzera ondulata e occhiali cerchiati di celluloide – la guardò, lievemente accigliato, e spostò la propria tazza di cappuccino al latte di soia. Quel moto sembrò riscuotere la ragazza. Verificò rapidamente di non aver rovesciato il mezzo guscio di noce di cocco contenente le bustine di zucchero e che non ci fossero macchie sul piano in legno.             Il “Sottovento” era pervaso da note di reggae. La Marisa badava ad asciugare alcuni bicchieri. Era pomeriggio e c’era poca clientela – gli studenti del polo S. Tommaso sarebbero arrivati solo di lì a due ore. Quei pochi – come lei – cercavano di studiare qualcosa, magari con le cuffie nelle orecchie.  Diana guardò il fondo grumoso della tazzina e si domandò se le servisse altro...

Le rose della notte - III, 1

Parte terza: Il canto della mosca 1. Quella notte di metà ottobre, un sogno aleggiò sulla materia cerebrale di Margherita, come un Incubus insolitamente aereo. Vide membra nel pieno fiorire dei loro muscoli e nervi, tese in una posizione innaturale. Una croce. Ma, anziché essere legata a due legni incrociati, la figura era stretta da steli di rose d’un rosso quasi nero e ritorte come funi. Rivoli di sangue arabescavano lo splendido corpo, michelangiolesco nel suo vigore, ma – inequivocabilmente – di donna.      Lo sguardo onirico di Margherita risalì fino al volto, reclinato su una spalla. Labbra nere, fronte e guance rigate di porpora – ma sorridente come una sfinge. Il viso di Diana. Gli occhi mori, rilucenti nell’estasi dello strazio, si posarono su di lei. La ragazza ne bevve il potere ipnotico, perdendo il senso del proprio peso immaginario. La bocca della tormentata si stava muovendo. Senza alcun suono, Margherita ne comprese le parole. ...

Le rose della notte - II, 8

Le rose della notte Parte II: Il cielo in fiamme 8. La Kawasaki frenò davanti al cancello di una villetta, fuori dal centro. Qualche metro quadrato di verde immerso nella notte faceva da contorno a un edificio a due piani, con un portichetto. Diana scese dalla sella e aprì la serratura. Anche Margherita smontò e si tolse il casco, mentre l’altra accompagnava la moto al riparo. Poi, l’amica le fece strada sul vialetto.             Tacquero, mentre i loro piedi masticavano lentamente la ghiaia. Dalla casa, non arrivavano luci. Davanti all’ingresso, Diana riprese il mazzo di chiavi e ne scelse un’altra. Fece scattare la serratura. Il suo tlack! risaltò grottescamente, nel silenzio.             «Ma… i tuoi non ci sentiranno?» sussurrò Margherita, scrupolosa. «E sono d’accordo?» Fin dall’inizio, aveva saputo benissimo che la serata non sarebbe finita col su...

Le rose della notte - II, 7

Parte II: Il cielo in fiamme 7. I “Pains of Odin” avevano riposto i travestimenti simil-longobardi e avevano sistemato gli strumenti nei bauli delle automobili. Il cielo era nero, ma nessuno di loro aveva voglia di rintanarsi nel sonno.  «Andiamo a bere qualcosa?» lanciò Giorgio. «Io no, grazie» declinò Diana, prendendo il casco. «Devo riportare Margherita in collegio». «Ah… andate a dormire ?» insinuò Michele, malizioso. «Certo. E faresti bene anche tu» rispose Margherita, con soave prontezza. «Il piffero l’hai già suonato abbastanza, per stasera».              Le due ragazze non rimasero a sentire lo scroscio di risate e complimenti alla sua arguzia. Diana salì a cavalcioni della Kawasaki, allacciandosi il casco. L’altra la imitò, stringendosi ai fianchi della centauressa. Qualche roco e sordo suono d’avviamento, e la moto partì.           ...

Le rose della notte - II, 6

Parte II: Il cielo in fiamme 6. Margherita scelse uno degli esili tavolini, nella sala concerti dello Spaziomusica.  I convenuti – creature simili a Diana, con finto cuoio, jeans, catene e borchie quali seconda pelle – si travasavano dal bancone del bar alle sedie, con bicchieri e boccali. I ragazzi avevano chiome vigorose e lunghe barbe, studiatamente incolte. Alcuni erano in piedi, in prima linea davanti alla scena. Solo che i “ Pains of Odin ” non erano ancora entrati.              Margherita non sapeva perché non fosse anche lei là, vicino al focolaio della serata. Dopotutto, lei era la ragazza della cantante. Ne avrebbe avuto diritto anche più degli altri. Eppure, si trovava bene sullo sfondo, nel buio, mimetizzata fra le luci dei faretti. Perché?             Qualcuno le sfiorò il fianco, passando fra lei e la fila degli appendiabiti. Si volt...

Le rose della notte - II, 5

Parte II: Il cielo in fiamme 5. Edoardo scese dall’auto e sbatté la portiera. Lo seguirono  Gennaro, Francesco e Agostino, che era alla guida. Trovarono Giorgio, Michele e Luca, che avevano già parcheggiato nel cortile dello Spaziomusica.             Il concerto sarebbe cominciato alle 21:30. I “Pains of Odin”, naturalmente, si erano organizzati per arrivare con un certo anticipo, fare le ultime prove e cenare in santa pace.             «Ma… Diana dov’è?» fece Luca, aggrottando le spesse sopracciglia castane. «Ha detto che arriverà più tardi» precisò Agostino. «Deve andare a prendere la sua tipa in collegio».             Edoardo non disse nulla. Ma una durezza vitrea si coagulò sul suo volto biondo. Un occhio esperto non avrebbe dubitato della sua gelosia. Si chinò nel baule aperto e recuperò la c...