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Visualizzazione dei post con l'etichetta luigi pirandello

"La stranezza": Pirandello, il teatro e la realtà

Sono nati vivi e vogliono vivere. Poco importa che siano “solo” personaggi: come si nasce fiore, albero o pietra, così pure si nasce personaggio. Hanno un loro moto, loro pensieri, loro sentimenti. Più che creazioni, sono figli. Ma il loro padre non riesce a metterli al mondo. Non può o non vuole scrivere quel benedetto dramma. Per lui, evidentemente, loro sono troppo veri per poterli inquadrare nelle convenzioni del teatro. Ecco, dunque, che i sei personaggi gli sfuggono di mano (apparentemente) e vanno a cercarsi un altro potenziale genitore.  Foto tratta da Wired.it             È la celeberrima trama dei Sei personaggi in cerca d’autore (1921), il capolavoro di Luigi Pirandello. La storia della composizione di questa commedia ha ispirato un film ugualmente tragicomico, La stranezza (2022; regia di Roberto Andò). Il cast è certamente di richiamo, visto che vede Toni Servillo nei panni del grande autore siciliano, nonché ...

"L'Uomo dal Fiore in Bocca": parla la Donna Vestita di Nero

Il 24 marzo 2023, al Teatro Politeama di Manerbio, è andata in scena una rappresentazione alquanto insolita de L'uomo dal fiore in bocca , un atto unico che Luigi Pirandello compose nel 1923. L'autore lo scrisse in forma di dialogo tra l'Avventore di un caffè e l'Uomo dal Fiore in Bocca, per l'appunto. Sembrerebbe uno di quegli incontri casuali che servono solo a ingannare il tempo; invece, esso finisce per affrontare una delle massime verità esistenziali: la morte. Perché "il fiore in bocca" è un epitelioma che non lascerà scampo al protagonista.  Come avviene solitamente nei drammi pirandelliani, i personaggi sono ridotti a maschere . Qualcosa li ha fissati per sempre in una sola forma. Questo qualcosa è ciò che ferma e fissa per definizione: la morte , appunto. A Manerbio, il dialogo è divenuto un monologo , nell’adattamento operato dallo stesso regista, Francesco Zecca. Il disegno delle luci era di Alberto Tizzone; delle scene, si erano occupate l...

A Manerbio, si apre il sipario

Ridere, piangere, riflettere: tre reazioni che il teatro non manca mai di suscitare. A Manerbio, ci prepariamo a sperimentarle come ogni anno al Politeama. Dall’ottobre 2022 all’aprile 2023, infatti, sarà in corso la XXVI Stagione Teatrale di Manerbio . Una buona notizia per gli amanti del genere è che il Politeama è abilitato per gli acquisti di abbonamenti e biglietti con la Carta del Docente e 18App . Le serate saranno di venerdì, alle ore 21:00.              L’inizio della stagione si annuncia scoppiettante, con Stivalaccio Teatro e i suoi Buffoni all’Inferno  (soggetto originale e regia di Marco Zoppello – con Matteo Cremon, Michele Mori e Stefano Rota). Abbiamo già conosciuto questa compagnia per via dei suoi Romeo e Giulietta e Don Chisciotte . Stavolta, essa ci porterà nella Venezia del 1575. Un’epidemia di peste ne ha decimato gli abitanti, sovraffollando l’Inferno. Ecco che Belzebù dovrà ricorrere a sconti di p...

Essere o apparire? Il dilemma arriva a Manerbio

La cameriera Marietta (Sara Tomasoni) "accudisce" la vecchia zia (Elisabetta Provezza). Sullo sfondo, Lello (Giancarlo Maggini) e suo padre Carlo (Ennio Donini). La vita è teatro e il teatro la finzione più vera. Questo potrebbe essere il motto della compagnia manerbiese “Le Muse dell’Onirico” . Essa ha già partecipato a feste cittadine, fornendo figuranti per la Shopping Night 2016 (a tema “Canto di Natale di Ch. Dickens”), per il Carnevale 2017 , interpretando i conti Luzzago, e per la "Stagione delle Fiabe" 2017 . Tra la provincia di Brescia e quella di Cremona, ha più volte replicato la commedia Essere o apparire: questo è il dilemma . Il 20 gennaio, anche i manerbiesi potranno assistervi, al Teatro Civico “M. Bortolozzi”. L’allenamento degli attori, la drammaturgia e la regia sono a cura di Davide Pini Carenzi, regista e attore professionista. Scene e costumi sono a carico della compagnia stessa, mentre di luci e suono si occupa Augusta Capra.     ...

Essere o apparire, questo è il dilemma

La vita è teatro e il teatro la finzione più vera. Questo potrebbe essere il motto della compagnia manerbiese “Le Muse dell’Onirico” . Essa ha già partecipato a feste cittadine, fornendo figuranti per la Shopping Night 2016 (a tema “Canto di Natale di Ch. Dickens) e per il Carnevale 2017, interpretando i conti Luzzago . Il 22 aprile 2017, hanno esordito al Teatro Sociale di Quinzano d’Oglio con la loro prima commedia, “Essere o apparire: questo è il dilemma” . Ha già avuto luogo una replica al Teatro Gonzaga di Ostiano, in provincia di Cremona (6 maggio 2017). L’allenamento degli attori, la drammaturgia e la regia erano a cura di Davide Pini Carenzi , regista e attore professionista. Scene e costumi sono stati a carico della compagnia stessa, mentre di luci e suono si è occupata Augusta Capra.              “Essere o apparire: questo è il dilemma” è tratta da “Fumo negli occhi” (2002) di Faele e Romano. Il riadattamento ...

Brave New World

“Ed ecco, mi cacciavo, di nuovo, fuori, per le strade, osservavo tutto, mi fermavo a ogni nonnulla, riflettevo a lungo su le minime cose; stanco, entravo in un caffè, leggevo qualche giornale, guardavo la gente che entrava e usciva; alla fine, uscivo anch’io. Ma la vita, a considerarla così, da spettatore estraneo, mi pareva ora senza costrutto e senza scopo; mi sentivo sperduto tra quel rimescolìo di gente. E intanto il frastuono, il fermento continuo della città m’intronavano.             «O perché gli uomini,» domandavo a me stesso, smaniosamente, «si affannano così a rendere man mano più complicato il congegno della loro vita? Perché tutto questo stordimento di macchine? E che farà l’uomo quando le macchine faranno tutto? Si accorgerà allora che il così detto progresso non ha nulla a che fare con la felicità? Di tutte le invenzioni, con cui la scienza crede onestamente d’arricchire l’umanità (e la impoverisce, perché costa...

Un'iniziazione sentimentale

La prima cosa che mi vien da dire è che lo trovo un film intensamente maschile. Anche se si svolge sotto il segno d’un nome di donna,  Malèna (2000).             Regia e sceneggiatura di Giuseppe Tornatore, colonna sonora di Ennio Morricone e Monica Bellucci nel ruolo eponimo: tutto “nostrano”, insomma. Anche l’ambientazione è posta in un villaggio siciliano, di quelli che l’immaginario “settentrionale” ama dipingere come “arcaici”. Di sicuro, G. Tornatore ne fa un luogo di chiusura, aridità del cuore prima ancora che del pensiero: uno scoglio indurito in frustrazioni e desideri repressi. Quasi per contrappasso, qui è nata una sirena, il simbolo di tutto quel che il villaggio brama e rimuove: Malèna, appunto.             Con la sua cornice temporale (i primi anni ’40) e la presenza della “grande Storia”, verrebbe la tentazione di definirlo “neorealista”. M...

La fortuna d'esser cavallo

Un argomento all'ordine del giorno è la qualità della vita. Espressione aerea che diventa, di volta in volta, il contenitore di aspirazioni ed inquietudini. Forse, la qualità della vita prende forma e colore solo in quell'andito segreto della mente che resta impenetrabile -in fondo- a qualunque filosofia. A voler ben guardare, è un rinfrescamento dell’antico concetto felicità. Si è trasformato in qualità, per adattarsi alla sensibilità odierna. L’uomo di oggi sceglie, fra varie proposte di vita, quella che gli pare più degna del prezzo. Non lo fa solo in casi estremi; è un atteggiamento quotidiano, in sordina. Come se un caval donato valesse più d’un altro. In ogni caso, provo a proporre la mia versione: la più alta qualità della vita è quella raggiunta, appunto, da un cavallo.             Così lo descrive Luigi Pirandello (1)   : un cavallo vecchio, abbandonato dal padrone, ormai randagio. Al colmo dello sfacelo, il cavall...