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Visualizzazione dei post con l'etichetta amicizia

Eravamo due amiche al bar

Ho continuato a rigirarmi in bocca questa storia come una patata bollente da quest'estate, perché davvero non sapevo come raccontarla. Semplicemente, eravamo due amiche al bar e stavamo prendendo il caffè insieme, dopo tanto tempo che non riuscivamo a vederci di persona. I nostri lavori e le nostre vite ci avevano allontanato, come spesso succede. Ma un bel caffettino alla prima occasione non manca mai. E di cos'abbiamo parlato? Lei mi ha detto del suo lavoro di operaia, di come, al momento, si trovasse piuttosto bene. Ma la "patata bollente" che mi ha lasciato in bocca risaliva a prima , a una sfortunata esperienza precedente. Aveva trovato un impiego nel settore del confezionamento di cosmetici, con la prospettiva di un contratto a tempo indeterminato. Si trattava di maneggiare scatoline di cartone: beh, poteva farcela, no? "Hai capito come si fa? Ecco, adesso devi farne trecento in un'ora." Prego? Comunque, si era messa d'impegno. Trecento o non ...

Addio a Vincenzo Calò, poeta e scrittore

  E chi di voi non lo conosceva?  Vincenzo Calò alla Biblioteca Civica di Manerbio (BS) Era un ospite fisso, su questo blog. Intervistava poeti, saggisti e narratori; recensiva le loro opere; i suoi interventi finivano regolarmente qui, oltre che su Roma Capitale Magazine . La sua era una penna difficile da comprendere, ma sempre di spessore. Non ha mai smesso di dedicarsi alla diffusione della poesia e della letteratura in generale, per quanto fosse difficile e per quanto la sua situazione personale non fosse certo di lusso. Solo la malattia l'ha fermato. Si è spento l'11 ottobre 2022 , verso mezzogiorno. Era prevedibile, per i pochissimi che ne conoscevano le condizioni. Eppure, nessuno era davvero pronto per la notizia. Qualcuno, all'inizio, non ci ha creduto. Aveva trentanove anni e non era mai stato vecchio, né fuori, né dentro. Qui avevamo già raccontato la sua storia. Mi sembra doveroso aggiungere un'altra sua pubblicazione: La sicurezza e il pensiero cardiopati...

Amicizia, emozioni e ricordi coi Blu Angels

I Blu Angels al Gatto Caffè di Manerbio Dopo un anno, la cover band dei Blu Angels è tornata nel paese natale, Manerbio. È infatti qui che si formò il gruppo degli “angeli blu” dal nome angloitaliano: nel 2001, Diego Baruffi, con Giovanni Primomo e il compianto Davide Brignoli decisero di far rivivere per passione i grandi successi italiani degli anni ’60 e ’70 - e non solo. Attualmente, rimangono i primi due membri fondatori, accompagnati da: Ugo Mangeri (chitarra acustica); Jimmy Blake  (chitarra elettrica); Roberto Hermoch (batteria). Diego è il cantante, Giovanni il tastierista. Roberto è colui che, trentatré anni fa, insegnò a Baruffi a suonare la batteria. Ugo entrò nella band per caso, in seguito a una conversazione in cui si parlava di musica.              Questa è la formazione che ha suonato al Gatto Caffè di piazza C. Battisti, il 15 giugno 2018. Un tipico concerto estivo all’aperto , di quelli che c...

Coperte d’amore: Nicoletta Manganelli, le sue amiche e il patchwork

Il patchwork (“lavoro a pezze”) è un’antica arte nata per necessità: quella di coprirsi e vestirsi riutilizzando i pochi tessuti a disposizione. Oggi, è una passione, nata dal piacere di giocare con le forme e i colori delle stoffe. È anche un modo per stare insieme. Con questa tecnica, si realizzano spesso trapunte: coperte a tre strati. La “trapuntatura” è, appunto, la cucitura che li unisce. Dal 21 al 23 aprile 2018, i manerbiesi hanno potuto gustare quest’arte nella Biblioteca Civica , che ha ospitato la mostra: “Storie di pezze e di amicizia” . Essa raccoglieva le realizzazioni di Nicoletta Manganelli , maestra di cucito, e delle sue allieve-amiche. L’idea dell’evento è stata offerta al bibliotecario Giambattista Marchioni da Gabriella, una delle espositrici. Giambattista ha aggiunto l’idea di creare una grande parete composta da pezze di stoffa, offerte dai manerbiesi. In questo modo, il patchwork, oltre che una storia d’amicizia, ha concretizzato una comunità.  ...

Tra il bianco e il nero

Un plin! apre anelli d’aria attorno al tuo dito. Giochi, Attico, tra il bianco e il nero dei tasti; una piega bruna nelle ciglia. S’acquatta la tua anima nei propri “dolci bruttissimi versi” (1) -così li direbbe Gozzano. Anch’essa ha lo sfarzo goffo d’un melodramma: grappolo di ninnoli, “palpiti” e “ardori”, che pure strappan, tra i sogghigni, una lacrima. Ho numerato i tuoi eccessi in un libretto di rime spaiate, abbozzato nel margine fra il cuore e il capriccio. Poi, li ho cullati uno per uno e ho sorriso –sono loro a tenermi qui, beata nei velluti grotteschi d’un palco che guarda sul tuo cuore. (1)     Cfr. Guido Gozzano, “L’amica di nonna Speranza”, I Colloqui (1911), v. 32. Pubblicato su: AA.VV., Dieci anni I, a cura di I.v.a.n. Project, Villasanta (MB) 2017, Limina Mentis , p. 24

Una rete d'insidie?

Cosa succede, quando la sfera della tecnologia e quella delle relazioni s’intersecano? Ne ha parlato la dott.ssa Paola Cattenati del CRIAF (Centro Riabilitazione Infanzia Adolescenza Famiglia) al Teatro Civico “M. Bortolozzi” di Manerbio, il 6 aprile 2017. Con lei, c’era la dott.ssa Lisa Delfini. La serata era intitolata “Il cyber-bullismo e le insidie della rete”; era stata organizzata in collaborazione col Comune.  Le testimonianze dei ragazzi (riportate dalla dott.ssa Cattenati) evidenziavano il carattere totalizzante della tecnologia nelle relazioni e anche l’assenza di riflessione, prima di condividere contenuti. In alcuni casi, le relazioni on line (e non solo per gli adolescenti…) sembrano più soddisfacenti, perché prive di quelle incombenze quotidiane (poco romantiche) che caratterizzano la vita reale. Interagire su Internet comporta anche una maggiore tendenza ad alterare la propria identità. Il forte investimento dei giovani nella vita sociale on line è contrappuntato ...

Ultimi fiori

Così - come di un povero bambino che quando è morto bisogna in mezzo al pianto pensare a prender le misure della bara - poi ci si mette d’accordo col fioraio perché mandi il cuscino e una bella corona - - Rose bianche, narcisi, serenelle, che cosa si usa mettere sul carro di un bambino? - Così - m’impegno oggi a cercare come potrei inviarti questi ultimi fiori dei miei prati […] Milano, 15 maggio 1933 ANTONIA POZZI Ho conosciuto Alessandro Rizzo nel 2014, quando sono approdata al Circolo TBGL “Harvey Milk” di Milano, dopo anni di frequentazione di Arcigay Pavia. Era il mio ultimo anno di università; il dopolaurea mi ha riportato in provincia di Brescia. Ma, per quanto lo permettevano le ovvie condizioni logistiche, non ho interrotto i contatti col Milk.             Così, ho conosciuto anche questo ragazzo riccioluto dal sorriso franco, gentile e affettuoso quasi per necessità fisiologica, p...

Le rose della notte - II, 5

Parte II: Il cielo in fiamme 5. Edoardo scese dall’auto e sbatté la portiera. Lo seguirono  Gennaro, Francesco e Agostino, che era alla guida. Trovarono Giorgio, Michele e Luca, che avevano già parcheggiato nel cortile dello Spaziomusica.             Il concerto sarebbe cominciato alle 21:30. I “Pains of Odin”, naturalmente, si erano organizzati per arrivare con un certo anticipo, fare le ultime prove e cenare in santa pace.             «Ma… Diana dov’è?» fece Luca, aggrottando le spesse sopracciglia castane. «Ha detto che arriverà più tardi» precisò Agostino. «Deve andare a prendere la sua tipa in collegio».             Edoardo non disse nulla. Ma una durezza vitrea si coagulò sul suo volto biondo. Un occhio esperto non avrebbe dubitato della sua gelosia. Si chinò nel baule aperto e recuperò la c...

Le rose della notte - II, 2

Parte II: Il cielo in fiamme 2. Diana si schiarì la voce, mentre Agostino cominciava a pizzicare le corde del basso. Gennaro si era già piazzato dietro la tastiera e Giorgio accarezzava i piatti metallici della batteria con le bacchette. Poco discosto, si era già seduto il trio: Michele, col piffero appenninico; Francesco, con la “musa delle Quattro Province” e Luca, con la fisarmonica. Edoardo aveva già impugnato la chitarra elettrica e fissava Diana, alla ricerca di un segnale dai suoi occhi oscuri.             Si respirava l’aria di ogni inizio, quando ciascuno sfiorava i propri strumenti, generando qualcosa che si librava in attesa, indefinito, nell’imminenza di diventare musica. Come sempre, i “Pains of Odin” si erano radunati nel garage della madre di Agostino, ampio a sufficienza per non farli diventare tutti sordi sul breve periodo, e pazientemente insonorizzato.        ...

Crescere attraverso l'inferno

Fuga dalla scuola media (1995), I passi dell’amore (2002), Elephant (2003). Tutti film ambientati in scuole americane. E, in tutti, il classico schema: le belle, i macho, gli sfigati, i fieri solitari e le vittime di bullismo. Superfluo dire che i bulli coincidono con gli idoli dell’istituto, caratterizzati da prestanza fisica, denaro per agghindarsi all’ultima moda, talento sportivo e successo sessuale. Perfette incarnazioni dei sogni targati anni ’80 - ‘90.             Schegge di follia (1989; regia di Michael Lehmann) non sembrerebbe molto diverso dagli altri, sotto questo punto di vista. Ma ha un penetrante humour nero che, nelle pellicole sopraccitate, non viene raggiunto.              Il titolo originale è Heathers, dal nome che portano tutte e tre le perfide reginette della scuola superiore: Heather Chandler (Kim Walker), Heather McNamara (Lisanne Falk) e Hea...

Anime perdute

Quando Antonio, Norma ed Enrico si erano incontrati all’ombra delle torri, avevano un sottile bagaglio di esperienze in band musicali alle scuole superiori – e di miraggi lunari, nelle anime acerbe. I primi due erano coetanei e compagni di corso, appena immatricolati a Lettere. Enrico aveva un paio d’anni in più, un diploma da perito elettronico e un futuro da ingegnere. Erano uniti da un feticismo per gli Evanescence, Carl Orff e l’electro-medieval . Nella placidità accademica di Pavia, il loro poteva figurare come un singolare incontro d’anime. Ma quel capriccio di poesia non passò mai per la loro mente, ancorata alle sessioni d’esame, agli affitti e alle spese.             Enrico aveva conosciuto Antonio quando questi aveva tentato, sul cellulare, quel numero affisso alle bacheche dell’università. Il più vecchio aveva così accettato di dividere l’appartamento con lui. Fuori dall’orario di lezione, erano una coppia fissa e ...