Un plin! apre
anelli
d’aria
attorno
al tuo dito.
tra il bianco
e il nero
dei tasti;
una piega bruna
nelle ciglia.
S’acquatta la tua anima
nei propri “dolci bruttissimi versi” (1)
-così li direbbe Gozzano.
Anch’essa ha lo sfarzo goffo
d’un melodramma:
grappolo di ninnoli, “palpiti” e “ardori”,
che pure strappan,
tra i sogghigni, una lacrima.
Ho numerato i tuoi eccessi
in un libretto
di rime spaiate,
abbozzato nel margine
fra il cuore e il capriccio.
Poi, li ho cullati uno per uno
e ho sorriso –sono loro a tenermi
qui, beata
nei velluti grotteschi
d’un palco che guarda
sul tuo cuore.
(1) Cfr. Guido Gozzano, “L’amica di
nonna Speranza”, I Colloqui (1911),
v. 32.
Pubblicato su: AA.VV., Dieci anni I, a cura di I.v.a.n.
Project, Villasanta (MB) 2017, Limina Mentis, p. 24
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