S’intitolava
“Stile moresco” la conferenza che ha chiuso il mese di ottobre per la Libera
Università di Manerbio (LUM). Il 26 ottobre
2017, si è riunita per ascoltare la prof.ssa Graziella Freddi.
La Cappella Palatina a Palermo. |
L’assenza d’immagini di esseri reali
in luoghi pubblici, volta a scoraggiare l’idolatria, diede impulso allo
sviluppo di intarsi e decorazioni non figurative di intere pareti: i famosi
“arabeschi”. I motivi geometrici denotavano anche lo sviluppo della matematica
e costituivano una simbologia del cosmo (4 stagioni, 12 mesi…). A questi, si
aggiungano i motivi calligrafici e l’uso del colore: esplosivo, volto a
esaltare la forma. In architettura, fu elaborata una grandissima varietà di
archi.
Lo stile moresco nacque intorno alla
capitale dei califfi omayyadi, Damasco, integrando l’arte ellenica e bizantina.
La Cupola della Roccia (Gerusalemme, 687/691) fu voluta dal califfo omayyade ʿAbd
al-Malik b. Marwān. Il sito su cui sorge era considerato sacro già prima che si
formassero le tre religioni monoteistiche. La Roccia sarebbe la medesima dove
avvenne il mancato sacrificio del figlio di Abramo (Gn 22, 1ss.) e si compì il
viaggio notturno di Maometto fino al cospetto di Dio (sura XVII). L’edificio fu
realizzato da maestranze bizantine. Come le cattedrali medievali, era una
rappresentazione del cosmo su base matematica.
La Sicilia fu conquistata dagli
Arabi sotto la dinastia fatimide (909 - 1171). I dominatori introdussero
efficientissimi sistemi d’irrigazione, oltre a bagni pubblici e privati e a
nuove coltivazioni. Nel 1072, giunsero i Normanni, che non cancellarono la
presenza dei conquistatori precedenti. Uomini di cultura arabi arricchirono
così le scienze e l’architettura. Nove edifici arabo-normanni sono stati
inseriti dall’UNESCO nel patrimonio dell’umanità. Quasi tutti si trovano a
Palermo. Fra di loro, si trovano il Palazzo Reale con la Cappella Palatina
(1130-1143) e la residenza estiva detta Zisa (1165).
Non dimentichiamo i segni della presenza
araba in Spagna. A Cordova, fu costruita una moschea che fu convertita in
cattedrale nel 1236, con molte difficoltà. Ciò che tutt’oggi stupisce è il
ruolo della decorazione (accostamenti di pietre di diverse tonalità, archi
polilobati). È divisa in 19 navate, con 856 colonne, aventi capitelli di stili
diversi.
Il Patio dei Leoni, nell'Alhambra di Granada. |
Granada è famosa per l’Alhambra, cittadella murata e autonoma. Ovunque, vi è scritto il
motto di Nazar il Rosso, che conquistò la città nel 1238 e fondò la dinastia
nasride del Sultanato di Granada. Fra le meraviglie dell’Alhambra, ricordiamo
il Patio dei Leoni: parte dell’abitazione privata del sultano, è dotato di
accorgimenti antisismici. Il Patio sembra imitare il Tempio salomonico, nella
struttura. Quando i re cattolici adottarono l’Alhambra come residenza, essa
diventò rappresentativa anche per la terza religione abramitica. Ciò non impedì
l’emanazione di leggi sulla “limpidezza del sangue” che causarono la cacciata
di Arabi ed Ebrei dalla Spagna.
La lezione della prof.ssa Freddi è
approdata all’Impero Ottomano (1299-1922). Ricordiamo qui il sultano Solimano
il Magnifico (1494-1566) e il suo architetto di corte Mimar Sinan (1489-1588).
Capolavori di quest’ultimo sono la moschea di Sehzade e quella di Süleymaniye. Entrambe
sono monumenti celebrativi voluti da Solimano; sono caratterizzate da ampi
spazi luminosi, apparentemente senza peso. L’intuizione di Sinan fu questa: non
copiare lo stile bizantino, ma reinterpretarlo in chiave ottomana.
Pubblicato su Paese Mio
Manerbio, N. 126 (novembre 2017), p. 15.
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