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Visualizzazione dei post da gennaio, 2019

“Alice nel Paese delle Meraviglie” in teatro a Manerbio

La stagione dedicata ai bambini , al Teatro Civico “M. Bortolozzi” di Manerbio, si concluderà domenica 24 febbraio 2019, con Alice nel Paese delle Meraviglie . Come gli altri titoli, si tratta di un classico, ma rivisitato con brio e originalità. La compagnia è sempre Il Nodo Teatro , con la regia di Raffaello Malesci.              La famosa bambina, forse la più curiosa che sia mai esistita, nacque nel 1865 dalla penna dell’inglese Charles Lutwidge Dodgson (1832-1898), noto con lo pseudonimo di Lewis Carroll . Nella sua vita di tutti i giorni, era diacono della Chiesa anglicana, matematico e fotografo: nulla che facesse pensare alla letteratura fantasy o per l’infanzia. Mai dare per scontati questi uomini seri: sanno sorprendere… Soprattutto, quando incontrano le loro piccole Muse ideali. Nel suo caso, si trattava di Alice Liddell , figlioletta del decano della Christ Church a Oxford. Ispirandosi alla bambina, scrisse appunto Alice nel Paese delle Meraviglie (1865) e Attr

Ubu Re, Alboino e la saponificatrice: fare luce sull’assurdo

Il teatro, forse più d’ogni altra arte, è un modo per rappresentare vivamente ciò che si agita nella psiche dell’essere umano. È ciò che faranno, per l’appunto, le opere teatrali proposte ai manerbiesi per la prima metà di febbraio.              Il 1 febbraio 2019, al Politeama, le Muse dell’Onirico metteranno in scena Ubu Re (1896) di Alfred Jarry. È considerata una pièce precorritrice del Surrealismo e del Teatro dell’Assurdo. La trama nasce dalla fusione di tre famosi drammi shakespeariani: il Macbeth (1606) principalmente, ma anche l’ Amleto (1600/1601) e il Re Lear (1606). Essi sono accomunati dalle tematiche dell’intrigo di corte e dell’abuso di potere. Proprio di questo tratta Jarry, con un linguaggio stralunato, sboccato e con un immaginario vicino a quello infantile. Il personaggio di Ubu sarebbe infatti la caricatura di un insegnante che lo tormentava quando era scolaro. Infantile nel senso peggiore nel termine è il protagonista stesso: bizzoso, egocentrico, volgare.

"Strizzacervelli", "parolai" e "grullerie": l'eterno vizio delle foglie di fico

Si aprirono allora gli occhi di tutt'e due e s'avvidero che erano nudi; quindi cucite insieme delle foglie di fico, se ne fecero delle cinture." (Gn 3,7)  Nelle cosiddette conversazioni "da bar", mi è capitato sovente d'incontrare facile disprezzo verso psicologia, psicanalisi e counseling. Alcuni di questi sfoghi erano dovuti a una pessima idea di taluni: cercare occasioni di lavoro in circoli che trattavano tematiche di affettività e identità personale... senza tener conto del fatto che erano associazioni di promozione sociale senza un soldo e campavano di volontariato. Una caduta di stile, non c'è che dire. Ma nient'altro. La scusa che va per la maggiore è che queste discipline non sarebbero "scientifiche".  Perdonatemi: è una spiegazione risibile. I fenomeni della psiche umana (ancorché indagabili con strumenti come la magnetoencefalografia e il neuroimaging ) non sono attualmente riducibili a formule fisse e universali. E va ben