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Visualizzazione dei post da settembre, 2011

Intimo colloquio

“Non temere” sussurri, piegando i tuoi grappoli d’onde sui miei pensieri fiochi, sulle ombre del silenzio; intorno a noi, la Sera riempie la stanza con i lembi sapienti della veste e un sorriso d’intuizione. Questo è il tuo mondo, farfalla dalle labbra infanti le   cui risa si fanno boccoli di colori. Lo credevo diverso, troppo vago per il mio cuore che traccia a linee nette di parole il suo volto. La tua stanza riflette il caos gioioso d’un eterno gioco a cui sfidi il pianto e il ner peso della terra; non avresti capito –pensavo- la cura discreta con cui poso, ogni giorno, un’altra pietra di vita. Non c’è gioco nell’arte di plasmare il mio mondo strano, forse troppo pensiero –e di me ride l’inconscio. Così ti ho lasciato sulla mia porta, nell’attesa che si aprisse al tuo aroma di freschi campanelli. Ed infine la Sera ti ha portato, nuova di rore, a dirmi una saggezza sorella del mio cuore; la tua mano ha donato l’ultima pietra al mio universo e, con una parola, l’hai appeso alle stell

La tessitrice di parole

<<Hai capito cosa faccio alle parole?>> ha sussurrato. <<Le corteggio, le prendo per mano e le intreccio in tessuti completamente nuovi...>> I poeti Noi siamo l'Occhio mischiato al rumore che risale dai visceri feroci della vostra civiltà di sudore. Con dita di nebbia, sfogliam le voci tessute, come le aranee, ai crocicchi fra le braccia di metalliche croci; ne rubiamo tremuli, implumi scricchi e li portiamo nelle nostre alcove per farne parola che il sole appicchi. Il nostro passo è brezza che muove i muri macchiati e i cartelli stinti, lasciando tremori e carezze nuove. *    *    * Forse ti han tessuto dita di vetro, nell'antro ove si rifugia la luna ed ululan le voci senza verbo. Scivoli dalle porte dei Sogni ed il dormiente beve dal tuo ciglio il ner che inebria e l'argento che uccide. Poi, in un soffio, tu gli riapri gli occhi e sorridi -spruzzando acqua sul cuore. *    *    * L'immortale Πάντα   ‘ρε̃ι ‘ώς ποταμός. (ERACLITO) I m

A Silvia Avallone

o                                                         Gentile Silvia Avallone, ieri ho terminato di leggere "Acciaio". Sto ancora rielaborando le (ottime) impressioni che mi ha lasciato. Del resto, trovo che in un romanzo sia apprezzabile soprattutto questo: la capacità di lasciare al lettore una miriade di punti interrogativi, come tante piccole porte. Verrebbe voglia di definire la tua opera "verista", per il vivido ritratto della realtà che descrive e l'evocazione di una piccola, vivissima comunità. Tuttavia, è evidente il soffio di sensibilità femminile che lo pervade e regge, cosa che lo distingue dal Verismo comunemente detto. Non si può dire che il romanzo sia basato sui "colpi di scena"; tuttavia, sorprendono i ruoli dei personaggi, che sembrano quasi rovesciarsi -in alcuni casi- nel corso della narrazione. Alessio, per esempio, sembrava una figura secondaria; invece, la sua morte profetizza la fine dell'acciaieria e precede la svolt

Erica Gazzoldi e Delia Vaccarello

Cara Delia, ho appena finito di leggere il tuo romanzo, "Quando si ama si deve partire". Ricercavo in esso la prosa magica e scorrevole di "Amore e vendetta", non rimanendo delusa. Credo che il fascino del tuo stile sia proprio nella sua naturale commistione di narratività e lirismo, nel suo scorrere liscio come un canto. La tua penna guida con perizia e stupore nei meandri della psiche; ciò è evidente soprattutto quando descrivi i sogni dei personaggi. Mi ha colpito il ruolo riservato al cucciolo ritrovato e seppellito da Angela: attraverso i suoi ricordi e la rielaborazione del suo inconscio, acquista una sorta di significato assoluto, diviene simbolo ricorrente e fa riemergere il trauma infantile della protagonista. Un altra sfumatura che vorrei sottolineare è lo "sguardo d’acqua" di Andrea, che sembra suggerire un’ermeneutica del mondo.Mi sono piaciute ripetizioni studiate: quella del ricordo di Cesare nel suo stesso funerale e quella delle impressio

A Davide Castiglione

Caro Davide, ho appena terminato di leggere "Per ogni frazione". Una lettura non facile, che mi ha fatto tornare più volte sullo stesso punto. Per la tua poetica, parlerei di "ermetismo cerebrale", se ti piace questa espressione. Nei percorsi arditi delle parole, il filo che mi guidava era una situazione o un luogo, che aveva innescato la catena delle associazioni poetiche. Cercavo così di calarmi in te, per rivivere le riflessioni, prima ancora che capirle. Ho perciò visto che le tue liriche sono quanto di più vicino sia possibile allo scheletro del pensiero . Anziché costruirvi sopra discorsi pastosi, l'hai distillato e portato alla luce. Esso si ritrova sulla pagina, nitido e adamantino. Questa -credo- è la forza dei tuoi versi. :-) Su Per ogni frazione , Campanotto Editore

A Dario Bertini

Caro Dario, ho da poco terminato di leggere la tua raccolta. Il titolo è efficacissimo; mi è piaciuta l'allusione alla "distillazione del senso". Così, appunto, mi sono parsi i tuoi versi: un distillato di autobiografia, tanto puro da superare i confini della pura e semplice esperienza personale. Leggendo i tuoi versi, ho cercato di (ri)viverli in prima persona, per quanto è possibile. Ti ringrazio di questi momenti che regali... di contrabbando. ;-) Su "Distilleria di contrabbando", Edizioni Cardano