Se c’è qualcuno in grado di spiegare a grandi e piccini la solitudine e la Sehnsucht dell’artista, quello è Tim Burton. Lo dimostra in Edward Mani di Forbice , ma ancor più –a mio avviso- in The Nightmare Before Christmas. Il mondo del poeta –o, meglio, dell’attore di teatro- è quello della notte, in cui ogni illusione ed ombra assume concretezza. Ecco, dunque, che Burton piazza il suo artista-dandy nella Città di Halloween. L’atmosfera della festa, con la sua familiarità allo spettatore, lo catapulta senza sofisticherie nella sfera del lunare, del misterioso, dell’oscuro. Il tempo e il luogo della storia sono il non-tempo e il non-luogo degli archetipi, delle esperienze note all’Uomo in quanto tale, che consacra gli aspetti fondamentali del ciclo della vita nelle feste. Anche il suo lato più tetro (la morte, la paura) merita una consacrazione –che è appunto quella residua nella festa di Halloween. ...
Mi piace pensare a un blog come a una porta aperta su dimensioni diverse, dal fantastico al reale... come a qualcosa che ci porta una boccata d'ossigeno. Qui troverete libri, film, pensieri, ironia, arte, cronaca e storia locale. Una scatola a sorpresa, ma sempre con un occhio per cultura e creatività.