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Una serata tragicomica con le Muse dell’Onirico

Emanuela Soffiantini in Corto circuito Anche se il periodo delle quarantene ha inferto grossi colpi alle attività teatrali, la compagnia manerbiese “Le Muse dell’Onirico” c’è ancora, eccome. La sua vocazione alla commedia sofisticata l’ha portata a organizzare “Una serata tragi-comica” al Teatro Civico “Memo Bortolozzi” di Manerbio, il 5 maggio 2023. Tre brevi commedie si sono susseguite, mettendo in scena tre donne non più giovani, ognuna portatrice di una differente situazione esistenziale.              Corto circuito di Aldo Nicolaj , per esempio, presentava un caso d’ansia patologica e totalizzante. La protagonista, interpretata da Emanuela Soffiantini (con la regia di Luciano Sperzaga), era un’anziana signora dominata dal terrore per qualsiasi eventualità della vita. Le sue fobie l’hanno portata a confinare la propria esistenza in un appartamento all’ultimo piano d’un condominio. Sembrerebbe aver trovato così la prop...

"Se gli altri non ti amano, devi essere tu ad amarti!" Davvero?

  "Se gli altri non ti amano, devi essere tu ad amarti!" È un pensiero che va alquanto di moda. Non nego che abbia la sua seduzione e un fondo di verità. Le persone che non sanno amarsi , che odiano una parte di sé, provano sentimenti di cattiva qualità anche verso gli altri. Dato che si giudicano, per loro è normale giudicare. Dato che non si accettano, per loro è giusto non accettare. L'odio che provano per sé è la lente attraverso cui guardano il prossimo. Finché non se la toglieranno dagli occhi, dalle relazioni non potranno aspettarsi un granché.  Ma... investire su di sé tutto l'attaccamento emotivo che non si riesce ad avere verso altri? Idolatrare se stessi perché i rapporti col prossimo sono bollati come "non appaganti"? Non ci vuole un luminare per capire che questa è la descrizione di un atteggiamento narcisistico, altro argomento di moda. Anche qualora non si presentasse il vero e proprio disturbo di personalità, non sarebbe comunque una soluzio...

"I panni si lavano in casa": una mostra

Attualmente, ritengo sacrosanto evidenziare come una coppia di persone legate da una bella amicizia e che lavorano in ambito ospedaliero provando a salvare delle vite dal Coronavirus se lo siano buscato.    Barbarah Guglielmana e Ilaria Francesca Martino han dovuto quindi distaccarsi dall’agone sociale, per trascorrere la quotidianità con la temperatura corporea da controllare assiduamente, indebolite alla radice del loro essere, a tal punto da reinventarsi i sensi con una ricerca certosina che porti a un tesoro costituito dal timore di non farcela in solitudine, come dalla necessità di venire tutelate per qualsiasi volontà destante oltremodo imbarazzo; da comprendere però, in mancanza di certezze, e dunque quantomeno consapevoli tutti di poter rappresentare un peso morto per gli altri.   Vale dunque rischiare di esistere, come?   Queste donne hanno elaborato, artisticamente parlando, degli abiti per risaltare della fisicità e andare oltre, caratterizzando ...

Joker: la risata di molte follie

«Ho sempre creduto che la mia vita fosse una tragedia. Ora, mi accorgo che è una c***o di commedia». Già: come sa il buon Aristotele, perché vi sia tragedia occorrono pietà e terrore. E Arthur Fleck, detto Joker (Joaquin Phoenix), è privo di entrambe.  Fonte: indiewire.com             Joker (USA, 2019; regia di Todd Phillips) è il celebre film ispirato a uno dei supercattivi di Gotham City. Una volta tanto, quel pipistrellone palestrato e viziato di Batman è fuori dai piedi. È incredibile quanto possa diventare seria una storia, quando l’eroe viene rimosso. Tolto l’improbabile superuomo, infatti, resta l’uomo : dolore, povertà, follia, cose drammaticamente reali.             « Sono io che sto impazzendo o stanno impazzendo tutti gli altri? » È una delle prime battute che sentiamo pronunciare al protagonista, mentre parla con una ps...

Dopo Basaglia, il diluvio? Voci di ordinaria psichiatria

Chi più, chi meno, abbiamo sentito tutti quanti nominare la “legge Basaglia” : quella popolarmente nota, appunto, col nome dello psichiatra Franco Basaglia (Venezia, 1924 - ivi, 1980). Si tratta della legge 13 maggio 1978, n. 180 : “Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori” , pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 16 maggio 1978, n. 133. La sua promulgazione, per l’appunto, era legata a doppio filo con fermenti di riforma che vedevano protagonista il suddetto. La direzione intrapresa era quella di una “psichiatria dal volto umano”, meno repressiva e autoritaria. Liberi tutti, dunque? Siamo nell’era della “psichiatria felice”?  Purtroppo, testimonianze odierne mostrano che il cammino dei pazienti e delle loro famiglie è tuttora una strada in salita, non priva di incomprensioni col personale medico e di carenze istituzionali. Due storie che ci toccano da vicino, per la giovane età delle persone coinvolte, sono quelle a cui daremo voce oggi.   ...

Sii uno di noi

People are strange when you're a stranger,/Faces look ugly when you're alone… (The Doors). Quando si è estranei, tutto è strano. Si vedono pericoli in ogni ombra, ma - soprattutto - non si vede il vero volto delle persone. Quello che dovremmo temere.  In questo senso, Michael (Jason Patric) e Sam Emerson (Corey Haim) sono Ragazzi perduti   (1987; regia di Joel Schumacher). Il titolo originale è The Lost Boys, espressione con cui il buon J. M. Barrie indicava i compagni di Peter Pan. I bambini che si trovano sull’Isola-che-non-c’è non possono crescere - e avrebbero bisogno di una madre. Quella di Michael e Sam - Lucy (Dianne Wiest) è dolce e protettiva; ma ha appena divorziato dal marito e fa fatica a occuparsi dei figli, per quanto ci provi. Per questo, si trasferisce a casa dell’eccentrico nonno (Barnard Hughes), a Santa Carla. Apparentemente, è una vacanziera cittadina californiana, con tutto quel che serve per godersi i consumistici anni ’80. Ma ha un doppio volto che...

Volontà di potenza

Volontà di potenza. Un’espressione ormai demonizzata, perché comunemente collegata alla sopraffazione, alla quasi omonima “politica di potenza”, al disprezzo del più debole.             Solo pochi sanno coglierne un altro significato - forse, quello più vero. Sono coloro la cui anima è stata baciata dal Veleno Blu .   Passano la vita appesi a un crine di cavallo, come la spada di Damocle, sopra il baratro della depressione. Non è un male storico; non può essere ricondotto alla lotta di classe, allo sfaldamento delle ideologie, ai conflitti in corso. È nato con loro, solo con loro morirà. Per questo, guardano con distacco e ironia a ogni discorso ufficiale e alle categorie dei manuali di storia. Non è qualunquismo o ignoranza: è consapevolezza che non tutta la realtà può essere triturata e digerita da quel lessico. Il Veleno Blu, per esempio, non può. Non è nemmeno egoismo. Costoro hanno, spesso, passato la vita a o...

La realtà

“Oh, fine pratico della mia poesia! Per esso non so vincere l’ingenuità che mi toglie prestigio, per esso la mia lingua si crepa nell’ansietà che io devo soffocare parlando. Cerco, nel mio cuore, solo ciò che ha! A questo mi son ridotto: quando scrivo poesia è per difendermi e lottare, compromettendomi, rinunciando a ogni antica mia dignità: appare, così, indifeso quel mio cuore elegiaco di cui ho vergogna, e stanca e vitale riflette la mia lingua una fantasia di figlio che non sarà mai padre… […] Non lo nascondo, se nulla ho mai nascosto: l’amore, non represso, che mi invade, l’amore di mia madre, non dà posto a ipocrisia e viltà! Né ho ragione per essere diverso, non conosco il vostro Dio, io sono ateo: prigione solo del mio amore, per il resto libero, in ogni mio giudizio, ogni mia passione. Io sono un uomo libero! Candido cibo della libertà è il pianto: ebbene piangerò. È il prezzo del mio «libito far licito»,...