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Visualizzazione dei post da ottobre, 2018

Vincenzo Calò intervista Bruno Mohorovich

Nato a Buenos Aires il 3/3/1953, figlio di genitori istriani, riparati in Argentina a seguito dell’esodo, attualmente vive a Perugia.  Laureato in Sociologia e Lettere, si è sempre occupato di critica cinematografica e didattica del cinema nella scuola; ha collaborato come critico con il settimanale diocesano “La Voce” e con “Umbria Radio” (ex “Radio Augusta Perusia”). Si occupa anche di didattica della televisione. Presso la Biblioteca di Villa Urbani, Bruno Mohorovich fa parte del gruppo di autoscrittura “Tempo per sé” con il quale ha curato eventi di scrittura e pittura. Critico d’arte, ha organizzato alcune collettive con artisti marchigiani e umbri. Cura eventi letterari (“Aperitivo letterario”), presentazioni di poeti e scrittori e organizza collettive di pittura (“La città tra desiderio e utopia”, 2015 Perugia; “Punti di vista”, 2017 Spello) e fotografia (“Tramonti”, 2018 Passignano sul Trasimeno; “Assolo” 2018 Perugia; “Le Valentine”, 2018 Terni) e con giornal

Filippo Panzera: l’ottimo buongiorno di un artista

Filippo Panzera, Autoritratto (2018) Si suol dire che “il buongiorno si vede dal mattino”. Impiegando la consueta metafora di infanzia e preadolescenza come  “mattino della vita”, ci permettiamo di prevedere che la carriera artistica di Filippo Panzera sarà una “giornata luminosa”. A dodici anni, ha già visto una mostra personale che porta il suo nome, allestita nella Biblioteca Civica di Manerbio dal 22 settembre al 20 ottobre 2018. L’inizio dell’esposizione è così coinciso con la Notte delle Fiabe , dedicata in particolare a Cappuccetto Rosso . Di fiabesco hanno molto anche stile e soggetti del giovanissimo pittore. Prevalgono gli animali, sia reali che ritoccati dall’immaginazione, insieme a due personaggi di fantasia: “Iron Man” (colori ad olio su legno, 2015) e il  Darth Vader di “Guerre Stellari” (“Seguimi nel lato oscuro”, carboncino su legno, 2016).             Per restare in tema con Cappuccetto Rosso, uno degli animali ritratti era proprio “Il lupo delle fiabe” (acq

“Capuche”: una vita adolescente su un filo

Le fiabe tradizionali sono coinvolgenti e significative di per sé , senza bisogno di “adattamenti”. Ma ciò non significa che non possano essere raccontate in modi e contesti sempre diversi: anzi, in questo consiste la loro vitalità. Ecco che la celeberrima Cappuccetto Rosso è diventata Capuche : un breve spettacolo di e con Gioia Zanaboni . La sua particolarità più evidente sono gli inserti di funambolismo su corda molle. A Manerbio, è stato messo in scena il 21 settembre 2018, alla vigilia della Notte delle Fiabe dedicata interamente a quel personaggio. L’iniziativa è stata sostenuta dall’associazione “Donne Oltre”, nonché dal Comune e dalla Biblioteca Civica. Il “teatro” era l’Area feste di via Duca d’Aosta.  Il titolo francese è un omaggio a Marsiglia, la città dove risiede Gioia Zanaboni. Ma i personaggi erano italiani: la mamma, Capuche e la nonna napoletane, il lupo romano e il cacciatore toscano. Per presentare i cinque personaggi che avrebbe interpretato da sola, Gi

La verità scomoda e vitale delle fiabe

“Sono storie, sono favole…” Quante volte l’abbiamo sentito dire, per denotare l’inconsistenza, l’infantilismo e la falsità di un discorso? Ebbene, le fiabe non sono né “storie”, né “favole”. Se n’è occupato Silvano Petrosino , docente di Teorie della Comunicazione e Antropologia religiosa e media all’Università Cattolica di Milano. Fra le sue opere, si conta: Le fiabe non raccontano favole. Credere nell’esperienza (Genova 2017, il melangolo). I contenuti del saggio sono stati esposti al Teatro Civico “M. Bortolozzi” di Manerbio, il 20 settembre 2018: uno dei ricchi antipasti alla Notte delle Fiabe . Le parole del professore sono state accompagnate da intermezzi, eseguiti al pianoforte da Iacopo Petrosino. La serata era stata organizzata dall’associazione “Famiglie nella Scuola”, col patrocinio del Comune e l’appoggio della Biblioteca Civica.  Gustave Doré: Cappuccetto Rosso a letto con il lupo             Le fiabe sono tradizioni antiche, miranti a trasmettere l’esperienza uma

Le dipendenze patologiche: un problema di tutti

Padre Danilo Salezze "Dipendenza patologica” : un problema di pochi, da isolare e “aggiustare”? Questo quadro è semplicistico. L’ha mostrato l’incontro con padre Danilo Salezze . Quest’ultimo è il responsabile della Comunità San Francesco di Monselice (Padova), nonché servitore insegnante dei C.A.T. (Club Alcolisti in Trattamento) . Un’A.C.A.T. (Associazione dei suddetti Club) è presente anche a Manerbio. I C.A.T. si ispirano al metodo Hudolin, così denominato dallo psichiatra Vladimir Hudolin (Ogulin, Croazia, 1922-1996). Il suo metodo ricerca le radici della dipendenza nello stile di vita, negli schemi culturali e nei disagi sociali o esistenziali che l’hanno causata. Ecco dunque che, nei C.A.T., si radunano non pochi alcolisti, ma anche le loro famiglie, globalmente impegnate nel mutare stile di vita. Padre Salezze ha ricordato altresì che la dipendenza non è da intendersi solo come alcolismo, ma anche come ludopatia, tabagismo, tossicodipendenza e tutte le altre variant

50 anni di AVIS Manerbio: una festa che fa buon sangue

50 anni di AVIS Intercomunale di Manerbio: premiazione dei donatori storici Cinquant’anni si compiono una volta sola e sono un traguardo ragguardevole per un’associazione locale. È l’età che ha raggiunto l’ AVIS Intercomunale di Manerbio nel 2018. Le sue radici affondano nel 1938 , quando si costituì un nucleo informale di donatori di sangue nei paesi limitrofi, a disposizione dell’ospedale locale. In questa fase, erano particolarmente importanti l’impegno personale e la stretta amicizia fra i donatori. Si pensi anche solo al fatto che pochissimi possedevano un telefono, all’epoca, e che l’incombenza di coordinare il volontariato spettava all’unico cui era toccata questa fortuna. L’associazione si costituì ufficialmente nel 1968.  Per festeggiare degnamente il mezzo secolo di vita, l’AVIS manerbiese ha organizzato una generosa festa sociale. Erano invitati i soci, con amici e familiari, nonché avisini dei centri vicini e autorità civili. L’evento ha avuto luogo il 15 settembre

Un saluto su note d’organo

Settembre 2018, per Manerbio, è il mese che ha visto il commiato a don Tino Clementi , parroco locale dal 2005. Fra gli eventi pensati per salutarlo, è stato organizzato un concerto d’organo nella pieve: proprio di quell’ organo restaurato su iniziativa di don Tino . Lo strumento è stato realizzato nel 1856 da Angelo Amati. La vicenda della sua rimessa in funzione è stata complessa quanto i rimaneggiamenti e gli incidenti della sua esistenza. Le operazioni di restauro hanno avuto inizio nel 2010 e sono terminate nel 2017. Se ne è occupato il maestro organaro Daniele Giani .  Don Tino Clementi a Manerbio Il 6 settembre, a eseguire i brani in programma, si è presentato Alberto Dossena , che aveva supportato la ricostruzione dello strumento con la propria consulenza. Nato a Crema (CR), ha iniziato gli studi di Organo e Composizione organistica al Conservatorio “G. Nicolini” di Piacenza, proseguendo poi al “G. Verdi” di Milano. Ha partecipato ai Corsi Universitari Internazionali “

Musica dal vivo per ville e cascine

I Michelas alla Cascina Carrera di Manerbio Continuano gli appuntamenti dell’iniziativa “Piano in casa” , organizzata dal Comune di Manerbio, dalla Biblioteca Civica (nella persona di Giambattista Marchioni) e dal progetto “Magazzino Merci Manerbio”. Il 29 agosto 2018, l’appuntamento si è tenuto nella Cascina Carrera , in via Magenta. L’arch. Graziella Freddi ha illustrato la struttura dell’edificio, interessata dal boom economico, che portò al bisogno di spazi per le nuove macchine agricole.              La cascina fu registrata nel catasto napoleonico , il che significa che già esisteva agli inizi dell’Ottocento. Particolarmente interessanti sono gli accorgimenti pratici : il pavimento inclinato della stalla, per raccogliere gli escrementi animali; una botola che collegava il fienile alla suddetta stalla; un “leccasale” che arricchiva di sali minerali l’alimentazione delle mucche; la “fascia antitopo”, ovvero la parte liscia delle mura del granaio, che serviva ad arrestare l’

Pioggia (di musica) alla fine dell’estate

Come sempre, la Civica Associazione Musicale S. Cecilia di Manerbio ha coinvolto la cittadinanza e raccolto fondi con la sua “Festa della Musica” (dal 23 al 26 agosto 2018). All’Area feste di via Duca d’Aosta, fin dalle ore 16:00 del pomeriggio, era aperto il bar per l’aperitivo. Dalle 19:00, era possibile cenare col classico menu delle sagre locali: “pa e salamìna”, polenta con salsiccia o gorgonzola, patatine fritte, olive all’ascolana, affettati misti, casoncelli al burro fuso, tagliata di manzo, pollo amburghese con patatine, anguria, “piatto della musica” (pietanze assortite fra quelle elencate), dolci, gelati e bevande.              Il “piatto forte”, ovviamente, erano però i concerti serali. Quest’anno, l’esordio è toccato a The Sunrises & Friends . I Sunrises sono una band giovanile blues, nata all’interno della banda manerbiese. La sera del 23 agosto, come annunciava la locandina, hanno invitato sul palco un folto gruppo di amici, per arricchire la propria musica