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Visualizzazione dei post con l'etichetta limina mentis

Tra il bianco e il nero

Un plin! apre anelli d’aria attorno al tuo dito. Giochi, Attico, tra il bianco e il nero dei tasti; una piega bruna nelle ciglia. S’acquatta la tua anima nei propri “dolci bruttissimi versi” (1) -così li direbbe Gozzano. Anch’essa ha lo sfarzo goffo d’un melodramma: grappolo di ninnoli, “palpiti” e “ardori”, che pure strappan, tra i sogghigni, una lacrima. Ho numerato i tuoi eccessi in un libretto di rime spaiate, abbozzato nel margine fra il cuore e il capriccio. Poi, li ho cullati uno per uno e ho sorriso –sono loro a tenermi qui, beata nei velluti grotteschi d’un palco che guarda sul tuo cuore. (1)     Cfr. Guido Gozzano, “L’amica di nonna Speranza”, I Colloqui (1911), v. 32. Pubblicato su: AA.VV., Dieci anni I, a cura di I.v.a.n. Project, Villasanta (MB) 2017, Limina Mentis , p. 24

Esercitazioni al pianoforte

Qualcosa gocciola dalla penombra rampicante sui muri, in corridoio. È un sentore di musica arcana, il pregno brivido del golfo mistico quando inizia il serpeggio degli accordi. E infatti: cadon boccoli argentini, la pioggia carezzevole del piano- forte. Incontran lo specchio dei miei orecchi e si frangono in stille, in mille lucciole. Non so distinguere Mozart o Handel, né padroneggio la danza sofistica che si arzigogola su un pentagramma. Ma quel fantasma di corde ha una voce, anzi, più d’una. Non sarà la pioggia nel pineto e nemmen sarai Ermione tu che m’aspetti; ma vuole silenzio anche questo stillar di note incerte, vuole che io mi perda nel suo bosco -per ritrovarti, aprendo quella porta, seduto al consüeto pianoforte. Pu bblicata in: AA.VV., Dieci anni I, a cura di I.v.a.n. Project, Villasanta (MB) 2017, Limina Mentis , p. 23.

Vincenzo Calò intervista Erica Gazzoldi

"Erica Gazzoldi è nata a Manerbio (Brescia) l’8 settembre 1989; ha conseguito la maturità scientifica all'istituto Blaise Pascal del suddetto paese.  È stata allieva dell’Università degli studi di Pavia, del collegio S. Caterina da Siena e della Scuola Superiore IUSS.  Il 7 dicembre 2011 ha conseguito la laurea triennale in Antichità classiche e orientali, con una tesi dal titolo   Hellenism and the Seleucids in the Book of Daniel.  Il 18 febbraio 2014 ha conseguito la laurea magistrale in Filologia, letterature e storia dell’antichità, con una tesi dal titolo   The Additions to the Book of Esther: Historical Background.  Si è diplomata in Scienze Umane presso la Scuola Superiore IUSS (Pavia) il 6 maggio 2014, con una tesi dal titolo   Gorgia da Leontini e l’Encomio di Elena: la questione della responsabilità morale.  Ha collaborato per anni col mensile studentesco Inchiostro  e ha curato la rubrica “LeggiLOL” sul sito di Universigay ....

Potrei parlarti della nebbia amara

Potrei parlarti della nebbia amara che fra chimere randagie mi spinge e dirti: «È il vento, il vento che ciangotta». Così tanto i tuoi occhi si confondono, quando si figgono nella mia notte. Eppure, fino a ieri eri la luna onniveggente e le stelle fissate, la misura dell’ore e l’almanacco d’ogni giorno concesso alla speranza. Dove s’è riversato il mio cielo? L’etere sembra un catino vüoto, un cratere che, ebete, boccheggia. E io sul fondo, prosciugata d’anima, con la schiena trafitta da una ghiaia di ricordi presenti come braci. Compresa in: AA.VV., XXX, Villasanta (MB) 2016, Limina Mentis, p. 35.

Il cielo di nessuno

Se mi fosse dato, o Leuconòe, di posare sul fiore dei tuoi occhi baci leggeri come la rugiada, i mille e cento baci di Catullo non potrebber saziare la mia sete, neppur se la lor pioggia fosse piena come l’umore generoso che apre ai mortali l’ampio seno del cielo. Infatti, i tuoi occhi son grani d’uva oscuri della dolcezza di Bacco; da loro stillano perle di gioia che fan rosso di sé il mio cuore cavo. Lascia cadere una goccia del tuo animo sui petali schiusi delle mie labbra; le vedrai fiorire di canti azzurri come il mar che culla il capo d’Orfeo fino all’isola sbocciata di lire, per fare d’essa il cielo di nessuno dove s’incontran gli echi senza verbo. Compresa in: AA.VV., XXX, Villasanta (MB) 2016, Limina Mentis, p. 34.

Per troppo esistere

Il peso della notte è in ogni ninnolo sgraziato ammucchiato per angoscia di tempo In ogni scatola affogata Nelle chiavi chiuse a chiudere stracci di puerizia La notte è in ogni singulto strappato alle pareti Nuda di braccia Greve per troppo esistere Compresa nell’antologia Soglie II, a cura di Ivan Pozzoni, Villasanta (MB) 2016, Limina Mentis, p. 65.

Impressioni

Sotto un cielo dilavato dall’estate Un barlume di frescura Fruscii di stelle fra soffi di pioggia Gocce fugaci fra i lembi del luglio abbacinato Favole ventilate in un sussurro da nuvole fatue Compresa nell’antologia Soglie II, a cura di Ivan Pozzoni, Villasanta (MB) 2016, Limina Mentis, p. 64.

Da un’autrice manerbiese: “La biblioteca di Belisa”

Decisamente, fa piacere aprire un giornale e trovare queste cose... Altri auguri di buon compleanno alla mia bimba, La biblioteca di Belisa !  La casa editrice Limina Mentis di Villasanta (MB), nel 2015, ha pubblicato una raccolta poetica dal titolo La biblioteca di Belisa (collana: Ardeur 52). L’autrice è una venticinquenne manerbiese, Erica Gazzoldi. Nel 2011, era uscito il suo primo libro di versi, La tessitrice di parole (Marco Serra Tarantola Editore, Brescia). In esso, le poesie erano incorniciate da alcuni brani in prosa, che riportavano il dialogo immaginario fra un anonimo personaggio maschile e, per l’appunto, una Tessitrice di parole. La biblioteca di Belisa riprende questa formula, ma in un volume di più ampio respiro. Stavolta, il personaggio-guida è Belisa, una ragazza che vive in una biblioteca ove “ogni cosa è come la flora d’un bosco” e “si respira la Vita” (pag. 1). I volumi da lei raccolti coincidono con le diverse sezioni della silloge. “Un Eden discreto...

Esce "La biblioteca di Belisa"

Nuntio vobis gaudium magnum: dopo una lunga e trepidante gestazione, è venuta alla luce La biblioteca di Belisa. Si tratta della mia terzogenita, dopo  La tessitrice di parole   e  Il cerchio d'argento . Non aggiungo altro... Vi lascio al piacere della scoperta! Ha un odore di legno e di quiete. Il sole vi stilla dalle tende e vi si coagula in parvenze di sussurri. Nulla che ricordi la polvere, l’umore ingiallito di altre biblioteche. Qui, ogni cosa è come la flora d’un bosco. Qui, si respira la Vita.             “Cosa t’interessa, esattamente?” Lei mi parla da una poltroncina in vimini, densa nel riquadro della finestra. Belisa. “Belisa”, forse “Crepuscolario”, come la chiamava Isabel Allende per bocca di Eva Luna.             “Non lo so…” Sono entrato per curiosità, non per oculata ricerca. Se ricerca è la mia, è totale, infantile –come dita tenere ch...