La
casa editrice Limina Mentis di Villasanta (MB), nel 2015, ha pubblicato una
raccolta poetica dal titolo La biblioteca
di Belisa (collana: Ardeur 52). L’autrice è una venticinquenne manerbiese,
Erica Gazzoldi. Nel 2011, era uscito il suo primo libro di versi, La tessitrice di parole (Marco Serra
Tarantola Editore, Brescia). In esso, le poesie erano incorniciate da alcuni
brani in prosa, che riportavano il dialogo immaginario fra un anonimo
personaggio maschile e, per l’appunto, una Tessitrice di parole. La biblioteca di Belisa riprende questa
formula, ma in un volume di più ampio respiro. Stavolta, il personaggio-guida è
Belisa, una ragazza che vive in una biblioteca ove “ogni cosa è come la flora
d’un bosco” e “si respira la Vita” (pag. 1). I volumi da lei raccolti
coincidono con le diverse sezioni della silloge. “Un Eden discreto” è un
omaggio a un amore felice e ingenuo, ormai appartenente ai ricordi. “Il cielo
di nessuno” è dedicato alle amicizie femminili. Le “Lettere ad Attico” fondono
il dialogo col soliloquio. “Dramatis personae” è una brevissima serie di
monologhi sulla malattia e sulla morte. “Titivillus” prende il nome dallo
spiritello che, secondo le credenze medievali, rubava le lettere dimenticate
dai copisti. “The Other Side of Darkness” raccoglie componimenti in versi
liberi e in lingua inglese, influenzati dal recente interesse per alcuni
sottogeneri del metal. “La carne dell’anima” è la sezione più ampia e varia, che conclude l’immaginaria visita alla
biblioteca. Essa comprende anche alcuni versi in dialetto bresciano.
La
casa editrice Limina Mentis di Villasanta (MB), nel 2015, ha pubblicato una
raccolta poetica dal titolo La biblioteca
di Belisa (collana: Ardeur 52). L’autrice è una venticinquenne manerbiese,
Erica Gazzoldi. Nel 2011, era uscito il suo primo libro di versi, La tessitrice di parole (Marco Serra
Tarantola Editore, Brescia). In esso, le poesie erano incorniciate da alcuni
brani in prosa, che riportavano il dialogo immaginario fra un anonimo
personaggio maschile e, per l’appunto, una Tessitrice di parole. La biblioteca di Belisa riprende questa
formula, ma in un volume di più ampio respiro. Stavolta, il personaggio-guida è
Belisa, una ragazza che vive in una biblioteca ove “ogni cosa è come la flora
d’un bosco” e “si respira la Vita” (pag. 1). I volumi da lei raccolti
coincidono con le diverse sezioni della silloge. “Un Eden discreto” è un
omaggio a un amore felice e ingenuo, ormai appartenente ai ricordi. “Il cielo
di nessuno” è dedicato alle amicizie femminili. Le “Lettere ad Attico” fondono
il dialogo col soliloquio. “Dramatis personae” è una brevissima serie di
monologhi sulla malattia e sulla morte. “Titivillus” prende il nome dallo
spiritello che, secondo le credenze medievali, rubava le lettere dimenticate
dai copisti. “The Other Side of Darkness” raccoglie componimenti in versi
liberi e in lingua inglese, influenzati dal recente interesse per alcuni
sottogeneri del metal. “La carne dell’anima” è la sezione più ampia e varia, che conclude l’immaginaria visita alla
biblioteca. Essa comprende anche alcuni versi in dialetto bresciano. Commenti
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