Da poco, è stata pubblicata l'enciclica di Papa Francesco intitolata Laudato si'. E, nemmeno a farlo apposta, così ho letto nella riedizione e traduzione di un saggio del 1959:
Lo Zen si prefigge di rispettare la natura, di amarla, di condividerne la vita. Riconosce che la nostra natura coincide con la natura oggettiva, non in senso materialistico ma nel senso che la natura vive in noi e noi nella natura. Per questo motivo, l'ascetismo zen privilegia la semplicità, la frugalità, la franchezza, la virilità, evitando in ogni modo di sfruttare la natura per fini egoistici.
C'è chi teme che l'ascetismo porti a un abbassamento del tenore di vita. Ma, a essere franchi, perdere la propria anima è più che accumulare beni in questo mondo. Non siamo forse costantemente impegnati a portare la guerra in qualsiasi angolo della terra per accrescere o preservare il nostro prezioso tenore di vita? Se proseguiremo così, finiremo senza dubbio per distruggerci a vicenda, non solo come singoli individui ma anche come popoli. Invece di elevare il cosiddetto tenore di vita, non sarebbe più utile migliorare il livello di uguaglianza degli esseri viventi? Sarà un'ovvietà, ma nel corso della storia non è mai stato tanto urgente proclamare a gran voce questa verità, in tempi come i nostri segnati dall'avidità, dall'invidia e dalla disuguaglianza. Chi, al pari di noi, segue lo Zen, dovrebbe sostenere con forza l'ascetismo che esso propugna.
Lo Zen si prefigge di rispettare la natura, di amarla, di condividerne la vita. Riconosce che la nostra natura coincide con la natura oggettiva, non in senso materialistico ma nel senso che la natura vive in noi e noi nella natura. Per questo motivo, l'ascetismo zen privilegia la semplicità, la frugalità, la franchezza, la virilità, evitando in ogni modo di sfruttare la natura per fini egoistici.
C'è chi teme che l'ascetismo porti a un abbassamento del tenore di vita. Ma, a essere franchi, perdere la propria anima è più che accumulare beni in questo mondo. Non siamo forse costantemente impegnati a portare la guerra in qualsiasi angolo della terra per accrescere o preservare il nostro prezioso tenore di vita? Se proseguiremo così, finiremo senza dubbio per distruggerci a vicenda, non solo come singoli individui ma anche come popoli. Invece di elevare il cosiddetto tenore di vita, non sarebbe più utile migliorare il livello di uguaglianza degli esseri viventi? Sarà un'ovvietà, ma nel corso della storia non è mai stato tanto urgente proclamare a gran voce questa verità, in tempi come i nostri segnati dall'avidità, dall'invidia e dalla disuguaglianza. Chi, al pari di noi, segue lo Zen, dovrebbe sostenere con forza l'ascetismo che esso propugna.
DAISETZ T. SUZUKI
Da: Lo Zen e la cultura giapponese, ("Collezione Il ramo d'oro"), Milano 2014, Adelphi (trad. dall'inglese di Gino Scatasta), pag. 283. Titolo originale: Zen and Japanese Culture (1959 Bollingen Foundation Inc., New York, N.Y.).
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