Manerbio,
a tutt’oggi, non è ancora rinomata per alcun prodotto alimentare tipico. Ma può
facilmente far proprio il celeberrimo salame bresciano, frutto del tradizionale
allevamento di suini in zona. Così, già da sei anni, questo salume rustico e
saporito diventa il protagonista di una piccola cuccagna locale: la Festa del
Salame, appunto. Il teatro dell’evento è il Bar Borgomella, in via S. Martino
del Carso. Antonella Gennari e Giovanna Rongoni, le titolari, concepirono
l’idea nel 2010, quasi per caso. Alla prima edizione, parteciparono i norcini
della zona. Per arricchire l’interesse della festa con un concorso, era
necessaria una giuria. All’appello del Bar Borgomella, rispose così l’ONAS:
Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Salumi. Ne fanno parte appassionati
buongustai e titolari di salumifici. Ciascuno di loro deve seguire un corso di
formazione quinquennale. La valutazione dei salumi in concorso segue, poi, uno
schema ben preciso, formulato in schede preformate. La degustazione dura poi
sei ore e viene effettuata da due gruppi di quattro persone ciascuno, più un
nono giurato, per evitare pareggi. Naturalmente, la valutazione tiene conto del
tipo di salume. Il salame bresciano, per l’ONAS, costituisce un prodotto a sé.
Esso viene apprezzato in base alle seguenti caratteristiche: l’aspetto
esteriore complessivo; l’esame visivo della fetta; l’esame olfattivo degli
aromi e della loro persistenza; l’esame gustativo dei sapori, della speziatura,
della stagionatura, del retrogusto; la consistenza; la masticabilità. Conclude
il tutto una valutazione personale d’insieme.
Secondo i giurati dell’ONAS, la
qualità dei salami in concorso a Manerbio è migliorata col passar degli anni.
Nel 2014, in giuria era presente anche il titolare di un salumificio di Trento.
La Festa del Salame, dunque, si
compone di due parti: la premiazione dei primi tre concorrenti in classifica e
la fase più propriamente festaiola, ovvero la distribuzione gratuita di salame
nostrano ai presenti. Tra un bicchiere e una chiacchierata, chiunque può così
apprezzare la moltitudine di forme di un alimento che sembra tanto semplice:
dalle fette trasparenti uscite dall’affettatrice, a quelle spesse e tozze
tagliate a mano; dai salamini duri di stagionatura a quelli vasti e di pasta
freschissima.
Il 2015 (in data 25 aprile) ha visto
la partecipazione di trentasette concorrenti, non tutti di Manerbio. Fra loro,
c’erano sia proprietari di aziende agricole che membri di famiglie abituate a
produrre salami per l’autoconsumo. Sul podio ideale, in ordine crescente, sono
saliti Domenico Chiodi, Richi Bertoni e la storica Macelleria Pietta di
Manerbio. Tra i partecipanti, si è distinta un’ironica “Compagnìå dèl fil dè
fèr”.
Pubblicato su Paese Mio
Manerbio, N°96, maggio 2015, pag. 8.
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