Come un guscio, il battello galleggia fra lo smalto del cielo e il cristallo vivo dell’acqua. A larghi giri, l’isoletta di San Giulio d’Orta si avvicina. Il traghetto approda di fronte all’imboccatura della basilica, che sale verso il cuore della terraferma. Così, i visitatori ripercorrono incessantemente il cammino di quel sacerdote greco, Giulio da Egina, che portò il cristianesimo su questo fazzoletto di terra, soppiantando i culti precedenti (IV sec.). Le reliquie di Giulio sono custodite nella cripta della basilica, insieme a quelle degli altri “Santi Isolani”. Mai come qui è evidente quanto i morti siano il cuore dei vivi. Risalgo la scalinata della basilica e percorro la viuzza fra gli edifici carichi di secoli. Il sapore delle costruzioni è medioevale, ma alcune – come l’Antica Bottega San Giulio – vantano tracce del XV e del XVI secolo. Il Ristoro, al mio arrivo, non è aperto. ...
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