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Visualizzazione dei post con l'etichetta famiglia

"Luisa Miller" al Teatro Grande di Brescia

Ho assistito da poco a una coinvolgente rappresentazione della Luisa Miller verdiana (Napoli, 1849), al Teatro Grande di Brescia (5 novembre 2023). Non mi concedevo un'opera lirica dal vivo da tempi che mi sembrano geologici e devo dire che la crisi d'astinenza si faceva sentire. Il piacere è stato proporzionato alle dimensioni della medesima. Anche avere il soffitto dipinto del Teatro Grande a qualche palmo dal naso ha aggiunto non poco al godimento.  La direzione era di Carlo Goldstein, la regia di  Frédéric Roels. Di scene e costumi si era  occupato Lionel Lesire, delle luci Laurent  Castaingt. L'assistente alla regia era Nathalie  Gendrot, il maestro del coro Diego  Maccagnola. Ha cantato il coro di  OperaLombardia e ha suonato l'Orchestra I  Pomeriggi Musicali. Si trattava di un nuovo  allestimento in coproduzione Teatri di  OperaLombardia, Opéra Grand Avignon,  Opéra de Tours, Teatr Wielki Poznan, Opera  Slaska Bytom. Que...

Quale Festa del Lavoro a Manerbio?

A Manerbio, la celebrazione della Festa dei Lavoratori 2023 è stata spostata dall’1 al 7 maggio, a causa del maltempo.              A parte questo, i programmi previsti sono stati rispettati. Nell’Area Feste di via Duca d’Aosta , è stato possibile consumare pasti e avere un servizio bar, gustare zucchero filato e crêpes, far divertire i bambini su giochi gonfiabili, ascoltare musica dal vivo. Ha partecipato anche il nostro Tino, coi suoi “giocattoli di un tempo” e le sue bolle di sapone giganti. Per l’intrattenimento musicale, si sono alternati i J&J Live Band, gli Undercover, i Nana Bang e gli Onder. Ovviamente, sono stati tenuti anche pubblici aggiornamenti sulla situazione del mondo del lavoro . Alla presenza del sindaco uscente Samuele Alghisi, hanno parlato Paolo Campi (UIL), Paolo Reboni (CISL) e Francesco Bertoli (CGL). È ben vero che il 2022 ha visto molte assunzioni a tempo indeterminato; ma esse sono state dov...

Le scomode verità di Mercoledì Addams

Non ha certo bisogno di presentazioni la celeberrima serie Netflix Mercoledì . Non si fa altro che parlarne, a favore o contro che sia. Un po' per interesse verso le tematiche del macabro e del "diverso", un po' grazie al parere di un amico che non mi ha mai consigliato film invano, l'ho inserita nella mia lista. Fra l'altro, i ragazzi della mia scuola sembrano impazzire per la piccola letale dalle trecce corvine, tanto che ho finito per cominciare a guardarne le vicende proprio assieme a loro. E, fin dai primi fotogrammi, il mio cervello è schizzato letteralmente in orbita. Mercoledì è una provocazione fin dall'inizio - e questo non è una novità. La famiglia Addams lo è sempre stata. È la parodia della perfetta famiglia americana. Più ci si addentra nella routine domestica degli Addams, più ci si chiede… tutti quei terrori sono normali, in fondo? O è la "normalità" ad essere il vero incubo? Per Mercoledì (Jenna Ortega) e suo fratello Pugsley (I...

"Non ho figli perché..." Devo fare i conti con la depressione

I problemi di salute che ostacolano il desiderio di diventare genitori possono essere anche di natura psichica.  Sono una di quelle persone di cui ha parlato il Papa, una di quelle che ha sostituito il desiderio di maternità con l'avere un cane. Perché? Perché ho tanto amore da dare, ne avrei anche per un figlio. Ne avrei troppo. Sono stata in cura per depressione, attacchi di panico, disturbo post traumatico da stress, anoressia nervosa. Ora sto bene, ma ho imparato una cosa che molte persone non imparano in una vita intera: sapere quale è il mio limite naturale. Un figlio, per quanto desiderato, mi farebbe ripombare certamente nel malessere da cui sono faticosamente uscita, assorbirebbe tutta la mia vita, mi toglierei l'anima per darla a lui. Tutta. Troppa. Io ascolto il telegiornale, quando parlano delle mamme esasperate, delle mamme che mettono i figli in lavatrice, che li annegano e penso, con spaventosa lucidità: si, potrei essere una di loro. E un figlio questo non lo me...

"Non ho figli perché..." Non me lo posso permettere

  Questa testimonianza è anche e soprattutto una rivendicazione sociale tutt'altro che minoritaria. Ci sono parole dure contro un leader mondiale che si è espresso (rincresce dirlo) in modo sentenzioso, quando la realtà è ben diversa da una situazione di "disimpegno" e "assenza di umanità". A questa rubrica, non interessa valutare le parole di un capo religioso; ma, nei tempi presenti, la rabbia è più che legittima e non ci sentiamo di tacitarla.  ... Non me lo posso permettere.  Ho 34 anni e ho lavorato in nero dai 15 ai 29 anni in posti differenti, purtroppo nessuno mi assumeva. Dopo un tirocinio durato più di un anno e 3 anni cococo, finalmente mi hanno assunta, ma il mio stipendio è insufficiente a farmi vivere una vita decente. Non basta a comprarmi una casa, una macchina, figuriamoci avere un bambino in una condizione simile. Quindi, per la società sono troppo misera per avere una famiglia, ma per il papa sono comunque passibile di giudizio perché ho un qu...

"Non ho figli perché..." Nonostante tutto, troppa instabilità

Questa è la storia di tante donne giovani e in gamba. Nonostante il loro enorme valore come persone e professioniste, i riconoscimenti concreti sono pochi e ancora meno la solidarietà.    Facile rispondere a questa domanda, difficilissimo doverne parlare.  Ho 30 anni (quasi), sono una donna in salute, ho una bella relazione, 3 gatti che ho dovuto lasciare dai miei e il lavoro che tutte e tutti sognano in età infantile: sono una veterinaria. Anzi, sono un'oncologa veterinaria. Non ho figli (e non ne voglio) perché non posso donar loro il minimo indispensabile per crescere bene: salute mentale in primis, stabilità economica in secundis. Ho la partita IVA, ma la legge italiana permette alla clinica dove lavoro di farmi essere lì per 50-55 ore settimanali a 300€ al mese, nonostante i miei titoli e i miei anni di esperienza. E ciò che si prospetta per il futuro non è di certo uno stipendio da re, forse il minimo per vivere e senza le garanzie da dipendente. La stessa struttura...

"Non ho figli perché..." Il mio uomo era il mio aguzzino

La testimonianza di oggi è particolarmente difficile da digerire. Purtroppo, è un tipo di storia che passa spesso sotto silenzio. Chi racconta simili esperienze riceve anche ostracismo e ben poca solidarietà di genere.  No figli* (ma mai dire mai) perché l'ex, denunciato per violenza, ha trovato nel mio desiderio di averne terreno "fertile" per le sue torture -uno dei periodi più atroci della nostra relazione-, con la complicità della terapeuta di coppia, che diceva che poiché Carmen Russo aveva fatto una figlia a 52 anni avevamo tempo, dovevo prima pensare a risolvere i nostri problemi, pensare a lui... e a lui il sostegno della terapeuta di coppia non pareva vero... sono arrivata a vergognarmi di desiderare esser madre. Poi mi hanno spiegato che con gli uomini violenti NON si fa terapia di coppia.

"Non ho figli perché..." È andata così

  Un'altra testimonianza, stavolta più serena:  Non lo so. È andata così e non mi sono fatta troppe domande. Fin da bambine, le mie amichette esprimevano il desiderio di avere figli. Per me non era così, ma non è stato un problema.

"Non ho figli perché..." Ho avuto l'endometriosi

  Arriva la prima testimonianza per questa rubrica , semplice e toccante allo stesso tempo: Non ho necessità di anonimato... Ho 62 anni e quando ho cercato un figlio, mi hanno diagnosticato l'endometriosi e operata tre volte.  Risolto al 100% il problema endometriosi ma il figlio non è arrivato ed è iniziata una serena rassegnazione al fatto che non avrei potuto avere figli.  Ho un nipote che amo più della mia vita e non ho mai provato invidia per chi li ha. Da circa un anno ho una cagnetta che adoro e che mai e poi mai è stata considerata una sostituzione al figlio che non ho avuto... Le parole del Papa? Atea e sbattezzata 12 anni fa... sempre più felice di essermi dissociata dalla Chiesa Cattolica e non ho altre religioni! Nadia Magnetti (Torino)

"Non ho figli perché..." Creiamo una nuova rubrica?

Siamo nel pieno del polverone sollevato dalle parole di Papa Francesco su chi ha cani e gatti, ma non figli. Così, mi è venuta un'idea: questo blog, volendo, potrebbe ospitare la rubrica Non ho figli perché...  Dietro una mancata genitorialità biologica, possono esserci molte storie . Dolorose vicende di salute, drammi, impossibilità; semplici mancanze d'inclinazione; situazioni sentimentali o economiche; contesti non favorevoli; o anche scelte di paternità/maternità spirituali (strano che un Papa non ci abbia pensato... soprattutto considerando che i sacerdoti hanno spesso cani e gatti, ma non bambini, per ovvie ragioni). Tutte storie valide. Tutte meritevoli di essere conosciute. Potete inviarle a: EricaGazzoldi@gmail.com . Saranno pubblicate anonime. Comincio io: Non ho figli perché... semplicemente, non si sono create le condizioni adatte. Non parlo di quelle perfette (che non esistono), ma di quelle sensatamente ragionevoli.  Tutti i partner che ho avuto finora non aveva...

Quarantena e violenza domestica secondo Donne Oltre

Ci auguriamo che la quarantena nazionale imposta per via della pandemia di COVID-19 sia stata affrontata nel modo più sereno possibile. Ma si sa che questo, per molti, non è avvenuto. Anzi: la sospensione delle attività economiche ha significato ristrettezze per numerose famiglie. La convivenza forzata ventiquattr’ore su ventiquattro non ha certo facilitato la sopportazione reciproca, soprattutto laddove già erano in atto dinamiche famigliari tossiche. Ecco che il lockdown si è trovato, verosimilmente, a incentivare i fenomeni di violenza domestica.              L’associazione manerbiese “Donne Oltre” cura abitualmente un Centro di Ascolto per le vittime di simili fenomeni. Ma, dal 9 marzo 2020, il servizio è stato sospeso, sempre per via dell’emergenza sanitaria in corso. Carla Provaglio , interpellata dalla sottoscritta, ha ricostruito un probabile quadro della quarantena vissuta da coloro che si rivolgevano al suddetto Ce...

Marina: una famiglia fra due mondi

Si dice spesso che “l’amore abbatte ogni barriera”, senza pensar più di tanto a ciò che si dice. A volte, questa frase fatta si trasforma però in una grande verità.  Marina tredicenne a Manerbio. Nell’estate del 1994, i signori Pietta di Manerbio (sì, i genitori dello web dj Stefano Pietta ) furono contattati da un’associazione di Brescia: occorrevano famiglie italiane che ospitassero per un mese ragazzini intossicati dalla nube di Chernobyl . Lo scopo dell’iniziativa era far cambiare letteralmente aria ai giovanissimi, per evitare che l’intossicazione peggiorasse. L’associazione, fra l’altro, richiedeva una risposta in tempi brevi. Giuseppe e i familiari non esitarono - così come i loro vicini di casa, che presero con loro due ragazzi. I Pietta accolsero Marina , proveniente da Gomel, in Bielorussia: tredicenne, parlava solo russo. Il famoso disastro nucleare le aveva causato problemi agli occhi e alla tiroide. Per aiutarsi nella comprensione, i suoi ospiti ricevetter...

Carlo Dalla Rovere - Le vite nascoste

"Dunque una famigliola (eh sì, come dimenticare la figlioletta di nemmeno sei anni e la sua sacrosanta voglia di crescere) doveva assolutamente riprendersi da una batosta pesantissima, il male insito alla moglie di Carlo, non avendolo calcolato dapprima, oltre alle beghe lavorative del marito, dati pure dei colleghi ch’eccedevano in autorevolezza (altro che reputarle risorse umane), e che bisognava sovrastare… di colpo, agendo con la consapevolezza di essere indispensabili per il tossicodipendente ch’è privato se non privo di genitori naturali, in un contesto comunque tollerabile se agevolati da curatori della mente che la sappiano lunga, determinanti per il destino dello sprovveduto, altrimenti quest’ultimo si ritrova ad ammettere d’essere stupido dinanzi a della superbia a misura d’uomo, quella che si scaglia motivando lo stato d’inferiorità lungi dall’idea di guarire. Tornando in comunità, Carlo sta ad ascoltare racconti di vita da volti offesi ripetutamente e vi...

Maternità: destino scontato? Ecco cosa ne pensano le Donne Oltre

La nostra cultura è attualmente pervasa da domande sulla famiglia e sui ruoli di genere.             L’associazione manerbiese “Donne Oltre” ha voluto prendere posizione con la rassegna cinematografica 2017: “Maternità: destino scontato dell’universo femminile?” Essa si è tenuta presso il Teatro Civico “M. Bortolozzi”.  Una scena dal film Hungry Hearts.             L’inizio è stato sorridente, con Juno (Canada/USA, 2007; regia di Jason Reitman) , il 3 novembre. La protagonista si ritrova incinta, dopo un’esperienza sessuale col migliore amico. Pur essendo una sedicenne eccentrica e confusa su se stessa, prende in mano la situazione: decide di mettere al mondo il piccolo e di darlo in adozione a una coppia da lei scelta.             Per il 10 novembre, la locandina prevedeva Quando la notte (Italia, 2011; r...