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Visualizzazione dei post con l'etichetta rabbia

Il consiglio agli editori – Leggendo “La fine dei buoni sentimenti” di Damiano Nardelli

Per intero, il racconto rappresenta un percorso mentale che non puoi smettere di scoprire da lettore, sensibilizzando la ragione col distinguo tra il meglio e il peggio che ti può succedere, divenuto oggettivamente indecifrabile; specie se in rapporto all’emotività di un giovane sprovveduto, che disdegna assolutamente l’ambiente che lo circonda, di un qualunquismo costituito da donne di facili costumi, uomini volgari ed esigenti a scapito di vittime consacrate, che possiedono fragilità amplificabili dal maltolto.  L’ascolto del buon, sempiterno rock smussa attimi di profondo smarrimento, basti pensare a “The Wall” dei Pink Floyd, con la realtà che solo così si assume il potere dell’infinito; volendo cambiare aria, dimenticare l’amore nei riguardi di Helena, esauritosi col rifiuto da parte di quest’ultima che si mise insieme col più fidato dei compagni di merenda di Axl, fino a decidere di fare la puttana. Da piccolo Axl colse in mezzo alla spazzatura un cagnetto, per prova...

Con lo stomaco e il cuore: Vincenzo Kira

Vincenzo Kira è un rapper emergente e tutto pepe … anzi, tutto peperoncino salentino. Per l’uscita del suo singolo Brazzers , abbiamo voluto scambiare quattro chiacchiere con lui.  Vincenzo Kira 1)       Brazzers  non è sicuramente il tuo primo brano. Hai già alle spalle diversi pezzi, tutti incentrati su forme di follia quotidiana e male di vivere. Possiamo definire il tuo "un rap nichilista"? Il mio rap trae ispirazione da svariati fattori: le mie esperienze di vita, ciò che ho intorno e percepisco, la stessa musica (non solo hip hop), diverse forme d'arte e di lettura come film, cartoni, fumetti, libri... Di conseguenza, ai libri si aggiungono le varie correnti filosofiche e letterarie, tra le quali il nichilismo. Ma posso assicurarti che quest'ultimo è solo uno dei tasselli che compongono il puzzle, un puzzle (appunto) fatto di follia. 2)       Il rap nasce negli Stati Uniti come "musica di strada": voce de...

La paga dei vigliacchi

“Quando i due compagni furono partiti, prese anche lui una vecchia bicicletta e andò via. Era contento che fosse il Comandante a mandarlo dalla ragazza.             Quella che invece non parve contenta fu proprio lei, quando la raggiunse nella strada fra i campi verso casa sua. Tornava dal paese sotto la pioggia, con l’ombrello aperto. «La Disperata» le arrivò dietro, smontò dalla bicicletta, le disse: - Buonasera. Come stai? - La ragazza diventò tutta rossa, mormorò irresoluta: - Sei tu? - e aggiunse: - Fermiamoci qui. A casa mia non possiamo andare. - Prendimi almeno sotto l’ombrello, - pregò «La Disperata», ma davanti a quella faccia scontrosa gli sparì la voglia di darle un bacio.  - La sera del primo dell’anno, - disse lei, esitante, girando in tondo il manico dell’ombrello, - dopo che tu fosti partito, il babbo e i fratelli andarono a giuocare da un contadino che sta laggiù, - fece un gesto vago verso la valle inv...

Rabbia e rabbia

C’è la rabbia di chi è cresciuto sano, amato, con qualche problema, ma nessuna tragedia: normale, in poche parole. La rabbia di chi, uscendo dal guscio, scopre che il mondo non è tutto come dovrebbe essere, ovvero il calco in gesso di casa sua. La rabbia del normale che si considera un buon esempio, o addirittura uno spirito eletto , fra tanti subumani . La rabbia di chi si erge a “degno offeso” quando gli viene rivolto anche solo un minimo segno di contrarietà, ma pretende una “libertà” che è quella di giudicare, condannare e reprimere chi non è un buon esempio come lui. La rabbia di chi crede d’aver trovato una Verità Assoluta da propinare a chiunque – e chi cerca di frenare il suo delirio è un mistificatore o un dittatore. Diamine, non si può più nemmeno dire la Verità?             Poi, c’è la rabbia di chi incontra costui. Di chi si deve sentir dire che è un pagliaccio o un estremista dal Normale solo perché desidera ciò che...