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Visualizzazione dei post con l'etichetta edward mani di forbice

Quel certo non-so-che

Se c’è qualcuno in grado di spiegare a grandi e piccini la solitudine e la Sehnsucht dell’artista, quello è Tim Burton. Lo dimostra in Edward Mani di Forbice , ma ancor più –a mio avviso- in The Nightmare Before Christmas.             Il mondo del poeta –o, meglio, dell’attore di teatro- è quello della notte, in cui ogni illusione ed ombra assume concretezza. Ecco, dunque, che Burton piazza il suo artista-dandy nella Città di Halloween. L’atmosfera della festa, con la sua familiarità allo spettatore, lo catapulta senza sofisticherie nella sfera del lunare, del misterioso, dell’oscuro. Il tempo e il luogo della storia sono il non-tempo e il non-luogo degli archetipi, delle esperienze note all’Uomo in quanto tale, che consacra gli aspetti fondamentali del ciclo della vita nelle feste. Anche il suo lato più tetro (la morte, la paura) merita una consacrazione –che è appunto quella residua nella festa di Halloween.   ...

L'albatro con le lame

Guardare Edward Mani di Forbice è stato facile e complesso come odorare un fiore. Mi ci sono volute settimane, però, per decifrare quel senso di déjà vu che il film mi ha provocato. Avevo già conosciuto un “Edward Mani di Forbice”: l’Albatro di Ch. Baudelaire. Sovente, per diletto, i marinai Prendono gli albatri, grandi uccelli dei mari, Che seguono, indolenti compagni di viaggio, La nave che scivola sugli abissi amari. Non appena li han deposti sui ponti, Quei re dell’azzurro, maldestri e vergognosi, Lascian pietosamente le vaste ali bianche Trascinarsi come remi ai loro fianchi. L’alato viaggiatore, com’è maldestro e fiacco! Lui, allor sì bello, com’è ridicolo e brutto! Uno gli stuzzica il becco con la pipa, L’altro mima, zoppicando, l’infermo che volava! Edward, nel suo castello, volava fino alle altezze della Fantasia e della Creatività. Le lame che sostituivano le sue mani erano ali in grado di dare corpo a ogni sua immaginazione, nelle siepi c...