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Visualizzazione dei post da agosto, 2015

La vergine di ferro - I, 8

Parte I: Labirinti 8. Terzo Flashback  Nilde si trascinò nel buio, via da quel catafalco da cui si era gettata con la prima forza che aveva recuperato. La sua mano destra stringeva convulsamente la katana trovata al proprio fianco, nella bara. Nella sua mente ancora obnubilata, cominciavano a farsi strada alcuni ricordi – alcuni versi di S. Giovanni della Croce, letti un’infinità di tempo prima: En una noche oscura, con ansias, en amores inflamada, ¡oh dichosa ventura!, salí sin ser notada, estando ya mi casa sosegada... Sì. Cominciava a ricordare – lentamente – anche il modo in cui era giunta lì. En la noche dichosa, en secreto, que nadie me veía, ni yo miraba cosa, sin otra luz y guía sino la que en el corazón ardia... Si fermò e respirò a fondo. Il suo lungo abito le rendeva ancor più difficile quel procedere insicuro, di corpo malamente resuscitato. Le sue gambe si piegarono ulteriormente e cadde carponi. Pose a terra la mano sinist

Il Buddha (non) si è fermato a Berceto

Il pronto-bus si ferma vicino a un piccolo oratorio. Da lì, si diparte una stradicciola, che si snoda verso il fondo della valle. Intorno, ondulati paesaggi appenninici, col verde dei boschi, il giallo dei campi e delle balle di fieno, l’azzurro del cielo d’agosto.             Mi trovo a Berceto, in provincia di Parma; frazione Pagazzano, località Prataiolo. Fra quei paesaggi nostrani, si trova un angolo di Giappone: il monastero zen Sanbo-ji, ovvero il “Tempio dei Tre Gioielli”, indicato su frecce in legno quasi anacronistiche. Fu fondato dal maestro Tetsugen (al secolo, Carlo Serra), nel 1995, dopo Enso-ji “Il Cerchio” (monastero zen di Milano, 1988) e una scuola di Shiatsu (1990). Il sito è quello di una vecchia cascina; ma il giardino e la sala di meditazione sono stati costruiti in stile giapponese. Accanto alla foresteria, fa capolino il cantiere di una nuova sala. Tutt’intorno, salgono i boschi. Una piattaforma in cemento (per gli esercizi di respirazione all’aperto)

Alziamo l'Indice

Dato che la polemica del momento ruota intorno alle letture per l’infanzia e alla necessità di “difendere i nostri figli” da ogni “indottrinamento” in materia sessuale, sono stata sollecita nel rilevare e segnalare alcuni pericolosissimi testi che circolano impunemente nelle mani dei nostri pargoli. Li elenco chiaramente: ·          Pinocchio: è un esempio, già tristemente noto, di figlio generato per egoismo da un padre che lo condanna a crescere senza madre. Per non parlare del fatto che è nato da una sega ; ·          Raperonzolo: storia di un’adolescente che non ha mai conosciuto i veri genitori e che è oggetto di attenzioni morbose da parte di un’attempata signora (non a caso definita “strega”), che la isola per gelosia da ogni naturale rapporto col sesso opposto; ·          Biancaneve e i sette nani: una ragazza è costretta a far da moglie a sette uomini, che, in quanto nani, debbono nascondere indecenti virtù; creduta morta, cadrà nelle mani di un principe necrofilo;

Rosa e azzurro

Una mattinata d’agosto, in una piccola città, ai tavolini esterni di un caffè. Lei – una neolaureata di quasi ventisei anni, appena uscita dalla biblioteca civica – è corsa a salutare due vecchi amici. Due ragazzi da oratorio, irrinunciabili presenze ai campi-scuola parrocchiali, quando lei era adolescente. Davanti a loro, tazze vuote di cappuccino. Uno è un ragazzo di poco più giovane di lei; l’altra, una sua coetanea, che ha sposato il fidanzato storico ed è coronata da un bel pancione di sei mesi circa.             «Ecco… non sapevo di questa bella notizia!» esclama lei, a questo proposito. «Eh… per sapere certe cose, devi venire qui, nella tua ***» commenta il ragazzo. «Effettivamente, in questo periodo,  risiedo qui in pianta stabile…» «Ah!» Cominciano gli scambi di buone nuove: altri matrimoni (più o meno attesi), lavoro, viaggi in programma, consigli per la cura della pelle. «Sai già se sia maschio o femmina?» domanda volubilmente lei all’amica incinta. «Non anco

Tolkien e pregiudizio

John Ronald Reuel Tolkien e la sua opera, in particolare Il Signore degli Anelli, sono un caso letterario in tutto il mondo. Dal 1965, anno in cui apparve l'edizione tascabile del suo capolavoro e ne esplose la diffusione, risultano vendute al 1990 venti milioni di copie in sedici lingue. Forse però soltanto in Italia il caso letterario si è intrecciato indissolubilmente con un presunto caso ideologico-politico, prevalendo alla fine il secondo sul primo. Infatti Il Signore degli Anelli nel nostro Paese a partire dal 1970 ha avuto in media quasi due edizioni all'anno, ma - fatto più unico che raro, tipico però per noi - ha assunto anche una coloritura ipercritica e negativa imposta da quell'intellettualità e da quel giornalismo che all'epoca spadroneggiavano nel senso letterale del termine.  Oggi, che finalmente si fanno i conti con quella che è stata autorevolmente definita la  «egemonia culturale» del comunismo italiano e, da parte di innumerevoli  «pentiti», si am

Una notte country

L’estate porta sere calde e voglia di passeggiate, anche nella speranza (remota) di refrigerarsi. Come ogni anno, di questo tengono conto le associazioni cultural-ricreative e gli esercizi commerciali di Manerbio, che organizzano la loro piccola “notte bianca”. Il 18 luglio 2015, essa ha preso il nome di “Festa d’Estate” e il suo tono è stato intenzionalmente country. Graziose fanciulle in camicia rustica e cappello da cow-boy hanno servito alle tavolate en plein air il menu della serata: “campagnolo” sicuramente, ma più nostrano che da Far West (grazie al cielo, verrebbe da dire). Tagliata o salsicce con immancabile contorno di polenta, il brescianissimo pà e salamìnå, verdure grigliate e persino bistecche alla fiorentina (per i portafogli più forniti e gli stomaci più volenterosi).             Manerbio si è così trasformata in una cuccagna a cielo aperto dalle ore 20:00 alle ore 3:00, per i nottambuli più tenaci – o semplicemente desiderosi di aspettare un orario in cui la tempe

Piacere ed eternità

"Ogni piacere vuole l'eternità di tutte le cose, vuole miele, vuole feccia, vuole ebbra mezzanotte, vuole tombe, vuole la consolazione delle lacrime sulle tombe, vuole tramonti dorati, che cosa non vuole il piacere! Esso è più assetato, più affettuoso, più affamato, più spaventoso, più segreto di tutti i dolori, vuole se stesso, morde se stesso, in esso lotta la volontà dell'anello, vuole amore, vuole odio, è più che ricco, dona, getta via, mendica che qualcuno lo prenda, ringrazia chi lo prende, vorrebbe venir odiato, così ricco è il piacere che ha sete di dolore, di inferno, di odio, di umiliazione, di storpi, di mondo, questo mondo, infatti, oh, lo conoscete! Voi uomini superiori, di voi ha nostalgia il piacere, l'indomito, felice, del vostro dolore, o falliti! Ogni eterno piacere ha nostalgia di fallimenti. Ogni piacere vuole infatti se stesso, per questo vuole anche sofferenza! Oh, felicità, oh dolore! Spezzati, cuore! O uomini superiori, imparate che piace

Compassione

"Chiunque altro mi avrebbe gettato un'elemosina, la sua compassione, con occhiate e discorsi. Ma per questo non sono abbastanza mendicante, e tu l'hai intuito, per questo sono troppo ricco, ricco di grandezza, di cose tremende, delle cose più brutte, di inesprimibile! Il tuo pudore, o Zarathustra, mi ha onorato !  A fatica sono uscito dalla calca dei compassionevoli per trovare l'unico che oggi insegna che: 'Compassione è invadenza' te, o Zarathustra!  Sia che a compassionare sia un dio o un essere umano: la compassione cozza contro il pudore. E non volere aiutare può essere più nobile di quella virtù che soccorre." FRIEDRICH WILHELM NIETZSCHE Così parlò Zarathustra, ("Acquarelli"), Bussolengo (VR) 1995, Demetra, pag. 343. Traduzione e presentazione di Giuseppina Quattrocchi.