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Mario Praz e il patto col serpente

Tre anni fa, ho scritto un post riguardante La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica , di Mario Praz (Roma, 1896 - 1982). Figuriamoci se avrei potuto farmi sfuggire il suo seguito: Il patto col serpente (Milano 2013, Adelphi).              L’introduzione è del dicembre 1971 e spiega il significato del titolo: si riferisce al dipinto Eva, il Serpente e la Morte (1510-1530), di Hans Baldung Grien. Un’Eva sorniona e soddisfatta nasconde il famoso frutto dietro la schiena, mentre la sua mano si allaccia in un nodo con la coda del Serpente e le dita putrefatte della Morte. Insomma, è chiaro che si tratta di un patto. Ed è altrettanto chiaro che a guadagnarci è lei, l’autrice della grande trasgressione.             Il “patto col serpente” è la scelta degli artisti di esplorare “il lato oscuro” : la malinconia, la fantasticheria perversa e mostruosa, la nevr...

La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica

Ciò che amo, nella critica letteraria di Mario Praz (Roma, 1896 – 1982), è il fatto che sia coinvolgente come un romanzo. Quando si focalizza su letteratura gotica, Romanticismo e Decadentismo, poi, m’invita a nozze.  Gustave Moreau, Salomé che porta la testa di San Giovanni Battista su un piatto (1876)             Mi riferisco a La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica (prima edizione Sansoni 1930; quinta edizione BUR Saggi aprile 2015). Una rispettabile orgia.             Entra subito in argomento con la “bellezza medusea” : quella che Shelley trovava nella Medusa esposta nel Corridoio del Cinquecento degli Uffizi e attribuita prima a Leonardo da Vinci, poi a un anonimo fiammingo. ‘Tis the tempestuous loveliness of terror , che anche il Faust goethiano gustava nella Notte di Valpurga, contemplando il fantasma della decapitata Gretchen. Un ani...