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Comincia un nuovo feuilleton: "Le rose della notte"

Inizia oggi la pubblicazione di un nuovo feuilleton on line: Le rose della notte . Si volta pagina, rispetto a La vergine di ferro   e La nipote del diavolo . L'ambientazione rimane Pavia, ma, stavolta, si tratta di una storia d'amore in ambiente universitario. E potete credere che non vi saranno né zucchero, né banalità. Buona lettura! Le rose della notte Parte I: Sorelle 1. Gli anfibi di Diana consumarono lentamente i pochi passi di via Siro Comi che la separavano dall’ingresso del “Sottovento”. La notte di novembre scivolava fra i lembi del suo giubbotto in finto cuoio, pungendole il seno florido e gli addominali che sapevano di esercizio fisico. La catena appesa alla cintura dei suoi jeans le batteva la coscia, al ritmo del cammino.             Il “Sottovento” era il nido caldo della Pavia notturna – perlomeno, quella fatta di studenti, poeti estranei al grande mercato editoriale, volti “di casa” e ...

Partita a scacchi

«Il punto è questo…» E muovi un cavallo zigrinato come una chiave sulla griglia dei nostri pensieri serrati (piove e non siamo in un pineto. Peccato). Meglio guardare il mondo così, come fosse una scacchiera, dove bianco e nero non superano mai la linea d’ombra. In questo modo, si può anche vincere, con una pacatezza di vecchio lupo su un viso ancora intatto. Scacco matto al re senza volto. E io (s’agitano Faust e il paradosso del fuoco e fors’altri fiori del male nel mio vaso incantato) plaudo in silenzio al tuo gioco di prestigio –io, strega da niente. (Osteria Letteraria Sottovento Pavia, ottobre 2013) Compresa in: AA.VV., Tracce 3, Roma 2015, Pagine, p. 62.

Davanti all'osteria letteraria

Vorrei un bicchiere di succhi della terra, più caldi del giorno, più densi della notte, e sedermi nel rollio delle voci, mentre spira una brezza di canzoni. Il mare ha una porta, quattro mura e qualche nave chiazzata di brocche. La più grande ha un ponte riverberante di promesse imbottigliate –quelle di sora nostra gioia corporale− anche lo spirito ha densità, trasparenza e gradazione. Fatemi uscire, fratelli, dal cerchio del mito; insegnatemi la tensione della rotta. E qualcuno sventola il foglio del giorno, mentre si plaude al mozzo tanto bravo a far danzare il pianoforte −un’acrobazia di piedi infinitesimi sull’ottovolante di quest’aria, nella nostra navigazione sottovento. All’Osteria Letteraria Sottovento di Pavia Compresa in: AA. VV., Tracce 3, Roma 2015, Pagine, p. 67.