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I Celti a Manerbio

Il “Maggio celtico” di Manerbio ha visto tre incontri dedicati a conoscere meglio questa fase del passato locale. Il 5, il 12 e il 19, presso il Museo Civico, è stato tenuto un corso di fusione antica a cura di Giandomenico Ferrari. Il 26, dal cortile del palazzo municipale, è partita una biciclettata diretta alla cascina Remondina, teatro di ritrovamenti archeologici. Entrambi gli eventi sono stati preceduti da una conferenza tenuta da Maurizio Cavaciocchi al Teatro Civico “M. Bortolozzi”: “I Celti a Manerbio” .              L’arrivo nella Pianura Padana dei Celti è databile intorno al 380 a.C . Provenivano dall’Europa centrale ed erano divisi in tribù: i Boi (da cui il nome di Bologna), i Senoni (che si stanziarono nelle Marche settentrionali), i Cenomani (che si insediarono in area bresciana, mantovana e cremonese).             La testimonianza più famosa della lo...

Galli e Romani nel bresciano fra III e I sec. a.C.

Il Museo Civico di Manerbio, dal 20 maggio 2018 al 30 maggio 2019, ospiterà la mostra “Galli & Romani: nuove scoperte nel bresciano” . Per far conoscere alla cittadinanza quale tipo di reperti vi siano esposti, sono state organizzate conferenze. La prima è stata: “Galli e Romani nel bresciano fra III e I sec. a.C.” ed è stata tenuta l’11 ottobre 2018 al Teatro Civico “M. Bortolozzi” dalla dott.ssa Serena Solano , in servizio presso la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Bergamo e Brescia.  Dott.ssa Serena Solano Parlare di “Celti”, o “Galli” che dir si voglia, significa trattare di una miriade di popolazioni. Nell’area attualmente bresciana, erano stanziati i Cenomani ; il fiume Oglio li divideva dagli Insubri (area Milano-Pavia). I Veneti, che avevano resistito alle invasioni celtiche all’inizio del IV sec. a.C., erano rimasti un gruppo ben distinto sia da quelli alpini che da quelli di pianura.       ...

Celti e Romani: nuove scoperte nel bresciano

Brescia come nodo d’incontro fra Celti e Romani : questo era l’oggetto della mostra archeologica intitolata, appunto, “Galli & Romani: nuove scoperte nel bresciano”. Essa si è tenuta al Museo  Civico di Manerbio e del Territorio dal 20 maggio 2018 e terminerà il 30 maggio 2019. I reperti che raccoglieva erano datati dal III al I sec. a.C. ed erano stati rinvenuti durante le indagini condotte dalla Soprintendenza all’archeologia, alle belle arti e al paesaggio nel 2013 e nel 2014, per la posa del metanodotto Snam Zimella-Cervignano d’Adda.  Reperti dalla Tomba del Guerriero di Flero             Essi provenivano da corredi tombali : cartine al tornasole dei mutamenti culturali avvenuti per l’incontro fra le due popolazioni. In particolare, l’inumazione, anticamente praticata dai Celti, fu gradualmente sostituita dall’incinerazione: diretta (sul luogo stesso della sepoltura) e indiretta (in altro luogo). Per un p...

Antichi sapori

"Asàrotos oikos", II sec. Slow Food Bassa Bresciana e il Museo Civico di Manerbio si sono incontrati in un ciclo di tre conferenze con degustazioni, dedicate agli “Antichi sapori” : a volte esistenti tuttora, a volte andati perduti, per la riduzione della biodiversità.  Il 4 maggio 2017, è stata la volta di “Magna Roma. Storia e tradizioni alimentari dell’antica Roma”. La dott.ssa Elena Baiguera, conservatrice del Museo Civico manerbiese, ha citato Marco Gavio Apicio  (I sec. a.C. - I sec. d.C). A lui è attribuito il De re coquinaria , un ricettario in X libri. A Pompei , la lava ha sigillato datteri, noci, farro e il cosiddetto panis quadratus , ovvero tagliato in quattro spicchi. Tra le fonti iconografiche, esistono mosaici recanti il tema dell’ asàrotos òikos  (in greco: “pavimento non spazzato”). I resti di cibo qui documentati sono soprattutto di pesce. Esisteva lo street food : quello delle cauponae  e dei thermopolii , antenati dei bar. Molto diffusa ...

I simboli dei Celti

Sabine Heinz , nata a Berlino nel 1963, è collaboratrice scientifica presso l’Università Humboldt. Là, guida la commissione di esperti in ambito celtologico. La posizione della Heinz è dovuta al suo studio di magistero in inglese e celtologia, nonché al successivo studio di ricerca a Berlino, grazie a una borsa presso l’Università di Friburgo i. Br. Sabine ha anche soggiornato più volte in Galles, per ragioni di formazione. Nonostante questo curriculum di tutto rispetto, però, deve lottare per ottenere il mantenimento della sua materia, che viene ancora insegnata a Berlino come “Vollkeltologie” (celtologia generale): facoltà nella quale, dal 1996, nessuno può più iscriversi. Un vero peccato, perché l’interesse non manca. Lo dimostra anche il manuale curato proprio da Sabine Heinz: “Symbole der Kelten” , Darmstadt 1997, Schirner Verlag (in Italia: “I simboli dei Celti” , Vicenza 2000, Edizioni Il Punto d’Incontro; trad. di Gabriella Balzaro). Il testo affronta un ambito culturale ass...

Un tesoretto celtico

Tra il 2006 e il 2007, a Manerbio, l’attenzione dei cittadini fu in buona parte occupata dalle “fàlere”. Si trattava di finimenti in argento per cavalli, ritrovati nel 1928 presso la cascina Remondina. Il termine deriva dalla parola greca “phàlara”, ovvero “borchia”. Questi oggetti, infatti, sono in lamina metallica e di forma rotonda. Quelle di cui stiamo parlando sono un prodotto artigianale antico e pregiato, ma che non fu presentato a Manerbio – località di ritrovamento – prima del 2006.              I carabinieri che, nel 1928, consegnarono le fàlere al direttore dei Musei di Brescia, le descrissero come “piccoli piatti”. Erano state rinvenute da Faustino Cominelli e Domenico Petrali, contadini al servizio del nobile Federico Gorno, mentre ampliavano la buca del letame. All’epoca, furono credute di epoca longobarda. Carlo Albizzati, nel 1933, le definì invece come celtiche. La Pianura Padana, per l’appunto, fu abitat...

Il ritorno della spada celtica

Dopo suspense e promesse, è arrivata proprio lei: la spada celtica di Manerbio. Fu ritrovata nel 1957, in località Roncagnà, presso un’ansa del fiume Mella. Il rinvenimento fu casuale, a opera di alcuni contadini che stavano eseguendo lavori di sterro.              All’epoca, Manerbio non possedeva alcuna struttura adatta alla conservazione dei reperti. La spada fu perciò affidata ai magazzini del Museo Santa Giulia, a Brescia.             Nel 1985, il nostro paese si dotò di un Museo Civico. La bella contesa, perciò, non ha più motivo di restare lontana da casa. Il 3 aprile 2016, il museo manerbiese ha ufficialmente festeggiato un trentennio di esistenza col ritorno della spada celtica.             Al Teatro Civico “Memo Bortolozzi”, i presenti sono stati salutati da Fabrizio Bosio (assessore alla Cultura) e ...