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Vincenzo Calò: intervista poetica con Barbarah e Ilaria

Poeticamente, le parole non bastano più? Barbarah Katia Guglielmana: Le parole non ascoltate non sono mai bastate; le guerre scoppiano, sorde. Le parole invece devono essere sussurrate ai non udenti. Non parlare sarebbe un grido di sconfitta per il dialogo. Ilaria Francesca Martino: Non sono mai bastate! La parola poetica è affanno e liberazione assieme! Artisticamente, per emergere serve fare i conti con un’emergenza sia epocale che reale? B.K.G. : Credo che usare lo strumento dell'arte sia un focalizzare la realtà, per eviscerarla dal semplice accadere, per scorporarla. L'arte è una buona risorsa per scomporre la realtà nelle sue connotazioni, e focalizzarne quella parte che può diventare risorsa di rinnovamento personale e collettivo. Aver capito che questa pandemia del Covid-19 è stata una emergenza mondiale dovrebbe averci insegnato che siamo piccoli, tutti. I.F.M. : Credo che l'obiettivo di chi fa arte non sia emergere, ma sopravvivere. Come si cura il g...

"I panni si lavano in casa": una mostra

Attualmente, ritengo sacrosanto evidenziare come una coppia di persone legate da una bella amicizia e che lavorano in ambito ospedaliero provando a salvare delle vite dal Coronavirus se lo siano buscato.    Barbarah Guglielmana e Ilaria Francesca Martino han dovuto quindi distaccarsi dall’agone sociale, per trascorrere la quotidianità con la temperatura corporea da controllare assiduamente, indebolite alla radice del loro essere, a tal punto da reinventarsi i sensi con una ricerca certosina che porti a un tesoro costituito dal timore di non farcela in solitudine, come dalla necessità di venire tutelate per qualsiasi volontà destante oltremodo imbarazzo; da comprendere però, in mancanza di certezze, e dunque quantomeno consapevoli tutti di poter rappresentare un peso morto per gli altri.   Vale dunque rischiare di esistere, come?   Queste donne hanno elaborato, artisticamente parlando, degli abiti per risaltare della fisicità e andare oltre, caratterizzando ...

Barbarah Guglielmana & Anna Venturini

" Barbarah Guglielmana nasce a Chiavenna agli inizi degli anni ’70.  Medico di pronto soccorso, volontario sanitario di Emergency, impegnata nel tema della violenza di genere, fa riferimento al movimento culturale del Sottovento in quel di Pavia. Scrive e pubblica poesie. Anna Venturini nasce a Pavia alla fine degli anni ’70. Educatrice di nido, promotrice di laboratori di fotografia per bambini e di letture illustrate, ha frequentato il Bauer di Milano, ideatrice del progetto fotografico The New York Benches. Benvenute! Ma… quale tipo di umiliazione stiamo facendo passare come se nulla fosse? L’ingiustizia.  (Barbarah) Abbiamo l’assoluto bisogno di staccare da cosa? Da nulla. Al contrario, possiamo interrogarci sulle motivazioni che ci spingono a staccarci da qualcosa che esiste nel proprio “mondo”. Che cos’è questo “bisogno” di staccarsi? Che cosa ci sta dietro? Ecco, questo ci interessa di più.  (Anna) Risolvendoci da soli viene meno la capacità d...

Vincenzo Calò intervista Barbarah Guglielmana

Barbarah Guglielmana…  Nata negli anni ‘70 in Valchiavenna; medico; impegnata nel tema della violenza di genere; “Davanti alla tenda” (ed. LietoColle) è la sua ultima raccolta di poesie. Altre opere edite similari se inteso il genere letterario: “ Rondini come formiche ” (ed. O.M.P. ); “ Appena alzata mi sono messa a tagliare le stelle come voi tutte ” (plaquette in proprio, dedicata all’associazione “ Donne contro la Violenza ” di Pavia, fino a oggi distribuita in quasi 9mila copie !); “ Senza forme ” (ed. Gattili ); “ Scende il buio ” e “ Frammenti ” (le ultime due pubblicate con la Pulcino Elefante ). Oltre alle collaborazioni, nelle seguenti antologie poetiche: “ Tredici cadenze ” (ed. Puntoacapo ); “ Homo Heligens ” (ed. deComporre ); “ La giusta collera ”, “ Cronache da Rapa Nui ” e “ Keffiyeh: intelligenze per la Pace ” per mezzo delle ed. C.F.R. ; e “ Amore per l’Arte ” ( ed. iArt ). Benvenuta Barbarah…! Ma, secondo te, sono più complicati i silenzi o ...

Senza forme

Non potrebbe essere più lapidaria questa nuova scelta poetica di Barbarah Guglielmana : un libriccino di due pagine, con una sola immagine. Questo è Senza forme, pubblicato da Gattili, piccola casa editrice di Antonio Pellegrino. Diciotto copie per dodici edizioni: quel che si dice un prodotto di nicchia.             In copertina, un frammento di muro berlinese riproduce, dipinta, una flessuosa figura di donna, sottile come una fiamma. È uno scatto fotografico a opera dell’autrice stessa. All’interno, compare la dedica a Naira Gonzalez, attrice che Barbarah ha seguito in due stage: «Lei ti mescola tutto dentro, portando in superficie il nascosto e il dimenticato…» la descrive la poetessa. Insieme alla figura femminile, è protagonista il mare: quello di Amalfi, un lontano 4 maggio, quando l’autrice si bagnava in acque scavanti e rifluenti.             Da queste onde, emerge ...

Davanti alla tenda

Davanti alla tenda di Barbarah, si può sostare solo in punta di piedi e con un vago sentore di pudore violato. Perché la veste casual del verso libero non copre e non edulcora. La tenda trasparente nelle trame rotte (p. 32) lascia vedere una nuda vestita, femminile e pura nel suo rosa carne (p. 33), che s’immerge nel mare di se stessa. I pesci sono volti e dettagli, guizzanti in anfratti di memoria. Risalgono da essi le righe di pioggia (p. 58) disegnate un tempo col nonno, o una scatola di savoiardi che a me non piacevano neanche troppo (p. 63), ma resi inestimabili dal loro tramonto. Barbarah torna sempre al suo vecchio posto dove amò la vita, come dice Vinicio Capossela. Là, c’erano la campagna e il mare. Ma anche la chiesa bianca di Loreto (p. 58), le margherite che odoravano di cimiteri (p. 55) e uova che erano il giallo del sole portato sulla terra (p. 53). Il paradiso è coi pollini che accarezzano il viso, mentre si fissa il mare (p. 40). Un orizzonte non deve avere i conf...

Rondini come formiche

S embrano davvero formiche, nere e pullulanti in una distanza indefinita. Se non che il loro prato è il cielo e si distribuiscono ignari chiassosi e sublimi canti. Rondini come formiche , dice Barbarah Guglielmana. La sua raccolta è nata guardando il cielo: un atto che può essere quotidiano, oppure unico, a giustificare una vita intera ( La mia poesia ). È dedicata alla madre dell’autrice; per l’appunto, la maternità è un tema ricorrente. La femminilità, nei versi di Barbarah, è corposa e lacerante. Si presenta attraverso il Mestruo (pag. 12), la gravidanza o l’allattamento, visto come un legame d’amore-morte dai risvolti quasi vampireschi: Il prosciugamento/ avvenne/ ad opera di un uomo bambino/ che succhiò/ fino all’ultima goccia/ la mia linfa […] Poi me ne sono andata via/ con la mia pelle morta. (pag. 20).             Questo linguaggio, d’una semplicità abissale, fa intuire come non vi sia nulla di troppo umile per la ...

Scampoli di stelle

Quelli di Barbarah Guglielmana sono scampoli di stelle, rubati al momento fra il risveglio ed il giorno. Quarantadue quadretti, freschi come campanule appena bagnate dalla pioggia. E la pioggia è un leitmotiv che percorre tutta la raccolta, in cui ogni componimento è minuziosamente datato e localizzato. Pavia campeggia in Appena alzata mi sono messa a tagliare le stelle come voi tutte . La frase è tratta dalle parole di un’anziana signora, che incarna una femminilità un po’ dolce ed un po’ sfiorita, con le gambe gonfie […] E la testa leggera che pensa cose celesti ( Destinata , pag. 20). Questa femminilità è ritratta da Barbarah, alternata alla propria, ancora verde ed improntata ad un Quanto dura? incredulo e meravigliato di fronte alle grazie della giovinezza innamorata. Non mancano una discreta coscienza di genere: una Ragazza romantica si augura che, un giorno, le storie di donne brutalizzate e svilite diventino Favole di una volta. Tematica che ricollega l’autrice all’attività...