Nuntio vobis gaudium magnum: dopo una lunga e trepidante gestazione, è venuta alla luce La biblioteca di Belisa. Si tratta della mia terzogenita, dopo La tessitrice di parole e Il cerchio d'argento. Non aggiungo altro... Vi lascio al piacere della scoperta!
Ha un odore di legno e di quiete. Il sole vi stilla dalle tende e
vi si coagula in parvenze di sussurri. Nulla che ricordi la polvere, l’umore
ingiallito di altre biblioteche. Qui, ogni cosa è come la flora d’un bosco.
Qui, si respira la Vita.
“Cosa
t’interessa, esattamente?”
Lei mi parla da una poltroncina in vimini, densa
nel riquadro della finestra. Belisa. “Belisa”, forse “Crepuscolario”, come la
chiamava Isabel Allende per bocca di Eva Luna.
“Non lo so…”
Sono entrato per curiosità, non per oculata ricerca. Se ricerca è
la mia, è totale, infantile –come dita tenere che cercano di stringere il mare.
Mi ricordo di
Rolf Carlé, che chiedeva storie alla sua Eva Luna, riposando dall’amore.
“Vorrei un libro… un libro che non hai mai fatto leggere a
nessuno.”
Lei rimane pensierosa. Aggrotta per un attimo la fronte
–le sopracciglia, due capricci d’inchiostro. Poi, si alza e mi fa strada. La foresta
dei libri ci guarda, con occhi di silenzio.
Erica Gazzoldi, La biblioteca di Belisa, ("Ardeur" - 52), Villasanta (MB) 2015, Limina Mentis. Con illustrazioni dell'autrice.
Ringrazio di cuore Ivan Pozzoni, Ambra Simeone e Lorena Panzeri, senza i quali il parto non sarebbe andato a così buon fine.
Che bella copertina!
RispondiEliminaGrazie! ^_^
Elimina