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La violinista Lina Uinskyte
e l'organo Amati di Manerbio. |
Più
volte, le cronache manerbiesi l’hanno annunciato: la parrocchia di San Lorenzo
Martire intendeva restaurare l’organo della pieve, danneggiato da un incendio
il 31 maggio 1989. L’intenzione è ormai divenuta realtà. Dall’1 al 15 ottobre
2017, hanno avuto luogo i concerti inaugurali, in cui è stato protagonista
l’organo “Angelo Amati 1856”. Della vicissitudine, ha volentieri parlato
Giuseppe Migliorati: organista per passione e coordinatore della commissione
parrocchiale che si è occupata del restauro. Ha spiegato, innanzitutto, le
differenze fra lo strumento firmato “Amati” (casa organaria pavese) e quello
che fu colpito dal famoso incendio. «Tra il 1940 e il 1949, l’organo è stato
riformato: nel presbiterio, sono state poste due tastiere ed è stata aggiunta
la trasmissione elettrica. La parte meccanica in cantoria era stata rimossa. Il
nuovo strumento si componeva così di due parti: l’organo Amati e quello
aggiunto dalla casa organaria Pedrini. Sotto quest’ultimo, è avvenuto
l’incendio. Per più di vent’anni, è stato abbandonato. Poi, nel 2010, si è
posta la questione: ricostruire l’organo Pedrini bruciato? O l’Amati, di cui
erano rimasti i materiali? Per via di insistenze istituzionali, è stata scelta
la ricostruzione filologica: ovvero, riportare in vita l’organo del 1856, non
quello degli anni ’40». Sempre secondo Migliorati, i fondi sono giunti sia da
privati che dall’8x1000. Essi sono stati esplicitamente raccolti per il
restauro e sarebbero stati versati su un conto corrente apposito. Il restauro è
stato affidato a Giani Casa d’Organi. Per altri dettagli, è disponibile il sito
http://organomanerbio.com/ .
Le serate di concerti, come abbiamo
accennato, sono cominciate il 1 ottobre 2017. Il maestro organaro Daniele Giani
ha presentato i lavori di ricostruzione eseguiti dalla sua casa. Sono seguite
la benedizione dell’organo e la lezione concerto di Alessandro Casari (N. 1969,
vive a Pilzone d’Iseo). È diplomato in pianoforte, musica corale e direzione di
coro, clavicembalo e canto lirico. Dal 1996 al 2003, ha diretto il Centro
Musicale dell’Università Cattolica di Brescia; presso quest’ultimo, ha
pubblicato “I tesori della musica sacra bresciana”. Il repertorio che ha
suonato durante l’inaugurazione comprendeva in buona parte brani italiani, ma
anche di Alexandre Guilmant (“Marcia nella tonalità gregoriana”, 1850), John
Stanley (“Preludio”, 1770), Louis-Claude Daquin (“Noël”, 1755). La datazione
dei pezzi in programma spaziava dal 1690 al 1850; non tutti erano
originariamente pensati per organo.
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L’organista Marco Ruggeri e
la violinista Lina Uinskyte. |
Il 6 ottobre, si è esibita invece
Susanna Soffiantini (N. Manerbio, 1993). Si è diplomata presso il Conservatorio
“Luca Marenzio” di Brescia col massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore.
Ha svolto all’estero corsi di perfezionamento; ha studiato a Linz, nell’ambito
del progetto Erasmus e ha ottenuto riconoscimenti in concorsi nazionali e
internazionali. Svolge una regolare attività concertistica ed è stata lei
stessa insegnante d’organo. Il suo programma ha fatto un leggero salto
temporale in avanti, rispetto a quello di Casari, arrivando fino a M.E. Bossi
(1861-1925) e al suo “Scherzo in sol minore”. Erano comprese composizioni di
personaggi celeberrimi, come W.A. Mozart (1756-1791) e F. J. Haydn (1732-1809).
Dal 7 al 9 ottobre, l’organo ha
animato le celebrazioni in onore della Madonna del Rosario. La sera del 15, si
è esibito un duo: la violinista Lina Uinskyte e l’organista Marco Ruggeri. Il
duo si è costituito nel 2012 e si è esibito in importanti rassegne italiane e
straniere. Ha ottenuto riconoscimenti di critica da parte di Radio Classica e
della rivista “Amadeus”. A Manerbio, hanno alternato brani sacri a quelli
profani, fra cui “L’autunno”, dalle celeberrime “Stagioni” di A. Vivaldi (1678-1741). Certamente, ben più di quattro stagioni di vita si augurano alla
nuova voce dell’organo Amati.
Pubblicato su Paese Mio
Manerbio, N. 126 (novembre 2017), p. 6.
Che strumento meraviglioso e che bella storia. Ho studiato a Brescia frequentando l'Università Cattolica dal 1969 al 74/ 75, anni tremendi e difficili per studenti lavoratori come me. Suonavo organo e armonium nelle chiese durante le cerimonie per accantonare qualche soldo per mantenermi agli studi e aiutare la mia famiglia. La mia vita era nell'entroterra di Desenzano. Fui costretta per vari motivi a lasciare lo studio della musica. Non so neppure più se sarei in grado di eseguire anche il più semplice dei brani, ma il fascino della voce di quello strumento è profondamente radicato nella mia mente insieme con lo splendore della mia terra e della mia infanzia.
RispondiEliminaGrazie per aver raccontato una così bella storia... e piacere di conoscerti! :D
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