«Non
è arrivato il film che avevo prenotato… Allora, guardiamoci questo». Così, sul
piattino del lettore DVD, è arrivato Animali fantastici e dove trovarli (2016; regia di David Yates). Degno
complemento di quella serata per sole ragazze, fra divano e biscotti
casalinghi. Da adolescente, fui una fan devotissima di Harry Potter. Mi
sbellicai dalle risate (e da una struggente nostalgia
di un mondo impossibile), leggendo l’antenato cartaceo del film suddetto:
un testo scolastico di Hogwarts con gli scarabocchi attribuiti a Harry, Ron e
Hermione.
Newt Scamander (Eddie Redmayne) istruisce il babbano Jacob Kowalski (Dan Fogler). Fonte: comingsoon.it |
Attualmente, però, le mie esigenze sono
più sostanziose. Non solo amo fantasy più monumentali (J.R.R. Tolkien vi dice
qualcosa?), ma preferisco coltivare la saggistica. E, in particolare,
approfondire l’alchimia, la stregoneria
e la magia rituale storicamente praticate. Morale della favola (letteralmente!):
non ho avuto la smania di seguire le novità targate J.K Rowling, nemmeno il
film suddetto. Esso, però, non mi ha deluso
- forse, anche perché è stato sceneggiato dall’autentica mamma della
saga.
Animali
fantastici e dove trovarli, tutto sommato, è un fantasy leggero, pensato
per un ampio pubblico che desidera meramente ridere, piangere e immedesimarsi. È
il messaggio di fondo a essere pesante.
Come la valigia di Newt Scamander. Un
involucro in pelle, apparentemente fragile e limitato, ma sconfinato all’interno.
Come l’essere umano. E “mago” è chi sa esplorare questa valigia semovente senza
perdervisi. Mentre “Babbano” è sinonimo di “inconsapevole”, di “dormiente” nel
conformismo e negli schemi mentali ricevuti. Inconsapevole del mondo che guizza
dentro di lui.
La firma di J.K. Rowling è visibile
in un tema di fondo: l’intolleranza,
nelle sue varie forme. C’è quella dei Babbani (appunto), che è la paura nei
confronti di chi sfugge alle maglie della pretesa “normalità”. Un’intolleranza
davvero curiosa, eretta contro chi sa realizzare le proprie visioni più
profonde… ma non ha paura di bestialità come il fanatismo e l’ottusità. C’è poi
l’intolleranza dei maghi, rappresentata da Grindelwald: quella di chi è stanco
di vivere nascosto e braccato e vorrebbe annegare tutto questo in un massacro
liberatore. Ci spiace dirlo, ma questo tipo di fanatismo è assai più
comprensibile dell’altro.
Di quell’altro, rappresentato dai Secondi Salemiani. “Secondi”, perché i processi alle streghe made in Salem sono avvenuti realmente, prima
dell’epoca in cui il film è ambientato. Per la serie: la realtà è più pazzoide
della fantasia. Ossessione per la Verità (con la “V” maiuscola e l’accento
sulla “à”); convinzione di rappresentare il Bene Assoluto e di avere, pertanto,
la licenza di ricorrere a qualunque mezzo, violenze incluse… Ogni riferimento
alla realtà è puramente casuale, nevvero?
Compresa l’attitudine di questi lugubri bigotti a raccogliere gli
orfanelli, sfamarli e riempirli di paure assurde col pretesto di consolarli. «È
un marchio delle streghe?» domanda,
terrorizzato, un ragazzino, mostrando una macchia sulla cute. «No, no…» risponde
maternamente una Seconda Salemiana. Omettendo di precisare che, se lei stessa
non avesse contribuito a imbottirgli la testa di fole, il piccolo non avrebbe
avuto bisogno di essere rassicurato. Nelle case dei cacciatori di streghe, l’odio
precocemente inculcato trasuda ovunque, finanche nelle tiritere infantili. I
bambini sono propagandisti gratuiti e incondizionati: bisogna coltivarli con
cura. E sono preziosi i derelitti, perché (nelle loro condizioni) non possono
permettersi di accendere il senso critico. Possono solo ringraziare le mani che
danno loro il pane - e ricompensarle con l’unica cosa che posseggono, l’obbedienza.
Animali fantastici e dove trovarli: i protagonisti arrestati dal MACUSA. Fonte: blog.screenweek.it |
Proprio la violenza della repressione di sé trasforma in
mostruoso pericolo ciò che sarebbe, altrimenti, una semplice peculiarità. Se si
bolla qualcuno come “contro natura”, si otterrà infallibilmente un essere
contro natura: perché vivrà contro la propria.
Gli eroi positivi, come sempre nelle opere della Rowling,
sono coloro che sanno sposare l’amore con
l’intelligenza. Coloro che sanno
parlare con l’alterità, perché la vedono per ciò che essa è. Senza il sonno della ragione, non nascono mostri.
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