Passa ai contenuti principali

Maria Feola, da Manerbio al villaggio globale

Maria Feola è manerbiese; è iscritta al quinto anno di Lingue e letterature all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, presso la facoltà di Scienze linguistiche. Nel 2015, il corso di Marketing della suddetta facoltà ha previsto la possibilità di partecipare a un progetto internazionale: X-Culture, ideato nel 2010 dal prof. Vas Taras dell’Università di Greensboro (North Carolina). Alla Cattolica, l’iniziativa è arrivata per interessamento della prof.ssa Loretta Battaglia, docente nelle sedi di Brescia e di Milano. X-Culture consisteva nel suddividere più di tremila partecipanti (studenti da tutto il mondo) in gruppi di cinque o sei persone, connesse tramite Internet. Ciascuna squadra avrebbe dovuto elaborare un progetto di marketing per l’internazionalizzazione di un’azienda. 

            Maria si è ritrovata a lavorare con un collega pakistano, una venezuelana, un brasiliano e due statunitensi. Un’esperienza di multietnicità che, tuttora, sarebbe difficile realizzare nella vita non virtuale. La lingua non è stata un problema: lei parla correntemente inglese e spagnolo, oltre a studiare il tedesco. Difficile, semmai, è stato rispettare i termini settimanali di consegna del lavoro, per via dei fusi orari. L’azienda scelta era una start-up belga, produttrice di serre domestiche; il prodotto da lanciare idealmente sul mercato internazionale, secondo la descrizione di Maria, era un’applicazione per cellulari, che permetteva di controllare la crescita delle piante a distanza.
            Il lavoro dei gruppi andava riferito riempiendo un questionario on line. Esso – ha spiegato Maria – era diviso in due parti: un report e una peer evaluation. In altre parole: oltre a riassumere i progressi della squadra settimana per settimana, ciascuno era chiamato a dare un voto al lavoro dei compagni. In questo modo, poteva essere escluso e sostituito chi non contribuiva realmente al progetto.
            Proprio questi voti hanno fruttato la bella sorpresa alla studentessa. X-Culture era stato pensato come un’esercitazione. Non si era parlato né di premi, né di classifiche. Perciò, è giunta completamente inattesa l’e-mail che le ha annunciato la sua comparsa fra i migliori cinquanta partecipanti al progetto. Non solo: nelle valutazioni finali complessive, gli studenti italiani sono risultati in testa.
            In grazia di quel primato, Maria Feola e una sua compagna di facoltà, Elena Zani, sono state invitate a Savannah, al Symposium della AIB-SE (Academy of International Business, Southeast USA Charter) e della Savannah State University. Si trattava di una serie di conferenze d’aggiornamento tenute da professori di tutto il mondo. Fra gli invitati, come abbiamo accennato, erano compresi i migliori cinquanta partecipanti al progetto X-Culture. Qui, dal 12 al 14 novembre 2015, i ragazzi hanno dovuto nuovamente dar prova di sé. Sono stati suddivisi in dieci gruppi e hanno dovuto elaborare un piano marketing per una sola azienda: la JCB Machines, che sponsorizzava il Symposium. Un fattore di difficoltà non indifferente era costituito dai prodotti da pubblicizzare: macchine da movimento terra, meno poeticamente dette ruspe e trattori. Stavolta, niente questionari – e l’interazione era dal vivo. La mattina del 14 novembre sono stati dichiarati i tre gruppi del “podio” ideale. A essi, sono state richieste presentazioni in PowerPoint, da esporre nel pomeriggio. Alla cena di gala finale, è stata proclamata la squadra vincitrice. Non era quella della nostra compaesana e non erano nemmeno previsti premi, oltre all’attestato di partecipazione consegnato a tutti. Ma – a quanto pare – talvolta, l’importante è davvero partecipare.

Pubblicato su Paese Mio Manerbio, N. 104 (gennaio 2016), p. 6.

Commenti

Post popolari in questo blog

Letteratura spagnola del XVII secolo

Il Seicento è, anche per la Spagna, il secolo del Barocco. Tipici della letteratura dell'epoca sono il "culteranesimo" (predilezione per termini preziosi e difficili) e il "concettismo" (ricerca di figure retoriche che accostino elementi assai diversi fra loro, suscitando stupore e meraviglia nel lettore). Per liberare il Barocco dall'accusa di artificiosità, si è cercato di distinguere una corrente "culterana", letterariamente corrotta e di contenuti anche immorali, da una corrente "concettista", nutrita dalla grande tradizione intellettuale e morale spagnola. E' vero che il Barocco spagnolo vede, al proprio interno, vivaci polemiche fra autori (come Luis de Gòngora e Francisco de Quevedo) e gruppi. Ma l'esistenza di queste due contrapposte correnti non ha fondamento reale. Quanto al concettismo, è interessante notare come esso sia stato alimentato dalla significativa definizione che di "concetto" ha dato Francesco

Farfalle prigioniere, ovvero La vita è sogno

Una giovane mano traccia le linee d’una farfalla. Una farfalla vera si dibatte sotto una campanella di vetro. La mano (che, ora, ha il volto d’un giovane pallido e fine) alza la campanella. L’insetto, finalmente libero, si libra e guida lo spettatore nella storia del suo alter ego, la Sposa Cadavere.              Così come Beetlejuice , The Corpse Bride (2005; regia di Tim Burton e Mike Johnson) si svolge a cavallo tra il mondo dei vivi e quello dei morti, mostrandone l’ambiguità. A partire dal fatto che il mondo dei “vivi” è intriso di tinte funeree, fra il blu e il grigio, mentre quello dei “morti” è caleidoscopico, multiforme, scoppiettante. A questi spettano la gioia, la saggezza e la passione; a quelli la noia, la decadenza, l’aridità. Fra i “vivi”, ogni cosa si svolge secondo sterili schemi; fra i “morti”, ogni sogno è possibile. Per l’appunto, di sogno si tratta, nel caso di tutti e tre i protagonisti. A Victor e Victoria, destinati a un matrimonio di convenienza, non è co

"Gomorra": dal libro al film

All’inizio, il buio. Poi, lentamente, sbocciano velenosi fiori di luce: lividi, violenti. Lampade abbronzanti che delineano una figura maschile, immobile espressione di forza.   Così comincia il film Gomorra, di Matteo Garrone (2008), tratto dal celeberrimo libro-inchiesta di Roberto Saviano. L’opera del giornalista prendeva avvio in un porto: un container si apriva per errore, centinaia di corpi ne cadevano. Il rimpatrio clandestino dei defunti cinesi era l’emblema del porto di Napoli come “ombelico del mondo”, dal quale simili traffici partono ed al quale approdano, da ogni angolo del pianeta. Il film di Garrone si apre, invece, in un centro benessere, dove regna un clima di soddisfazione e virile narcisismo. Proprio qui esplode la violenza: tre spari, che interrompono il benessere e, al contempo, sembrano inserirvisi naturalmente, come un’acqua carsica che affiora in un suolo perché sotto vi scorreva da prima. Il tutto sottolineato da una canzone neomelodica italiana: i