Passa ai contenuti principali

La vergine di ferro - III, 1

Parte III: Il filo di Arianna



1.

Isabella l’aveva vista. Isabella sapeva di lei – anche se in modo deformato dalla propria immaginazione accesa e dalla falsa notizia della morte di Nilde. Non ci voleva troppo a capire cosa avrebbe fatto, nella sua agitazione. Si sarebbe aggrappata all’unico appiglio sicuro – che credeva sicuro. Nilde ebbe un ulteriore moto di rabbia, pensando all’infatuazione a alla sottomissione della biondina fantasiosa verso il dottor Michele Ario, psicologo e presidente dell’Associazione Lotus. Non per colpa dell’ingenua ragazza, ovviamente. Ma per colpa del proprio zio. Era questo che lui faceva ai suoi allievi, con la scusa di vendere un corso di mnemotecnica e di alzare il loro quoziente intellettivo. Li affascinava, dilavava le loro menti, fino a renderli docili ed entusiasti come tanti bambini – tanti figli. Forse, lei, dopotutto, non era l’unica per il dottor Ario – pensò Nilde, con un ghigno di sarcasmo. 
            Questo pensava, mentre andava in cerca di uno zio ben diverso dal proprio: quello di Amedeo, il giovane amico scomparso in circostanze misteriose – ma che, per lei, era fin troppo facile indovinare. Mentre un sudore sempre più freddo le trafiggeva la fronte, attraversò la piazzetta Azzani di Pavia, diretta verso l’indirizzo di don Raffaele Bernasconi, parroco di San Michele Maggiore.

[Continua]

Pubblicato su Uqbar Love, N. 160 (26 novembre 2015), p. 19.

Commenti

Post popolari in questo blog

Letteratura spagnola del XVII secolo

Il Seicento è, anche per la Spagna, il secolo del Barocco. Tipici della letteratura dell'epoca sono il "culteranesimo" (predilezione per termini preziosi e difficili) e il "concettismo" (ricerca di figure retoriche che accostino elementi assai diversi fra loro, suscitando stupore e meraviglia nel lettore). Per liberare il Barocco dall'accusa di artificiosità, si è cercato di distinguere una corrente "culterana", letterariamente corrotta e di contenuti anche immorali, da una corrente "concettista", nutrita dalla grande tradizione intellettuale e morale spagnola. E' vero che il Barocco spagnolo vede, al proprio interno, vivaci polemiche fra autori (come Luis de Gòngora e Francisco de Quevedo) e gruppi. Ma l'esistenza di queste due contrapposte correnti non ha fondamento reale. Quanto al concettismo, è interessante notare come esso sia stato alimentato dalla significativa definizione che di "concetto" ha dato Francesco

Farfalle prigioniere, ovvero La vita è sogno

Una giovane mano traccia le linee d’una farfalla. Una farfalla vera si dibatte sotto una campanella di vetro. La mano (che, ora, ha il volto d’un giovane pallido e fine) alza la campanella. L’insetto, finalmente libero, si libra e guida lo spettatore nella storia del suo alter ego, la Sposa Cadavere.              Così come Beetlejuice , The Corpse Bride (2005; regia di Tim Burton e Mike Johnson) si svolge a cavallo tra il mondo dei vivi e quello dei morti, mostrandone l’ambiguità. A partire dal fatto che il mondo dei “vivi” è intriso di tinte funeree, fra il blu e il grigio, mentre quello dei “morti” è caleidoscopico, multiforme, scoppiettante. A questi spettano la gioia, la saggezza e la passione; a quelli la noia, la decadenza, l’aridità. Fra i “vivi”, ogni cosa si svolge secondo sterili schemi; fra i “morti”, ogni sogno è possibile. Per l’appunto, di sogno si tratta, nel caso di tutti e tre i protagonisti. A Victor e Victoria, destinati a un matrimonio di convenienza, non è co

"Gomorra": dal libro al film

All’inizio, il buio. Poi, lentamente, sbocciano velenosi fiori di luce: lividi, violenti. Lampade abbronzanti che delineano una figura maschile, immobile espressione di forza.   Così comincia il film Gomorra, di Matteo Garrone (2008), tratto dal celeberrimo libro-inchiesta di Roberto Saviano. L’opera del giornalista prendeva avvio in un porto: un container si apriva per errore, centinaia di corpi ne cadevano. Il rimpatrio clandestino dei defunti cinesi era l’emblema del porto di Napoli come “ombelico del mondo”, dal quale simili traffici partono ed al quale approdano, da ogni angolo del pianeta. Il film di Garrone si apre, invece, in un centro benessere, dove regna un clima di soddisfazione e virile narcisismo. Proprio qui esplode la violenza: tre spari, che interrompono il benessere e, al contempo, sembrano inserirvisi naturalmente, come un’acqua carsica che affiora in un suolo perché sotto vi scorreva da prima. Il tutto sottolineato da una canzone neomelodica italiana: i