Una giovane mano traccia le linee d’una farfalla. Una farfalla vera si dibatte sotto una campanella di vetro. La mano (che, ora, ha il volto d’un giovane pallido e fine) alza la campanella. L’insetto, finalmente libero, si libra e guida lo spettatore nella storia del suo alter ego, la Sposa Cadavere. Così come Beetlejuice , The Corpse Bride (2005; regia di Tim Burton e Mike Johnson) si svolge a cavallo tra il mondo dei vivi e quello dei morti, mostrandone l’ambiguità. A partire dal fatto che il mondo dei “vivi” è intriso di tinte funeree, fra il blu e il grigio, mentre quello dei “morti” è caleidoscopico, multiforme, scoppiettante. A questi spettano la gioia, la saggezza e la passione; a quelli la noia, la decadenza, l’aridità. Fra i “vivi”, ogni cosa si svolge secondo sterili schemi; fra i “morti”, ogni sogno è possibile. Per l’appunto, di sogno si tratta, nel caso di tutti e tre i protagonisti. A Victor e Victoria, destinati a un matrimonio di convenienza, non è co
Brevemente, dimentichi il contributo di centinaia di migliaia (se non milioni) di giovani, negli ultimi due secoli, alle lotte d'indipendenza nazionale e alle rivoluzioni socialiste e nazionaliste. Basti pensare all'itinerario di una canzone come "Giovinezza" o a Curtatone e Montanara o ai ventenni ribelli del Cuartel Moncada.
RispondiEliminaDimenticanza strategica. Sapevo che ti avrebbe fatto piacere parlarne. ;) :p
Elimina