Una giovane mano traccia le linee d’una farfalla. Una farfalla vera si dibatte sotto una campanella di vetro. La mano (che, ora, ha il volto d’un giovane pallido e fine) alza la campanella. L’insetto, finalmente libero, si libra e guida lo spettatore nella storia del suo alter ego, la Sposa Cadavere. Così come Beetlejuice , The Corpse Bride (2005; regia di Tim Burton e Mike Johnson) si svolge a cavallo tra il mondo dei vivi e quello dei morti, mostrandone l’ambiguità. A partire dal fatto che il mondo dei “vivi” è intriso di tinte funeree, fra il blu e il grigio, mentre quello dei “morti” è caleidoscopico, multiforme, scoppiettante. A questi spettano la gioia, la saggezza e la passione; a quelli la noia, la decadenza, l’aridità. Fra i “vivi”, ogni cosa si svolge secondo sterili schemi; fra i “morti”, ogni sogno è possibile. Per l’appunto, di sogno si tratta, nel caso di tutti e tre i protagonisti. A Victor e Victoria, destinati a un matrimonio di convenienza, non è co
En passant, senza aprire discorsi infiniti, non tirerei in ballo il sistema giudiziario americano (non è tutto oro quel che luccica e di inquietanti zone d'ombra ne ha molte)...
RispondiEliminaE' una testimonianza dolorosa, soprattutto per chi come me sogna di fare il magistrato e ha una precisa idea di cosa significhi servire lo Stato e la Legge, e per tutti i (molti) bravissimi e mai abbastanza ringraziati magistrati che svolgono egregiamente il proprio lavoro, la cui immagine e rispettabilità viene offuscata da questi indegni del posto che occupano.
In compenso, consola sapere che qualcuno come te desidera intraprendere seriamente questa carriera. Abbiamo sempre bisogno di buoni magistrati.
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